Capitolo 11

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Quando vide Noah uscire dalla porta gli sembrò come se una parte di lui non ci fosse più. Mentre tutti i suoi amici erano a tavola e si stavano servendo, sotto gli occhi di tutti, Gabriel lasciò il piatto e corse in bagno cogliendo l'attenzione di tutti che, inevitabilmente, si guardarono gli uni con gli altri. Si guardò allo specchio, si sciacquò la faccia con un po' d'acqua fredda per poi guardarsi nuovamente allo specchio. Osservò la sua catenina d'oro, era tutta bagnata. La portò vicino alle labbra e si guardò un'ultima volta allo specchio, questa volta in modo più intenso. Sembrava come se cercasse di trovare delle risposte nelle sue pupille, in quei piccoli cerchi marroni e neri, come se in realtà potessero rivelargli ciò che solo il cuore poteva. Uscito dal bagno tornò a tavola ma non mangiò molto. La serata si rivelò essere molto divertente, cacciarono un gioco da tavolo e lo abbinarono con dell'alcol: chi perdeva aveva l'obbligo di bere un bicchiere intero di vino rosso.

«Tutto bene?» Domandò Julienne.

«Sì, non ti preoccupare.» Rispose Gabriel toccandole la mano.

Il gioco durò circa due ore, finendo non per volere dei ragazzi, bensì dell'alcol nei loro corpi. A rimanere svegli furono solamente Gabriel e Anthony che, senza sonno in corpo, decisero di fumarsi una sigaretta fuori, sulla neve.

«Come stai?» Domandò Anthony.

«Brillo, e tu?»

«Sono prossimo a vomitare tutto, giuro.» Rispose ridendo per poi accasciarsi un attimo su di lui. «È stata una bella serata, peccato che Noah se la sia persa.»

Gabriel quando sentì il suo nome non poté esitare. «A proposito, sai dov'è andato?»

«Julienne mi ha detto che aveva una sorta di... appuntamento con uno... o almeno credo.»

«Un appuntamento?»

Anthony si sollevò e si appoggiò alla staccionata in legno per poi guardare Gabriel. «Pensavo avessi fatto la tua scelta.»

Gabriel portò la sigaretta alle labbra. «Chiedevo solo.»

Anthony continuò a fissarlo. «So che avete passato la notte insieme al compleanno di Alexia.»

Gabriel non lo guardò nemmeno, continuò semplicemente a fumare. «E allora?»

«Te lo ripeterò allora: ero convinto che avessi fatto la tua scelta.»

«Era ubriaco lercio.»

«E?»

«L'ho trovato in mezzo alla strada, poi ha proseguito nelle campagne. Avrei dovuto lasciarlo lì?»

«Avresti dovuto riportarlo in casa.»

«Non voleva.»

«Gabriel.» Anthony si girò e sboccò tutto.

Gabriel si apprestò a mettergli una mano sulla schiena, dandogli ripetute pacche per aiutarlo.

Anthony si asciugò con il suo giubbotto. «Gabriel.» Riprese. «Perché deve finire male?»

«Ma di cosa stai parlando...»

«Basta!» Sussurrò a voce più alta. «Sei il mio migliore amico ed io sono il tuo, almeno a me non raccontarmi stronzate.»

Gabriel lo guardò dritto negli occhi. «Che cosa ti aspetti che ti dica? Che abbiamo scopato sulla terra gelida? O che mi ha fatto qualche lavoretto a mano o anzi, con la bocca?»

«Mi aspetto che tu mi dica la verità, perché dopo quello che c'è stato tra di voi, se due persone tornano all'alba non è affatto normale.»

Gabriel tacque.

Come un tuono all'improvviso: Parte IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora