STEVE
Erano passati giorni dalla notizia della ripresa di Natasha, ma nonostante tutto non si era ancora risvegliata.
Cominciavamo tutti a perdere la speranza, soprattutto Tony e Bruce, che avevano capito che non si sarebbe svegliata così facilmente.
Wanda era ostinata e sperava che lei si svegliasse, era forse la più speranzosa di tutti noi, ma ogni tanto sembrava mollare e crollava in lunghi pianti.
«Non capisco... stava migliorando!» urlai, sbattendo un pugno sul tavolo.
«Ne eravamo sicuri, Steve... mi spiace, ma se non si sveglierà nelle prossime ventiquattro ore dovremo lasciarla andare» sospirò Tony, allontanandosi.Wanda si alzò dal divanetto e mi diede un colpetto sulla spalla.
«Ci ho sperato anche io» mormorò, seguendo Vision fuori dalla stanza.
Lui gli mise il braccio intorno alle spalle e la strinse a se, provando a tirarle su il morale ma senza riuscirci. Lei si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lasciò andare qualche lacrima. Mi fece un cenno con la testa e un sorriso triste prima di scomparire con il suo ragazzo, mentre Thor e Bruce lasciavano la stanza.
Ben presto rimasi da solo, tenendo la mano di Natasha e affondando il viso nel suo petto, lasciandomi andare in un pianto disperato.
«Mi avevi promesso di rimanere con me... che ti saresti svegliata» piansi, singhiozzando.
Tenni la sua mano stretta nella mia, toccandole il palmo e le sue bellissime e lunghe dita.
Non riuscivo a credere in ciò che stavo vivendo. Avevo perso Peggy e stavo per perdere Natasha. Ero entusiasta di vivere una vita con lei, che fosse stata con figli o solo noi due. Mi bastava solo averla al mio fianco.
Riuscivo ancora a sentire il suo profumo quando si svegliava la mattina, sempre prima di me. A volte avevo la sensazione che non dormisse affatto, che rimanesse sveglia per tutta la notte vegliando su di me, e finalmente ne avevo la conferma.
Aveva un sorriso che mi faceva andare di matto, bastava solo una sua occhiata per calmarmi. Bastava un solo bacio per farmi pensare alla meravigliosa vita che avremmo potuto vivere insieme.
Sognavo spesso la nostra vita assieme: avremmo potuto vivere in una villetta fuori città, oppure viaggiare per il mondo per visitarne ogni angolo, anche quello più nascosto.
L'avrei portata ovunque, a patto che lei stesse con me e spendessimo il resto della nostra vita insieme. Le avrei chiesto di sposarmi, le avrei donato l'anello che meritava e l'avrei sposata davanti a tutte le persone a noi importanti.
Ci saremmo scambiati i voti e avremmo promesso di vivere insieme per sempre, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà.
Ma improvvisamente la luce alla fine del tunnel su affievoliva; la speranza che si sarebbe svegliata e che avremmo vissuto la nostra vita insieme scomparivano lentamente.
Dopo quel lungo momento di riflessione mi alzai e raggiunsi gli Avengers in sala riunioni.
«Hey, Peter...» mormorai, sorpreso di vedere Spider-Man davanti a me.
Anche se doveva unirsi alla squadra diverso tempo prima era stato occupato e Tony l'aveva praticamente costretto a non ritirarsi dalla scuola.
«Ciao Steve... Tony mi ha raccontato tutto, mi spiace molto.»
Mi abbracciò e per un attimo riuscii a percepire un singhiozzo.
«Uhm... io vado in palestra, se mi cercate. Se succede qualcosa venite a chiamarmi, per favore.»
Camminai fino alla palestra della Stark Tower e mi cambiai nello spogliatoio. Lasciavo sempre in cambio per allenarmi da Tony, così mi sfilai la felpa e la appesi.
Mi tolsi la maglietta e indossai una canottiera bianca, poi mi slacciai le scarpe e le appoggiai sotto la panca di legno. Cambiai i pantaloni e indossai delle scarpe sportive, poi tornai nell'atrio per fare un po' di box e lasciare che la mia adrenalina scomparisse.
«Steve, tutto ok?» mi chiese Tony, comparendo circa un'ora dopo.
«Si, si certo» ansimai dopo l'intenso allenamento.
«Voglio solo parlarti dei rischi che corriamo... con Natasha» disse, sedendosi sulla panca accanto a me.Mi porse una bottiglietta d'acqua, che aprii e finii in qualche minuto, poi riprese a parlare.
«Io e Bruce stavamo pensando a quello che le è successo e... crediamo che le possibilità che lei si risvegli stiamo scendendo sempre di più.»
«Cosa significa?»
«Che dovresti pensare a cosa fare nel caso non lo facesse mai» mormorò, porgendomi una brochure.
«Pompe funebri?» esclamai, sorpreso.
«È solo per precauzione.»Sospirai e mi asciugai la fronte dal sudore per lo sforzo intenso.
«Tony, sii sincero con me. Qual è la percentuale di probabilità che si risvegli?»
Non rispose alla domanda per qualche secondo: al contrario si mise a fissare il pavimento.
«Il cinque percento. Ecco, non ti ho mentito.»
Mi strofinai la faccia con le mani, senza parlare o fare alcun suono.
«Mi spiace.»
Prima di andarsene mi abbracciò, facendomi sentire tutto il suo affetto e dispiacere. Quando uscì tornai nello spogliatoio e mi feci una doccia, sperando di riuscire a calmare tutte le emozioni turbolente che mi stavano travolgendo in quel periodo.
WANDA
«Stai bene?» mi chiese Vision, mentre preparava da mangiare.
«No...» sussurrai, appoggiando i gomiti sul bancone della cucina e mettendomi le mani nei capelli. «Come posso stare bene? La mia migliore amica sta per morire e io non so cosa fare!»
«Non puoi fare nulla, Wan. Adesso è totalmente compito di Nat. Se non si è ancora svegliata è perché non ha la forza di farlo o non lo vuole fare, magari.»Il suo accento mi mandava fuori di testa. Alzai lo sguardo e gli sorrisi per rassicurarlo, ma dentro stavo morendo.
Era come se fossi stata infilzata da mille coltelli, piombati dritti nella mia schiena come se nulla fosse.
«Wanda, che ne diresti se stasera andassimo al cinema? Solo io e te, sarà piacevole. Voglio che ti distragga, non voglio che tu stia così giù.»
«Uh, va bene... se proprio ci tieni. Basta che il film lo lasci scegliere a me.»Lui servì i piatti in tavola e ci sedemmo uno davanti all'altro, discutendo del nostro futuro.
«Ti sposerò.»
«Se ne sei così convinto...»
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The first time || Natasha Romanoff & Steve Rogers
Fanfiction[In REVISIONE] La cosa che mancava di più a Natasha Romanoff era l'adrenalina, la determinazione, la forza che provava e sentiva nelle vene tutte le volte che cercava di finire una missione. Ma soprattutto, le mancavano i suoi amici, i suoi collegh...