19- Where do we go from here?

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Torna in camera con un vassoio e 2 caffè.
Prende il cellulare e fa partire una nuova canzone. Ma come conosce queste canzoni così perfette in questi momenti?

-Senti Amy?

-Cosa?

-Questa canzone. Si intitola "Where do we go from here?".Ovviamente conosci il significato di queste parole?

So cosa significa. Mi porge la tazzina di caffè, è ancora con la sola vestaglia addosso mentre io mi sono avvolta col lenzuolo ma siamo entrambi nudi. Dopo aver bevuto il caffè mi dà una sigaretta e prende il posacenere, allora chiedo stupita:

-Ma fumi in camera?

-Certo- afferma ridendo - te la sentiresti di uscire sul terrazzo con questo freddo? E...- mi guarda dalla testa ai piedi - nuda? - dice con un sorriso compiaciuto e istintivamente provo un certo piacere per questo.

-Beh non uscirei nuda, mi vestirei - la mia espressione diventa ammiccante- o non devo coprirmi?

-Oh no Amy, non devi mai coprirti. Comunque ho un sistema di areazione in camera- e guarda verso la parete dietro di me dove vedo una griglia - da lì arriva il ricambio dell'aria, quindi se fumiamo, l'impianto tirerà a sé il fumo e la stanza non avrà mai cattivo odore.

Resto sorpresa dalla modernità che c'è in questa casa, ma indubbiamente non mi sono ancora resa conto dove mi trovo.

-Ora accendi questa sigaretta?

Il suo sorriso in questo istante è qualcosa di indescrivibile. E' così contagioso.
Parla e ad ogni parola corrisponde un'espressione di serenità, accompagnata da una gestualità molto avvolgente. Mentre muove le mani i muscoli delle braccia e del petto si accentuano, sembra una visione fantastica. I ricci sono tutti arruffati e gli occhi emanano un bagliore tangibile. Anche mentre fuma sembra una divinità. Ho scoperto questa sera una realtà che mai avrei pensato potesse esistere: L'amore.

-Ehy Amy, pronto ci sei?- mi dice sventolando la mano davanti ai mei occhi.

-Sì scusa eccomi, ero un attimo in standby.

Accendo la sigaretta e mi pervade una strana curiosità. Come mai ha voluto vedermi dopo quello che è successo al bar. È uno strano cambio dirotta o forse i suoi sentimenti sono più forti del suo orgoglio. Non so perché ma penso che ci farà bene parlare di questo nostro momento intimo, così gli dico:

-Perché hai voluto che venissi qui stasera?

-Ah...Carlo non ti ha detto nulla?

-Detto cosa?- inizio a capire che forse non è stata affatto una buona idea parlarne, questa non è esattamente la risposta che mi aspettavo.

-Non importa, non era vero tanto- risponde cercando di evitare altri argomenti.

-Cosa Niccolò? Cosa?- Mi sento gelare improvvisamente: non capisco a cosa si riferisce. Carlo non mi ha detto nulla, non so niente.
Forse questa serata è stata solo una farsa, una forma di vendetta?

-No Niccolò, non puoi farmi questo.

-Ah io non posso fare...cosa? - il suo tono diventa quasi autoritario-Qui tra noi c'è qualcuno che è sempre stato uno stronzo. E, andando per esclusione, non sono io.

-Sì hai ragione. Ma sono stata onesta con te. Sai tutto di me, perché ora fai così?

-Perché stasera sono stato uno stronzo anche io.

-Continuo a non capire.

-Ok ora te lo dirò. Ho chiesto a Carlo se ti accompagnava qui perché volevo parlarti e chiudere questa situazione, non volevo rimanesse in sospeso.

-Giuro continuo a non capire. Hai chiesto a Carlo di portarmi qui, volevi chiudere - inizio ad alzare il tono della discussione- e invece mi hai scopato.

-NO, non ti permettere, non ti azzardare a definirlo così quello che abbiamo fatto.

-Ah no? E cos'era? Se volevi chiudere perché non l'hai fatto?

-E tu perché sei venuta? Ti ho chiamata puttana.

Non capisco perché il discorso stia prendendo questa strana piega ma dovevo aspettarmelo. Non posso essere così "stronza" e pensare di passarla liscia. Solo perché mi sto innamorando non vuol dire che lui non provi ribrezzo per lo schifo che sono stata e questa situazione ne è la prova. Quindi, avendo deciso di essere trasparente, rispondo:

-Sarò esplicita. Per anni ho chiuso il mio cuore e me stessa a qualunque sentimento per chiunque, sia in amore che in amicizia. Tu hai sbloccato qualcosa.

Questa mia affermazione lo spiazza e capisco la sua confusione: come si può credere ad una ragazza come me.
Cerco di portare il nostro confronto ad un livello più alto, in fondo io sto aprendo il mio cuore come non ho mai fatto e lui sta lottando contro la vocina interiore che gli consiglia di non fidarsi di me. Ma quello che c'è stato tra noi è stato troppo magico e reale per essere ignorato.

-Dimmi Niccolò, perché allora hai fatto l'amore con me?- mi alzo dal letto e inizio a camminare per la stanza completamente nuda. Ho questa sensazione di tranquillità con lui, non ho vergogna. Vedo il suo volto stranirsi. Risponde quasi balbettando:

-Io...io...ma ti fermi un attimo che con questo andirivieni mi gira la testa. Allora senti, io volevo scaricarti, Questa è la verità. Nonostante provassi dei sentimenti per te, poi...

-Poi osa è cambiato?- chiedo avvicinandomi al suo volto.

-Poi..poi– tenta di parlare ma continua a balbettare, e nel frattempo noto come il suo corpo sia cambiato nel momento in cui mi sono avvicinata, l'ho visto attraverso la vestaglia. Così allungo una mano e inizio a palpeggiarlo- Dimmi Niccolò, cosa è cambiato?

Si alza di scatto togliendo la mano:

-Ecco vedi, questo è cambiato. Ma tu non mi dai modo, non mi dai spazio.

-Cioè?

-Seitroppo...in tutto!

-Sì e vero, l'hai detto tu stesso oggi al parco: dovrai insegnarmi ad amare.

-Sei complicata. Sei un misto di passione e fragilità. Amore e perversione. Io..io non lo so se ce la faccio. Il mio mondo è semplice, troppo semplice rispetto al tuo.

-Vuoi tirarti indietro? Ho preso questa opzione in considerazione sin da quando ho varcato la soglia di casa tua.

All'improvviso squilla il mio cellulare, guardo lo schermo e vedo che è mio padre. Mi giro di scatto verso l'orologio, sono le 22.30. Gli avevo promesso che avremmo cenato insieme.

Rispondo al telefono:

-Ciao pà scusa ho fatto tardi.

-Tranquilla Amy, ho già cenato, volevo sapere se torni e ti devo lasciare la cena nel forno.

Ho messo il vivavoce, Niccolò ha sentito la domanda di mio padre.
Lo guardo, sarà la sua risposta a decidere se tornerò o meno a casa questa sera.



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