Capitolo 10

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Enola si era dimostrata forte davanti a tutti i presenti nella tenuta di Basilwether. Ma la verità era che Enola non si era mai sentita più debole in vita sua. Era semplicemente distrutta dentro. Come aveva potuto? Come aveva potuto, Tewkesbury, andarsene di nuovo? Aveva lasciato sola sua madre, ancora una volta. Se anche lei avesse avuto la possibilità di vivere con sua madre, non se ne sarebbe andata mai! Tutto ciò la opprimeva. Perché la cosa che le faceva più male, in realtà, era che lei non gli era mai stata vicino come avrebbe dovuto. Non lo aveva quasi considerato. Raramente rispondeva alle sue lettere, e non aveva mai accettato ad incontrarlo quando lui glielo aveva chiesto tanto dolcemente. Certo, uno dei motivi per cui diceva sempre di no era perché effettivamente era sempre stata molto impegnata, ma c'era qualcos'altro. Qualcosa che la opprimeva e la devastava da molto tempo. La verità era che Enola aveva capito di essersi legata fin troppo al giovane marchese, e non era pronta per spingersi tanto avanti. Non era mai stata brava ad instaurare legami con le persone, specialmente con i maschi. La madre stessa le aveva insegnato a stare lontana dai ragazzi, e a seguire la propria strada. Era convinta, quindi, che avrebbe dovuto almeno provare ad allontanarlo, e a dimenticarlo. Non voleva neanche farlo soffrire, e probabilmente prima o poi sarebbe successo a causa sua, quindi aveva deciso di stargli alla larga per il bene di entrambi. Ma per quanto si sforzasse, aveva iniziato a capire che non avrebbe potuto reggere ancora per molto. Era diventato troppo importante per lei. Si sentiva come se le mancasse l'aria, come se non riuscisse più a risalire dal fondale del mare, come se fosse immobilizzata dalle sabbie mobili, e lei scendesse sempre più giù, più giù... più giù. Credeva di impazzire. Anzi, forse pazza lo era già, pensando a tutto questo mentre camminava verso casa. Voleva soltanto stendersi un attimo sul suo letto, per schiarire le idee, rigenerarsi. Ma quando finalmente giunse davanti alla porta di casa, non si rilassò per niente. Oh, no...affatto!
Sgranò gli occhi non appena vide un pezzo di carta piegato e infilato per metà sotto la porta. Con dita tremanti lo raccolse e tentò di aprirlo. Quando ci riuscì, capì immediatamente di chi fosse la scrittura. "Tewkesbury..." pronunciò Enola con un fil di voce e il cuore a mille.
Si fece coraggio ed iniziò a leggere.

“Cara Enola, se stai leggendo questa lettera, probabilmente avrai saputo della mia scomparsa e ti sarai anche messo in quella testa cocciuta che ti ritrovi di trovarmi...beh, spero tu lo faccia, se davvero lo vuoi. Purché tu ci riesca, ovviamente ;-). In ogni caso, vorrei che avvisassi mia madre che sto bene, e che deve capire per quale motivo abbia fatto questa scelta. Non ce la facevo proprio a sopportare il pensiero di dover sposare, un giorno, una donna che non amo, specialmente se in realtà una persona la amo già. Spero possa capire anche tu...
Tuo,

Tewkesbury”

Con ancora le lacrime agli occhi e la voce tremolante, Enola si portò la lettera al cuore e si liberò, finalmente, singhiozzando. Si lasciò scivolare a terra, con la schiena sulla porta.

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