• 2° Capitolo:

51 3 0
                                    

*Jastin's Pov*

Due mesi.
Due fottuti mesi passati potendola vedere soltanto tramite uno stupido schermo, i quali, insieme ai differenti fusi orari a cui ci siamo dovuti adeguare a discapito delle ore perse di sonno, posso affermare che poche sono le cose che mi fanno impazzire dopo la dannata distanza tra di noi.
Quindi se adesso che ce l'ho finalmente di fronte a me non riesco a staccarle gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, la colpa non è mia.

Penso ripetutamente a questo, mentre osservo attentamente ogni suo movenza, come se stessi analizzando ogni dettaglio della sua perfetta figura. O come se la volessi sbranare interamente da un momento all'altro, a seconda dei punti di vista.

Sarah si porta indietro i lunghi capelli castani, mentre i soliti luminosi riflessi biondi naturali le rendono il bellissimo viso ancora più splendente. Si sistema poi la frangia ovale, che le contorna il volto rendendolo quasi infantile, più angelico di quanto non sia già sempre.
I suoi grandi occhi di un brillante verde-nocciola, quelli che non posso smettere di osservare, sono incentrati nei miei, mentre alza all'insù il suo nasino perfettamente simmetrico.

Non so se incantarmi di più per il modo così genuino con cui mi sta guardando, o per il modo in cui sta parlando, raccontandomi di tutto. Nonostante debba ammettere che molto di quello che sta dicendo mi sia sfuggito, a causa del movimento delle sue labbra e dall'attrazione che mi stanno suscitando. Quelle labbra che ho assaggiato tante volte e che posso gustare solamente io.

«Jastin, ci sei?» Mi richiama, e quasi sussulto quando mi distoglie dai miei pensieri, che riguardano sempre lei.

«Sì, scusami.» scuoto la testa, raddrizzandomi sulla sedia e schiarisco la voce. «Stavi dicendo?» Le chiedo.

«No, niente.» mi guarda con un lieve sorriso. «A volte ti imbamboli...» Si sporge leggermente, appoggiando le braccia nel tavolino in mezzo a noi, dove ci sono le coppette finite dei nostri gelati. «A cosa stavi pensando?»

Io cioccolato mentre lei nocciola e fragola; è sin da quando eravamo piccoli che prendiamo quasi sempre gli stessi gusti, quindi possiamo dire che siamo entrambi abbastanza abitudinari in certe cose.

Sorrido anch'io, avvicinando il mio viso al suo. «A te, ovviamente. Come sempre, d'altronde.» Rispondo sinceramente, ma sfoggiando quel sorrisino impertinente che so la faccia innervosire il più delle volte.

E infatti, come speravo, non ci vuole molto prima che le sue guance si colorino lievemente. «Ma tu lo fai apposta, però!» Esclama, ritirandosi e appoggiandosi allo schienale della sedia, incrociando le braccia e accavallando le gambe.

«Può darsi.» Mi mordo il labbro inferiore, guardandola.

«Comunque... ti stavo dicendo che mia madre mi ha consigliato di ritirarmi dalla scuola e assumere permanentemente un insegnante privato, almeno per il prossimo semestre, per evitare di fare tutte queste assenze, anche se le abbiamo sempre giustificate per motivi professionali.» Mi dice. «Le ragazze ci stanno pensando, ma non sono molto convinte.»

«E sono sicuro che non lo sei neanche tu.»

Si poggia allo schienale della sua sedia. «In realtà, penso che questa soluzione converrebbe, dato i progetti e i lavori in corso che abbiamo già fissato per i prossimi mesi, ma... non so.» Sospira, creando una smorfia di indecisione.

«Ma a te piace andare a scuola.» Aggiungo. «Per quanto sia strano ed insolito per un adolescente, eh.» Sorrido, vedendola alzare gli occhi al cielo.

Sarah continua a dire che questi sono anni importanti, che si ricorderanno con un sorriso una volta giunti al termine e passati avanti. Però so che la sua volontà di proseguire gli studi come ha fatto finora sia data anche dal bisogno di mantenere una parvenza di "normalità" nella sua quotidianità, spesso intaccata dalla sua carriera. Ma non si lamenta affatto, anche perché è ben consapevole della fortuna che possiede e del fatto che molti farebbero di tutto pur di essere al suo posto.

Insieme per Sempre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora