• 1° Capitolo:

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"Solo chi sogna, può volare!"
- Peter Pan -

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{5 anni dopo: 1° Giugno}

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*Sarah's Pov*

Ho sempre creduto alle favole.
Sin da quando ne ho memoria, mi è rimasto impresso il desideravo di vivere in una di quelle storie di cui amavo sentire raccontare da bambina e altrettanto leggere da ragazzina e tuttora. Talmente tanto da sognare di poter creare la mia, di favola, un giorno... costituita da tutte le persone della mia vita, da tutto ciò che mi è sempre stato più caro e da tutte le passioni che facevo germogliare col tempo. Questi sogni non sono mai svaniti dai miei pensieri, e al giorno d'oggi posso affermare che molti di questi si sono realizzati in così pochi anni da quando pian piano li iniziai a coltivare come semplici aspirazioni... che iniziarono a prendere importanza ogni giorno di più.

Perciò, sì.
Adesso sono felice.
La mia intera vita è felice.
Non quella felicità banale che la si prova quando prendi un bel voto a scuola o quando ottieni qualcosa che volevi e desideravi molto e da tanto.
Ma quella felicità unica, quella che senti al solo pensiero di ciò che fai e con chi la fai, dalle persone da cui sei circondato.
Io sono semplicemente felice, sempre; non c'è nessun motivo particolare, perché è un insieme di cose a suscitarmi questa sensazione di pienezza e soddisfazione che caratterizza ogni mia giornata, facendomela affrontare con un costante sorriso sulle labbra. E non mi opprimo dal mostrarlo, ogni volta che posso.

Per me, la mia vita è perfetta.
Nonostante sappia bene che la perfezione non esiste, che la si potrebbe considerare solo una concezione soggettiva, io non cambierei niente.
Quindi sì, per me, la mia vita è perfetta così com'è.
Ed è incredibile come, se solo ci si prova, quest'ultima ti sorrida luminosa. È stupendo quando riesci a fare le cose che più ti appassionano, restando insieme alle persone che più ami. Anche se non sempre nello stesso posto, come nel mio caso.

Ma ora, come ogni volta che riatterro in questa patria, mi risento nella mia seconda casa. Sì, seconda, perché la mia prima casa non è un posto e né un luogo: è qualcuno.

L'altoparlante annuncia i voli in partenza dai vari gate. Mentre noi siamo scesi da circa dieci minuti dal jet privato disposto appositamente dalle nostre famiglie, ed ora stiamo aspettando che ci vengano a prendere.

«Sono stanchissima.» Mormoro, sedendomi sopra la mia valigia dall'inconfondibile colore fucsia, che ben si distingue da quelle delle mie amiche, tutte quante con sfumature neutre.

«Anch'io.» sospira Alysha, imitandomi. «Stanno arrivando?» Chiede poi.

Chayra sbuffa seccata. «Dopo tutte queste ore di volo, quei tre potevano almeno essere puntuali.» Smanetta sul suo cellulare.

«Ma se hai dormito tutto il tempo, invece che parlare con me.» Esclama Alysha, ridacchiando.

«E poi, non per volertelo ricordare, ma non è che tu sia sempre puntuale.» Continua Clarity, facendo sbuffare la ragazza.

«Io? Ma senti chi parla!» Controbatte Chayra. «La ritardataria del gruppo per eccellenza!»

La nostra amica fa una smorfia buffa. «Mi appello alla facoltà di non rispondere.»

Le guardo sorridendo, alzando poi il volto alla mia destra. «Steph, li hai chiamati per dirgli che siamo atterrati?» Domando poi a mio fratello maggiore, che sta messaggiando al cellulare.

Potevamo anche chiamare un autista, ma loro hanno insistito per venirci a prendere.

«Sì.» Si solleva gli occhiali tra i capelli folti, che teneva abbassati sugli occhi soltanto per non essere riconosciuto, come invece era successo all'aeroporto americano. «John mi ha scritto che sono qua.» Mi risponde.

Insieme per Sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora