Eravamo pronti per l'azione. Finalmente sentivo ancora l'adrenalina scorrere nel mio sangue e l'emozione di essere finalmente tornata in gioco.
«Ci vediamo giù. Buona fortuna.»
Steve si allontanò alla svelta, poi ricominciò a parlare e a condurmi verso i corridoi e le stanze del KGB.
«Due uomini davanti a te» disse nella cuffietta.
Cominciai a correre: non ho mai creduto che facendo silenzio si riuscisse ad arrivare a qualcosa.
Presi tra le mani il collo di uno dei due, poi gli diedi la scossa. Mentre il primo aveva delle convulsioni saltai sull'altra guardia, che aveva tentato di fermarmi, fallendo.
Con un salto incastrai la sua testa tra le mie ginocchia e feci una capriola per buttarlo a terra. Estrassi le pistole e le puntai su entrambi. Poi, proprio come avevo fatto agli allenamenti, sparai.
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Steve mi aveva detto di essere arrivato nel laboratorio e di star aspettando fuori dalla porta il mio arrivo, quindi accelerai la corsa.
Avevo incontrato poche persone, ma quelle che vedevo non potevo risparmiarle. Qualcuno ricordava ancora il mio viso, e prima che li colpissi sussurravano sempre il mio nome.
Sentivo che da quando avevo rimesso piede in quel luogo qualcosa di me era cambiato. Avevo una voglia repressa di uccidere, era come se fossi tornata la Natasha che avevano addestrato anni prima, la stessa Natasha che avevo cercato di cambiare e poi dimenticare.
«Ok, sono arrivata anche io» mormorai, prima di saltare addosso ad un uomo che parlava al telefono.
Gli strinsi una corda al collo e lo buttai a terra, poi prendevo la pistola e sparavo, mirando dritto alla testa. Non avevo poi pietà per nessuno, quel posto mi aveva resa una Natasha senza sentimenti e gli avrei restituito il favore.
«Ti sei già occupato delle telecamere?» chiesi, camminando attraverso un buio e stretto corridoio.
«Si, appena sono entrato. Tra non molto si accorgeranno del malfunzionamento, dobbiamo sbrigarci.»Mi ritrovai faccia a faccia con il Capitano, che mi fece un sorrisino e aprì con un calcio la porta per il laboratorio.
Subito presi la pistola e sparai, ma questa volta verso l'alto. Dovevo generare paura prima di compiere la carneficina.
«Ci penso io a loro, vedi se riesci a trovare qualcosa» dissi a Steve, camminando tra i tavoli da lavoro e le boccette riempite da liquidi colorati.
Guardai attentamente ogni uomo e donna che si erano buttai sul pavimento e feci un sorriso vendicativo.
«Na-Natalia?» chiese uno degli uomini, guardandomi bene in faccia.
Gli puntai la pistola tra gli occhi e gli intimai di rimanere in silenzio.
«Natasha. Sta' zitto o sparo.»
Lui si ricompose immediatamente e si rannicchiò sotto un tavolo, quindi procedetti con il mio giro.
Uno tra tutti gli scienziati si alzò di scatto ed estrasse un'arma, poi sparò. Il proiettile era indirizzato a me, e aveva preso la mira bene: sentii il proiettile entrare nella mia coscia, e il sangue uscire a dismisura.
Tuttavia, non provavo dolore. Provavo solo rabbia, rabbia e voglia di vendicarmi verso quel posto che mi aveva fatta diventare chi non ero e mi aveva privata delle cose più care che possedevo.
«Nat!» esclamò Steve, sentendo il colpo di pistola e vedendo il sangue uscire da quel piccolo buco che avevo nella gamba.
«Sto bene, Cap, continua a cercare» lo minacciai, con l'ira negli occhi.
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The first time || Natasha Romanoff & Steve Rogers
Fanfic[In REVISIONE] La cosa che mancava di più a Natasha Romanoff era l'adrenalina, la determinazione, la forza che provava e sentiva nelle vene tutte le volte che cercava di finire una missione. Ma soprattutto, le mancavano i suoi amici, i suoi collegh...