Una vecchia storia

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-Andiamo mammolette!- esclamò Thalia con fare divertito.
Eravamo in viaggio da almeno due ore, ma Thalia era talmente felice di avere una nuova compagna d'avventura che non le importava della stanchezza.
Al contrario di lei, io non mi sentivo più i piedi e nonostante fossi felice per aver trovato Annabeth, ero anche triste perché significava che un altro genitore aveva fallito, che un altro semidio era stato privato dell'amore familiare.
Però ora c'eravamo noi con lei, saremmo stati noi la sua famiglia, no?
- Allora Annie da dove vieni?- le chiesi
-Dalla Virginia- rispose con sguardo fiero, si vedeva che era orgogliosa di essere riuscita a fare tutta quella strada da sola
-E comunque non chiamarmi Annie- aggiunse alla fine
- Va bene, Annie- la più piccola alzò gli occhi al cielo ma si vedeva che stava cercando di non sorridere. -Allora, mia nuova amica, sai per caso chi è il tuo genitore divino?- si aggiunse nella conversazione la figlia di Zeus, esuberante.
-Sì, sono figlia di Atena- rispose gli occhi grigi che brillavano di una strana luce.
Annuimmo, ieri sera io e Thalia avevamo parlato, ce lo immaginavamo.
-E voi invece?- chiese
-Io sono figlio di Ermes e lei è figlia di Zeus-
-Wow- fu tutto quello che disse

-Allora fra quanto arriveremo in città?- domandò Annabeth dopo un po'.
-Proprio...ora!- appena Thalia lo disse si intravidero le prime case.
Era un panorama bellissimo, i tetti colorati delle piccole abitazioni e dei piccoli negozi erano circondati dalla natura, dai camini uscivano sbuffi di fumo e si sentiva quello che pareva profumo di paste appena sfornate. L'unica pecca erano le fabbriche in lontananza.
-Forza andiamo, ho una fame da morire!- esclamai.

Scendendo dalla collina scorgemmo degli annunci appesi agli alberi e ai pali della luce che ritraevano me e Thalia, e sopra c'era la scritta ladri, li dovevano aver messo dall'ultima volta che eravamo venuti qui, non avevamo più soldi ed eravamo stati costretti a rubare.
-Non è rischioso venire qui se potrebbero riconoscervi?- domandò Annie che aveva già capito tutto dall'immagine.
-Sì ma non abbiamo provviste per il viaggio, è un'emergenza, e comunque ora i soldi ce li abbiamo- dissi
-Si però siete comunque ormai dei ladri qui, no?-
-Vabbè abbiamo te, che ancora non conoscono!- esclamò Thalia. Annabeth sorrise, evidentemente era felice di entrare in azione.
-Andiamo-
Arrivati in fondo alla collina per fortuna non trovammo nessuno e spiegammo ad Annabeth cosa fare, anche se sembrava già saperlo.
-Allora Annie ora ti darò $20, tu prendi tutto quello che riesci a trovare e almeno tre bottiglie d'acqua, dovremmo fare un lunghissimo viaggio per arrivare fino alla prossima città ok?- spiegò Thalia
- Sì ma come farò a trasportare tutto da sola?-
-Chiedi alla commessa di aiutarti a portarla appena fuori dal negozio, sei una bambina accetterà di sicuro, poi verremo in tuo aiuto noi-
-E non si domanderà, perchè una bambina di 7 anni sia a fare la spesa da sola?- replicò Annabeth
-Ehm, no, qui nessuno si preoccupa di nessuno, o almeno gli abitanti di questo paesino-
-E allora perchè mi dovrebbe aiut-
-Annie- la interruppi -vai e basta- esclamai divertito

Dopo 15 minuti che era entrata, Annabeth rispuntò fuori dal mini supermercato con una sacchetta in mano e qualche bottiglia nell'altro braccio.
-Hey, hey!- le corsi incontro
-Perché non ti sei fatta aiutare dalla commessa?-
-Ha detto di fare da sola, evidentemente avevi ragione a nessuno interessa di una piccola bambina- replicò
Quando mi girai verso Thalia, aveva una faccia allarmata.
-Thalia che succ-
-Luke ci riconosceranno!- mi interruppe, poi però seguì la direzione del suo sguardo e vidi delle signore venire verso di noi.
-Ma dai, magari neanch-
-Hanno un volantino in mano!- aggiunse Annabeth
-Oh santo Ermes- esclamai.
Mi guardai poi intorno, eravamo ormai troppo lontani dalla collina per arrivarci così in fretta e poi la busta della spesa con le bottiglie di acqua ci avrebbero rallentati -anche se di poco-, non c'erano vincoli in cui nasconderci e di entrare nel supermercato non se ne parlava, avevamo rubato lì l'ultima volta.
Le signore si stavano avvicinando, feci la prima cosa che mi saltò in mente: presi Annabeth in collo, mi girai con le spalle rivolte alla strada, mettendomi quindi di fronte a Thalia per coprirla alla visuale delle donne.

I nostri nasi erano vicinissimi, tanto vicini da toccarsi, notai delle piccole sfumature di grigio e celeste negli occhi di Thalia che non avevo mai notato, eravamo così vicini che riuscivo anche a scorgere le poche, piccolissime lentiggini che aveva.
Le nostre labbra erano così vicine, mi sembrava che mi richiamasse a sè, come il canto di una sirena, bello ma letale, e fu uno sbaglio eppure la baciai, le sue labbra erano morbide e sapevano di lamponi, le mie preoccupazioni scomparvero, mi sembrò che il mondo si mettesse a girare sotto i miei piedi fino a quando sentì che una piccola testolina si era intrufolata fra i nostri visi fino a separarli.
-Anch'io voglio un bacino!- esclamò la piccola Annabeth.
-Ma certo piccola!- dissi baciandola sulla guancia.
Non incrociai lo sguardo di Thalia però, perchè se lo avessi fatto, probabilmente non sarei riuscito a fermarmi dall'impulso di baciarla di nuovo.
-Forza, ritorniamo al rifugio!-
E sapevo che quello che avevo fatto era sbagliato eppure lo avrei rifatto mille volte, per riprovare quella sensazione di complicità che avevo provato baciando la figlia di Zeus

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Che ve ne pare? Consigli e critiche vi ricordo sono ben accette!💙
Comunque anche questa l'ho scritta durante le prime 3 ora di scuola, che brava studentessa attenta che sono, eh?

𝑂𝑛𝑒-𝑆𝒉𝑜𝑡 𝑆𝑒𝑚𝑖𝑑𝑒𝑖𝑜𝑠𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora