• 5° Capitolo:

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“Le prime impressioni sono molto importanti.”
- James Matthew Barry -

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*Sarah's Pov*

«Ancora non capisco come avete fatto a convincerci ad alzarci a quest'ora.» Si lamenta mio fratello, sbadigliando rumorosamente.

«Perché non vi abbiamo convinto, ma vi abbiamo direttamente buttati giù dal letto, è diverso.» Gli ricorda Clarity, con un po' di orgoglio.

«Ah, vero.» svolta gli occhi, lanciandoci un'occhiataccia. «Infatti sento ancora dolore alla schiena.» dice, facendo una buffa smorfia, che mi fa ridere, pensando al modo in cui li abbiamo svegliati pur di farci accompagnare in aeroporto «A te non fa male qualcosa, Jastin?» Chiede al mio ragazzo, che sembra non lo stia neanche ascoltando; ha gli occhi chiusi e la testa poggiata alla mia.

«Mmh...» Mugola il citato, restando lì dov'è.

«Bene, quello dorme ancora. Ma spiegatemi una cosa: perché sono venuto anch'io quando potevo benissimo stare bello comodo nel mio letto o restare in macchina con gli altri? Bravi loro che non sono voluti scendere.» James emette uno sbadiglio.

«Perché non mi potevi lasciare solo con quei tre tipi. E poi, in effetti, non ci siamo alzati così presto per aspettare qui un'ora.» Risponde Jastin, con aria assonnata.

«Presto? Sono le otto di mattina, mica l'alba.» Risponde ovvia Alysha, ma lui la ignora e si mette di nuovo in una buona posizione su di me, come se fossi un cuscino. Beh, non che mi dispiaccia sentire il suo calore avvolgermi, anzi.

«È estate, per noi questa è l'alba.» Ribatte Jastin, aprendo i suoi begli occhi azzurri, che si rivolgono subito ai miei.

«Allora, siamo messi bene.» Sbuffa divertita la mia amica boccolosa.

«L'aereo dovrebbe atterrare ora, quindi dobbiamo solo aspettare che arrivino.» Avviso, controllando l'orario dall'orologio rosa che tengo sempre al polso sinistro.

Sussulto impercettibilmente appena sento Jastin inspirare con il volto nascosto tra i miei folti capelli. «Spero tu stia comodo.» Mormoro, con un piccolo sorriso che non può vedere, mentre gli afferro gli avambracci e appoggiandoci la guancia.

«Mh-mh.» risponde in un verso. «Lo sai di essere incredibilmente morbida?» Mi sussurra, inconsciamente con un tono basso all'orecchio. Mentre preme un polpastrello sulla mia guancia, in un gesto che mi crea una scia di brevi e veloci brividi lungo la colonna vertebrale.

Nascondo il rossore, che sicuramente mi ha creato, tra le braccia che mi cingono. «Con questo, stai insinuando che sono in sovrappeso?» Assottiglio gli occhi.

Lo sento emettere un risolino. Mi stringe poi di più a sé, facendo scendere un braccio sulla mia pancia piatta dove lascia una carezza sopra il tessuto bianco della maglietta che ho addosso. «Sarebbe troppo sdolcinato se ti dicessi che, in tal caso, non mi cambierebbe nulla e ti amerei lo stesso?» mi deposita un piccolo bacio sulla tempia, che non fa altro che far ampliare il sorriso che stavo cercando di nascondere per non farmi notare troppo dagli altri.

Scuoto la testa con un lieve sorriso. «Affatto, anche perché non penso tu sia capace di far uscire dalla tua bocca qualcosa che si avvicini anche poco alla sdolcinatezza.» Semmai, tutto il contrario.

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