Capitolo 6

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Dopo aver abbandonato casa di Noah, Gabriel si gettò in mezzo alla strada e attraversò. Raggiunse il parco poco più lontano e si sdraiò a terra. Era deserto. Guardò in cielo e rimase lì, fermo. Il suo respiro era profondo, cercò di calmarsi, voleva gettare qualche pugno qui e lì ma non fece nulla. Tenne gli occhi aperti perché la sua mente e il suo cuore lo traevano sempre di più in inganno, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto. Si accese una sigaretta e, poco dopo, Anthony lo raggiunse e si sedette affianco a lui senza dire nulla. Guardarono insieme il grande prato verde che si stendeva avanti a loro.

«Non possiamo andare avanti così.» Disse Gabriel.

Anthony si voltò verso di lui e lo guardò.

«Come possiamo stare nello stesso gruppo dopo quello che c'è stato? E soprattutto dopo quello che sta succedendo ora?»

Anthony rimase ancora in silenzio e gli mise una mano sulla spalla.

«Perché non dici nulla?» Domandò Gabriel.

«Non c'è molto che io possa dire come non c'è molto che io possa fare.»

«Prima mi odiavi ed ora sei qui?»

«Non ti ho mai odiato.» Disse in modo tranquillo Anthony. «Ti stai distruggendo.»

Gabriel tacque.

«Lo vedo da come ti comporti, sembri uno psicopatico, non stai mai fermo, fai cazzate su cazzate... hai ricominciato persino a fumare non solo tabacco quando eri pulito da mesi ormai. Non stai bene, ed è ok. Io e Daniel abbiamo parlato un po'.»

«Adesso parlate anche di gossip?» Domandò Gabriel gettando la sigaretta all'aria.

«Non capita tutti i giorni che uno come te finisca con uno del tuo stesso sesso Gabriel...» Disse. «Per quanto cerchi di rinnegare ciò che è successo questa estate, per quanto dici a te stesso che non sei così, lo sai anche tu che è un'enorme stronzata.»

Gabriel si voltò con un'espressione in volto mista tra la rabbia e la frustrazione.

«Mi sono rotto di dirti ciò che vuoi sentirti dire. Io sto tra i due fuochi. Conosco te da tanti anni ormai, ma conosco Noah da ancora più tempo e so quello che ha passato. Magari ora questo nome di irrita, magari non ti va neanche più di vederlo, ma ricordati che qualche mese fa vi allontanavate per essere felici in compagnia, qualsiasi cosa facevate nella vostra intimità, non voglio nemmeno saperlo. Ma perché reprimi tutto ciò se sotto sotto ti faceva stare bene? Perché lì sotto non è donna? È questo quello che conta? Non sai dove mettere il tuo aggeggio? Lo sai anche tu che è un'enorme stronzata. Perciò: vuoi stare male? Fai pure, ma non distruggere ciò che hai intorno. Vuoi stare bene? Capisci ciò che ti fa stare bene e mettilo in atto. Ma poi non pentirtene, chiaro?»

«Non capisco come ho fatto a finire così...»

«Non ci sei finito, doveva capitare e basta. Non vi siete scelti questa estate, ficcatelo in testa. E non preoccuparti per lui, non sei la sua prima delusione e credo che non sarai l'ultima. Trattalo solamente bene, cercate di essere amici, perché questo clima non fa bene né a voi né al gruppo.»

«Cosa mi consigli?»

«Sei sicuro di voler chiudere questo capitolo?» Domandò Anthony.

«Sì...» Rispose Gabriel.

«Sei sicuro che vuoi Julienne al tuo fianco?»

«Sì.»

«Allora assumiti le tue responsabilità.»

Gabriel lo guardò.

«Significa che dovrai parlare con Noah e dovrete chiarire tutto.»

«Quindi dovrei parlarci?»

Come un tuono all'improvviso: Parte IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora