3-Secondo giorno di scuola

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E' il secondo giorno di scuola. Sono riuscita a svegliarmi ad un orario decente questa mattina, quindi ho avuto il tempo necessario per sistemarmi adeguatamente.
Dopo aver fatto colazione, ovviamente da sola, mi reco in bagno per truccarmi.
Adoro modificare leggermente il mio volto risaltando gli occhi azzurri con un ombretto verde e le labbra con un lip gloss color rosso. Pettino i lunghi capelli neri e li lascio sciolti dietro le spalle. Sono pronta per uscire.

Arrivo al liceo e Betty è fuori che mi aspetta.

-Tesò questa mattina stai perfetta.

-Eh grazie amò.

-Mi ha detto Boris che oggi pomeriggio c'è l'after all'Officina. Ci andiamo?

-Sì certo. Qualunque cosa per divertirci un po'- rispondo eccitata all'idea.

-Allora dico a mia madre che resto a dormire da te, ok? Beata te che tuo padre non ti controlla.

-Sì vabbeh, comunque lo devo avvertire. Dirò anche io che dormo da te.

-Ah quasi dimenticavo: ho sentito Stefano, ci sarà anche lui oggi- dice strizzando l'occhio.

-Mmh perfetto Betty- le rispondo con un sorriso soddisfatto.

-Ah piccola mia, ti manca eh?- mi domanda ignara della tempesta emotiva che ho dentro.

-Beh sì Betty, non lo vedo da fine agosto- taglio corto per non approfondire il discorso, e ci avviamo in classe.

Non posso assolutamente spiegare a Betty cosa rappresenta adesso Stefano: ho bisogno della sua indifferenza sentimentale per superare questa strana situazione di ieri.

Stefano ha diciotto anni come me, è un bellissimo ragazzo alto quasi due metri, con un fisico meraviglioso, palestrato ma non a livello dei body builder.
È molto ricercato: il classico fighetto che sbeffeggia chiunque, ma ha sempre mille ragazze intorno.
Ci siamo conosciuti un pomeriggio di tre anni fa a casa di Boris.
Da quel momento ha iniziato ad essere un componente fisso del nostro pomeriggio e poco dopo la nostra conoscenza abbiamo iniziato a "scopare". Sì, lo devo chiamare esattamente così quello che facciamo. Nessuna emozione, solo appagamento fisico. Questo piacere sessuale ci rende invulnerabili ad ogni turbamento sentimentale e proprio oggi sono molto contenta che ci sia anche lui.

Arriviamo in classe. La prima ora c'è matematica.

La professoressa Martelli è molto brava come insegnante, riesce a farci amare la matematica perché focalizza le sue lezioni sugli esercizi per poi farci capire quale sia teoria. È una donna molto bella, avrà più o meno quarantacinque anni, magra e sempre ben vestita. Indossa degli occhiali che a volte la fanno sembrare una Lady inglese.
Non appena varco la soglia della classe mi fa un cenno per avvicinarmi alla cattedra e dice:

"Amy sei davvero portata per la matematica. L'anno prossimo dovresti iscriverti ad ingegneria. E' davvero un peccato se non ci vai fidati, pochi ne ho visti di studenti capaci come te".

Adoro studiare: i libri sono il mio rifugio. La matematica in particolare è la materia in cui sono più brava. Mi piace perché tutto è calcolabile attraverso una formula, se la conosci, hai risolto il tuo problema.
Non ci sono sfumature: o è bianco o è nero.
Considerando però il mio stile di vita non penso di essere in grado di affrontare l'università ma le rispondo: "Vedremo prof, c'è tempo ancora".

Dopo questa parentesi, vado a sedermi vicino a Betty.
Improvvisamente mi dice:

"Oh ma lo sai che ho sentito la prof parlare col prof Giusti (prof di Latino) e discutere sulle olimpiadi regionali di matematica che si terranno ai primi di ottobre a Bologna. Sceglieranno uno studente per il nostro liceo e uno studente per il liceo classico".

"E sticazzi Betty, a noi che ci frega. A te non scelgono di sicuro e ame ancora meno. Ti immagini io a rappresentare la scuola. Dai parliamo di cose serie per piacere.

-Vabbeh sì hai ragione. Comunque è tutto ok per oggi. Ho mandato un messaggio a Boris. Mi ha anche detto che la mamma stasera non rientra e possiamo dormire da lui.

-Ottimo cazzo. Stasera ci sballiamo alla grande Betty.

Terminatele lezioni pranziamo alla solita tavola calda e poi andiamo da Boris.
Sono le quindici e mando un messaggio a mio padre per dirgli che questa sera resto a dormire da Betty, lui sa che non è vero ma fa finta di crederci.

Appena arrivate da Boris vedo Stefano seduto in veranda. Non pensavo fosse già qui.
Lo osservo attentamente e noto come oggi sia più attraente del solito. Indossa una canotta aderente che evidenzia i muscoli sul petto.
Si vedono chiaramente tutti i tatuaggi sulle braccia e gli occhi azzurri spiccano su questo viso dove i capelli biondi sono perfettamente allineati di lato.
Fingo di dargli poca importanza e faccio un piccolo colpo di tosse, giusto per impostarmi in modalità seria e snobbandolo dico:

-Ehy ciao Stefano, non pensavo di rivederti. Ciao Boris e Lucrezia dov'è?

-E' andata un attimo al market qui sotto, sono finite le birre. Strano eh?- dice ridendo e prosegue:

-Allora visto che stasera dormirete tutti qui, ci dobbiamo organizzare.
Quindi io e Lucrezia dormiamo in camera di mia mamma, tu e Stefano nella cameretta, c'è un letto singolo ma vi potete stringere- dice con un sorriso allusivo- e Betty dorme sul divano.

A quel punto rispondo infastidita:

-Eh no. Non vedo perché Betty debba dormire sul divano, ci dormirà Stefano.

Stefano annuisce, mi guarda e ride. Ormai mi conosce bene e sa come sono: non amo essere scontata, non amo seguire le regole e la frase di Boris mi ha infastidito proprio per questo.
Ma sa che la serata andrà a finire come le altre, deve solo saper aspettare e lui in questo è eccezionale. MI lascia credere di avere il controllo ma dopo aver scopato non ci sentiamo per giorni. E' la scena di ogni volta che ci incontriamo e va bene ad entrambi.

Mi appoggio alla poltrona nel salotto, Betty fa una telefonata alla madre per avvertirla che questa notte dormirà a casa mia e nel frattempo rientra Lucrezia dal market.

-Oh brutte stronze siete già qui, ma che cazzo, potevate venirmi a dare una mano a comprare le birre.

-Ehy scusa, noi siamo andate a scuola. Ci dobbiamo andare sai, non come teche puoi non fare un cazzo, tanto papino paga- le rispondo stizzita. A volte non riesco proprio a nascondere l'antipatia che mi provoca.

-Ragazze calma dai, è venerdì. Oggi è festa, fate le brave - poi rivolgendosi a Stefano dice- mi passi quella canna? Lucrezia amore mio prendi un paio di birre?

Cosi Boris accende la canna, apre due birrette e il lungo pomeriggio può iniziare.
Abbiamo deciso di rimanere un po' qui prima di andare all'Officina, giusto per scaldarci un po'.

Stefano è seduto vicino a me con la gamba appoggiata sul bracciolo della sedia.
Ha sempre un atteggiamento arrogante ma d'altro canto ogni ragazza che desidera cade ai suoi piedi e questo lo rende molto sicuro di sé.
Prende la canna fa un tiro e mi guarda avvicinandole labbra quasi a voler soffiare un bacio.
Lo guardo socchiudendogli occhi, fingendo indifferenza accavallo le gambe e giro la testa dall'altra parte.


Il gioco è iniziato!

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