Capitolo 4

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Enola aveva deciso che si sarebbe recata subito alla tenuta di Basilwether, ma che lungo il tragitto si sarebbe fermata nelle varie tenute che aveva individuato come possibili bersagli per i due malviventi.
Poco prima di mettersi in cammino, fece una raccolta di provviste, prese tutti i soldi che aveva e naturalmente ciò che le aveva donato la madre prima di andarsene, e mise tutto all'interno di un piccolo bagaglio e in qualche tasca. Poi salì sulla prima carrozza diretta nella direzione in cui desiderava andare. Lungo il tragitto, si fermò nelle varie tenute, come si era promessa di fare, per interrogare le varie famiglie. Almeno a quanto sostenevano, fino a quel punto nessuna di esse era mai entrata in contatto con i due soggetti. Per cui proseguì.
Quando fu giunta la sera, decise di fermarsi in un ostello.
Quando la mattina dopo si svegliò, decise subito di andare ad acquistare i suoi soliti giornali e di prendere un tè prima di ripartire. E così fece. Non aveva trovato nessuna novità. Quando uscì dalla sala da tè, decise di gironzolare un po' per le bancarelle del mercato prima di ripartire. Comprò qualche indumento per camuffarsi, poi notò un cappello appeso ad una bancarella, perfetto per ultimare il suo completo da gentiluomo. Proprio quando stava per chiedere all'anziana mercante quanto costasse il cappello in questione, venne spinta da dietro. Quando si voltò, notò un ragazzo che stava scappando nella direzione opposta. Voltandosi di scatto, notò che sempre quel ragazzo aveva appena rubato il cappello che tanto desiderava acquistare.
«Ehi! Quello era il mio cappello! Razza di idiota...» esclamò Enola un attimo prima di corrergli dietro. Quando lo raggiunse, il ragazzo entrò in un negozio per poi uscirne in un'altra strada, così Enola trovo il modo di tagliare per un altra stradina interna, e si ritrovò il ragazzo davanti, come si aspettava.
«Dove vai?»
«Lasciami stare»
«Aspetta un attimo...non sei l'unica a vestirti da maschio per camuffarti, lo sai?» rise Enola.
«sssshh! Stanno arrivando»
«chi sta arrivando?» chiese Enola stupita.
Non fece nemmeno in tempo a domandarlo, perché sentì subito una voce poco distante da loro gridare un «ECCOLA LÌ!!!»
Non appena la ragazza misteriosa udì queste voci, tirò Enola per il braccio e la condusse all'interno di un piccolissimo negozio per nascondersi dai due inseguitori.
Quando entrambi gli uomini si allontanarono, Enola vide la ragazza fare un sospiro di sollievo.
«Chi sei»
«Non ti riguarda»
«Da chi scappavi»
«Mi stai forse interrogando?» rispose la ragazza con fare impertinente.
«Mi hai chiusa qui dentro con te, mentre stavi scappando da due furfanti. Credi forse che non meriti delle spiegazioni, razza di idiota?»
«Esattamente, razza di gallina»
«ADESSO SAREI IO LA GALLINA, QUI?! COME OSI...»
«Chi c'è lì?!» fu la voce ad interrompere Enola e la misteriosa ragazza fuggitiva nella loro lite.
«Ci scusi, ce ne andiamo subito» rispose prontamente Enola.
Questa volta fu lei ad afferrare l'altra per il braccio e a condurla fuori.
«Senti. Non ho tempo da perdere. Non mi importa niente di te, quindi fai quello che credi, non sarai di certo tu a ostacolarmi dal mio caso»
«Il tuo caso?!»
«Niente che ti riguardi!» Enola imitò la ragazza.
«A mai più, gallina» fece un cenno con la testa, Enola, prima di superare la ragazza e dirigersi verso la carrozza che stava aspettando.
«oh...quasi dimenticavo»
Si girò di nuovo verso l'altra, e con un falso sorriso le tolse il cappello dalla testa.
«L'ho pagato profumatamente. Addio» sollevò una mano in gesto di saluto e poi si avviò di nuovo verso la carrozza. Si lasciò dietro la fuggitiva, incredula e infuriata.

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