Capitolo 16

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Enola si voltò, e si avvicinò alla porticina che le avrebbe permesso di uscire dalla casetta e scendere quindi dall'albero.
«V-vuoi che vada prima io?» chiese Tewkesbury.
«I-io...no. Sai che ce la faccio da sola»
«Oh, su questo non avevo dubbi...» sorrise timidamente il ragazzo.
«...ma pensavo...di poter essere gentile una volta. Insomma...un gentiluomo» continuò.
«Ah si? Lo stesso gentiluomo che non si era nemmeno degnato di ringraziarmi quando ti ho salvato la vita da quel folle che ti dava la caccia?» chiese lei, ironica.
«I-io...i-insomma...m-mi...mi dispiace, io - »
«Sto scherzando, idiota!» rise Enola dandogli un leggero pugno sulla spalla.
"Quanto è bella quando sorride..." constatò Tewkesbury, per poi scacciare via quei pensieri dalla testa.
Decise di seguirla e scendere al più presto da quell'albero. Si aspettava un finale diverso, certo, o più che altro ci sperava. Ma sorrise, il giovane Tewkesbury: non si sarebbe certo dato per vinto.  E poi, l'avrebbe sempre amata nonostante tutto. Enola era magnifica, e anche se lo avesse rifiutato, avrebbe continuato a tenere un posto per lei nel suo cuore. Sorrise al solo pensiero, e poi la guardò camminare: così spensierata, così all'apparenza sicura di sé, eppure così fragile... così bella nella sua semplicità. Così testarda, intelligente, tenace...e si, lo avrebbe ripetuto fino alla noia, bella da mozzare il fiato, agli occhi di Tewkesbury.
«Cosa c'è Tewkesbury? Sei...silenzioso»
«Uhm? No, niente...»
Enola annuì distratta, sembrava presa da altri pensieri. Dopotutto, la ragazza non sapeva come comportarsi. Preso o meno dallo slancio del momento, Tewkesbury le aveva comunque appena detto di amarla. E lei non sapeva proprio che fare. La ragazza non aveva mai provato tanta confusione in testa in vita sua. E la domanda sorse spontanea... perché tutta questa confusione? Perché le faceva un certo effetto sapere di essere amata da Tewkesbury...? Che ci fosse qualcosa, in lei, che non era ancora riuscita a decifrare, come faceva con uno di quei codici che lei tanto amava?
«Anche tu sembri silenziosa...» aggiunse Tewkesbury, squadrandola in volto.
La ragazza strabuzzò gli occhi, e scosse la testa.
«Cosa?! Io? No...Muoviti piuttosto!»
«Si ma...dove andiamo?»
«A casa tua, e dove se no?»
«Cosa?! Sei matta?!»
«Cosa pensi di fare, Tewkesbury?! Vorresti vivere da fuggitivo come, se non ricordo male, hai già provato a fare, anche se con scarsi risultati?!»
«Prima cosa: ci sono riuscito benissimo.»
«Si, in effetti è stato piuttosto difficile trovarti» rispose Enola ironica, alzando gli occhi al cielo.
«Seconda cosa... -continuò Tewkesbury ignorandola - io non ci tornerò. Non posso permettere che...»
«...che?» chiese Enola, improvvisamente addolcite e preoccupata dal tono di voce così triste e cupo di Tewkesbury nel pronunciare quell'ultima frase.
«Che mi obblighino a sposare qualcuno che..beh, lo sai.»
Enola abbassò lo sguardo, rattristata. Non aveva tutti i torti, ma non poteva permettergli di rovinarsi la vita solo perché non voleva reagire davanti alle imposizioni di suo zio.
«Tewkesbury... - si avvicinò a lui - ti prego...devi affrontarli. Devi affrontare tuo zio. Non posso...non posso permettermi di vederti così. Affrontalo. Vedrai che capirà. Non può costringerti a sposare la prima oca che passa a farti visita» alzò gli occhi al cielo alle ultime parole pronunciate. Tewkesbury la guardò e rise, e ad Enola bastò per assumere più o meno lo stesso colorito di un papavero.
«Quello che voglio dire è... - continuò la ragazza - che devi avere il coraggio e la forza per farti rispettare. Sei un ragazzo intelligente Tewkesbury, e hai un cuore d'oro...- sorrise abbassando lo sguardo, leggermente in imbarazzo per quello che stava per dire - e io tengo a te. Non voglio vederti soffrire»
Il ragazzo rimase spiazzato da quello che Enola gli aveva appena detto. Per lui significava molto. Tutto. Il suo cuore fece un salto in più e gli sembrava di vedere il mondo rigirarsi sottosopra. Poi sorrise, e, con ancora le lacrime agli occhi, la avvolse in un abbraccio. Ne avevano bisogno entrambi.
"Ti amo..." Pensò Tewkesbury. Ancora una volta, più che mai, ne aveva avuto la conferma. Era una certezza.
«Ok, ok... E non farmelo ripetere mai più...» lo avvisò Enola, fingendosi irritata. Quando si voltò però non fece a meno di sorridere.







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