• 4° Capitolo:

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*Sarah's Pov*

È da almeno cinque minuti che provo a concentrarmi sulla visione del film che abbiamo messo per passare il tempo, ma mi è difficile mantenere l'attenzione, quando percepisco il suo sguardo fisso sulla mia figura.

«Lo schermo è là, proprio di fronte a te.» Gli faccio notare alla fine, rimanendo con lo sguardo fissato sul del televisore.

Lui continua a guardarmi. «Ma tu sei qua, proprio accanto a me.» Non distoglie nemmeno per un secondo quei suoi occhi cristallini che mi coprono la pelle.

Cerco invano di trattenere un sorriso alla sua affermazione. «Jastin.» volto di poco il volto verso di lui e poggio il mento sulla mia spalla. «Per caso, ci stai provando con me?»

A pochi centimetri da me, il suo sorriso birichino si allarga. «Assolutamente.»

Ridacchio. «Allora mi spiace, ma io vorrei continuare tranquillamente la visione, se tu me lo permetti.»

«No, non te lo permetto.» mi si avvicina maggiormente. «Preferisco di gran lunga disturbarti.»

Ma certo... solo perché questa volta ho vinto io la scelta per chi avrebbe deciso che film guardare. E avrebbe  saperlo che io prediligo i romance e le storie d'amore, al contrario dei suoi gusti. Non così tanto diversi, ma abbastanza da fargli storcere il naso ogni qualvolta il protagonista maschile si esprimeva con termini – parole sue – "talmente smielati da procurare un attacco di diabete alla povera ragazza che gli va persino appresso".

«Di questo, non ne dubitavo affatto.» Fingo un'espressione esasperata.

Jastin mi guarda un attimo con uno strano sguardo pensieroso, prima di raddrizzarsi sul posto e riportare gli occhi di fronte a sé. «Da domani non potremo più passare così tanto tempo insieme, noi due da soli.» Dice, con una palese aria di indifferenza.

Aggrotto le sopracciglia, girandomi poi completamente verso di lui. «Perché dici così?»

Jastin alza le spalle, ed una leggera smorfia gli contorna il viso, che però fa sparire subito. «Beh, con l'arrivo di quei ragazzi, penso dovremmo stare sempre con loro. Per farli stare bene, per farli sentire a proprio agio e per tutte quelle cose che avete continuato a ripetere per l'intera settimana.»

Trattengo un sorriso alla smorfia che gli è apparsa in volto. «Temi che non ti darò più le stesse attenzioni?»

Il suo sguardo si fa subito attento e pure contrariato. «Prima di tutto, alcuna presenza di terzi incomodi potrà mai minimamente ombreggiarmi in nessun modo. E poi...» mi manda un'occhiata di sbieco. «...non sto scherzando.» Afferma, prima che io scoppi a ridere per la strana serietà che gli si è impressa addosso alla mia domanda.

«Sono contenta del fatto che tu ne sia così sicuro.» Scuoto la testa in un gesto d'assenso, che viene visto male da lui.

Jastin alza un sopracciglio. «Non dovrei esserlo?» Assottiglia gli occhi.

Alzo le spalle, reprimendo un sorrisino a quello che sto per dirgli. «Sai, Chayra e Alysha pensano che i tre ragazzi siano davvero carini.» Lo provoco, sostituendo il termine con cui davvero li hanno definiti la prima volta che li hanno visti, che trascendono in volgarità.

«Ah, sì?» il suo tono si irrigidisce. «E tu cosa pensi, invece?»

Faccio spallucce. «Che dovrei pensare?» Che nessuno sarà arriverà mai alla tua bellezza. «Non sono male, anzi. Ma il mio è un parere unicamente oggettivo.» Aggiungo, dopo aver notato l'occhiata affilata che mi ha lanciato.

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