• 10° Capitolo:

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"Forse la più grande avventura di tutti è stata quella di aver a lungo perso il tempo di andare a letto."
- James M. Barrie -

°

*Sarah's Pov*

«Il numero che sta chiamando non è, al momento, raggiungibile. La invitiamo a riprovare più tardi...»

Sbuffo e metto giù l'ennesima chiamata, prima che suoni il "bip" per lasciare un messaggio vocale in segreteria. Non saprei se io debba iniziarmi a preoccupare perché ci siamo persi in mezzo alla marea di persone presenti in piazza, in frastuono tale da non sentire i cellulari squillare, o se dovrei innervosirmi per il probabile scherzo che ci hanno fatto. E protendo più per la seconda ipotesi.

«Quindi?» Mi chiede mio fratello, mandando anche lui un altro messaggio senza ricevere risposta per poi posarsi il telefono nella tasca posteriore dei suoi jeans chiari. E così da almeno dieci minuti.

«Ancora nulla, squilla ma nessuno risponde.» Controllo ancora i tanti messaggi inviati ma non visualizzati. Sospiro, notando il tardo orario sull'orologio al polso. «Tra poco scatterà la mezzanotte e noi ci siamo divisi...» Mormoro poi dispiaciuta, continuando a guardarmi intorno ma non intravedendo nemmeno una faccia conosciuta. Mi rassegno, posando il telefono nello zainetto rosa pallido dietro la schiena.

«Tranquilla, spunteranno fuori prima.» Mi rassicura James, per nulla preoccupato, a differenza mia. «O magari saranno ritornato in villa.» Ipotizza, il che però mi sembra improbabile. Non avrebbero avuto alcun motivo di ritornare a casa a quest'ora, almeno non senza avvisarci.

«Ma nel caso, ci avrebbero avvisati. E invece sono scomparsi nel nulla!» Non riesco a pensare a nessuna ragione per cui siano tutti quanti irrintracciabili, dato che ormai penso abbiano notato la nostra assenza. Ci saremmo dovuti incontrare almeno una quindicina di minuti fa e invece, al solo arrivo di James, sembrano essere spariti pure Gabriel e le mie amiche che mi erano a pochi passi di distanza. Sì, questo sarà sicuramente uno scherzo! E ci starei pure al gioco, ma non proprio in questo momento, quando manca così poco alla mezzanotte...

«E tu che vai ancora appresso a loro.» si alza dal muretto in cui era seduto. «Ora noi ritorniamo a casa, e se li troviamo là sarà peggio per loro, ma se non sarà così allora meglio per noi.» Inizia a trasportarmi dalla parte opposta al solito punto di incontro in cui ho insistito per continuare ad aspettarli inutilmente. «E, in quest'ultimo caso, potremmo anche andare a dormire a casa nostra.» propone poi. «Papà starà lavorando nel suo ufficio e mamma sicuramente starà facendo lo sforzo di restare sveglia fino a mezzanotte per farci gli auguri.» Aggiunge, non contando i ragazzi, dato che pure loro tre sarebbero dovuti arrivare nel luogo stabilito per il solito incontro. Riguardo a John e Josh qualche possibilità di ritardo l'avevo messa in conto, ma non della puntualità di Stephen. Ma mai avrei pensato che avrei dubitato della loro assenza. Sull'assenza di tutti, in realtà. Perfino di quelli che sono stati con me fino a poco prima che si smaterializzassero!

«Già...» e nonostante il mio umore non sia proprio al massimo questa sera, le parole di James mi fanno sfuggire un lieve sorriso. «Sempre che almeno loro due ci siano, e non siano scomparsi pure loro chissà dove.» Mi imbroncio.

Mi poggia un braccio intorno alle spalle, tirandomi a lui. «Ma comunque non ti preoccupare che escogiteremo un bel modo per vendicarci come si deve.» Il suo sorrisetto si trasforma in un ghigno che mi fa intendere che già a qualcosa a pensato.

Scuoto la testa. «Adesso non mi fare preoccupare pure tu.» La maggior parte delle volte, le idee che gli vengono in testa sarebbero meglio non essere ricordate, specialmente se unite allo "straordinario" ingegno di Josh, e il peggio è che persistono fino alla riuscita. Sul cellulare, ho una cartella piena che riguarda i loro scherzi, e i più divertenti sono quelli fallimentari. Eh già sono proprio uno peggio dell'altro.

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