Capitolo 22

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Quando rimase solo in quella cabina, decise di uscire e raggiungere le ragazze nell'altra. Quando vi entrò, le trovò ai due opposti, per stare il più lontano possibile l'una dall'altra. Rise a quella visione: sicuramente era stata opera di Enola. Ci avrebbe messo la mano sul fuoco. E, senza indugi, si diresse proprio verso quest'ultima. Si sedette accanto e la sentì irrigidirsi accanto a lui. Sorrise di nuovo. Era davvero stupenda.
«Cos'hai da guardare, Tewkesbury?!» chiese lei agitata e ironica.
«Niente. È che sembri...nervosa. E sei carina anche in questo caso» sorrise divertito, ma sincero.
La vide sgranare gli occhi e le sue guance imporporarsi. La ragazza però continuò a guardare davanti a sé, senza mai incrociare il suo sguardo. Ciò lo divertì ancora di più.
«Oh, insomma! Finiscila!»
«Hahahaha! Scusa è che...sei buffa quando...»
«Quando...?!»
«Quando ti imbarazzi per i miei complimenti» concluse lui.
«Cosa?! Scherzi, per caso?»
«Mai stato più serio» sorrise lui.
«Tu ti credi troppo importante, Tewkesbury»
«Lo sono» sorrise lui, facendo scoppiare a ridere anche la ragazza.
«O almeno lo vorrei essere...per te...» aggiunse sussurrando, sospirando affranto.
«Cosa?» chiese lei.
«Niente. Non importa»
La ragazza lo guardò, incuriosita. In realtà, aveva capito perfettamente, nonostante non fosse l'intento di Tewkesbury farsi ascoltare.
«Tieniti i tuoi segreti» affermò voltandosi dall'altra parte, fingendo il broncio.
«Vai l'arrabbiata, adesso?»
«Non dovrei esserlo?»
«Assolutamente no!» rispose lui.
«Beh se lo dici tu, stupido Marchesino di Basilwheter...»
«Stupido Marchesino?» chiese lui, inarcando il sopracciglio.
«Si. Adesso taci, Tewkesbury. Vorrei dormire»
«Come siamo suscettibili, oggi...»
«Meglio suscettibili che irritanti, Tewkey»
«Tewkey?!»
«Buon riposo» sorrise lei maliziosa, per poi girarsi dall'altra parte e chiudere gli occhi, fingendo di appisolarsi.
Il ragazzo la guardò per qualche secondo, perplesso. Poi si arrese e lasciò perdere. Quando sentì i suoi respiri divenire sempre più lenti e profondi, capì che si era addormentata sul serio. Non fece a meno di sorridere a vederla dormire come un angelo, e mai come in quel momento avrebbe voluto baciarla. Si tolse la giacca e gliela poggiò sopra, a mo' di coperta, per tenerla al caldo, e giurò di averla vista sorridere.

Enola aveva deciso di fingere di dormire, e alla fine stava per addormentarsi sul serio. Era entrata in una fase di dormiveglia, per cui poteva percepire ciò che accadeva attorno a lei. Quando sentì le braccia di Tewkesbury coprirla con qualcosa e tenerla al caldo, non fece a meno di sorridere. Era così dolce quando si preoccupava per lei...in effetti, il ragazzo si prendeva sempre cura di lei. E arrossì rendendosi conto solo in quel momento di quanto il ragazzo tenesse a lei, e, per quanto avrebbe potuto cercare di negarlo all'infinito, viceversa. Si. Lei teneva a Tewkesbury più di qualsiasi altra cosa (oltre a sua madre, naturalmente). 
«Stai fingendo, non è vero?» sussurrò Tewkesbury, avvicinandosi al suo orecchio. Dei brividi le percorsero la schiena. La ragazza si irrigidì, sia per la sua vicinanza che per quello che le aveva appena detto. Ma non si mosse. Decise di continuare a fingere, forse ci sarebbe cascato.
«Mh...continui eh? Lo sai che non sono un completo idiota»
Continuò a stare ferma.
«Va bene. Lo hai voluto tu»
E così dicendo iniziò a solleticarle la pancia, facendole sgranare gli occhi per poi farla scoppiare a ridere.
«AH AH AH basta!» rise Enola provando a divincolarsi.
«No! L'hai voluto tu!» rise ancora il ragazzo, solleticandole ancora la pancia, sporgendosi su di lei.  Quando Enola sentì il ragazzo smettere, aprì gli occhi e smise di ridere, con ancora il fiatone. Se lo ritrovò sopra di lei, le sue  braccia che ai lati della propria testa. Improvvisamente incrociarono lo sguardo, e si persero l'uno negli occhi dell'altro.
Rimasero in quella posizione per talmente tanto tempo da non rendersi conto che il treno aveva iniziato a frenare: così infatti il ragazzo perse l'equilibrio e stava quasi per cadere, quando Enola lo spinse sul sedile per salvarlo, cadendo su di lui subito dopo. Per quelle che parvero ore, si guardarono negli occhi, così intensamente che avrebbero potuto entrambi bruciarsi sotto lo sguardo di quello davanti. Fu Enola quella a distoglierlo per prima, non riuscendo a nascondere l'imbarazzo e il nervosismo che provava quando era vicina a quel ragazzo.
«Ehm-ehm» si schiarì la voce Enola.
«Dovremmo scendere» continuò uscendo dalla cabina, frettolosa.
«Aspetta!» esclamò Tewkesbury, inseguendola.
Mary alzò gli occhi al cielo, sempre più stanca di quei due. Mille pensieri le passavano per la testa. E se quella ragazza non provasse davvero qualcosa per Tewkesbury? Se si fosse sbagliata ad insinuare che anche Enola avesse dei sentimenti per lui? Certo, dal modo in cui Tewkesbury guardava quella ragazza, poteva di certo affermare che Enola invece non fosse affatto indifferente al ragazzo. E lei? Lei cosa provava? Quel ragazzo era stato l'unico ad accettarla per la prima volta dopo tutti quegli anni...perfino quello che lei definiva "padre" la trattava come uno straccio. Tewkesbury invece l'aveva accolta, nonostante nemmeno la sua presunta amata non volesse, e l'aveva trattata dolcemente, a differenza dell'altra. Quindi si, decisamente lei provava qualcosa per Tewkesbury.
«Mary!» la voce del ragazzo la richiamò sulla terra.
«Arrivo!» esclamò raggiungendolo. Quando incrociò lo sguardo col suo, le sorrise, e lei lo fece di rimando. Era davvero un ragazzo fantastico.

Enola ribolliva di rabbia.
Quei due erano impossibili. Possibile ci mettessero così tanto a muovere un passo?
«Allora? Vi muovete?!»
«Che c'è...sei impaziente?»
«Esattamente» rispose Enola acidamente, rivolta alla ragazza che in quel momento sembrava avvinghiata al braccio sinistro di Tewkesbury. Non poté sopportare oltre.
«Io vado a cercare degli altri vestiti. Voi continuate pure la vostra camminata romantica!» esclamò irritata, scandendo con rabbia parola per parola.
«Aspetta! Io...» si avvicinò il ragazzo.
«No, ti prego, Tewkesbury! Rimani qui a proteggere la tua amata!»
«Ma-» si interruppe vedendo Enola voltarsi di scatto, con un'espressione adirata stampata sul volto. Fece per raggiungerla, ma Mary lo trattenne.
«Lasciala andare...forse ha bisogno di stare da sola» consigliò la ragazza, sorridendogli. Il ragazzo annuì poco convinto, seguendo l'altra con lo sguardo, vedendola allontanarsi sempre di più da lui.



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