Prologo

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Il dolore non è esuberante.
Non cerca applausi, né il fragore della scena.

Penetra nelle increspature dell'anima senza strappare la pelle e scivola in ogni nostro apparato corporeo con inesorabile lentezza.

A volte diventa liquido e si annida agli angoli degli occhi, quando pensi a un luogo e non sei più lì, quando pensi a una persona che non è più qui, quando pensi a com'eri un tempo, sapendo che quella parte di te non tornerà mai più.

Il dolore non conosce i convenevoli,
colpisce in ogni stagione.
Anche sotto il candore della luna d'ottobre,
anche sotto quelle stelle d'agosto che graffiano il cielo con la loro discesa.

Quando arriva, si arrampica su ogni cosa che sfiori, su ogni ragionamento che la tua mente costruisce.

E poi... e poi potrebbe lasciare strascichi.

Distorce tutto quello che osservi,
trasformando le bellezze in insignificanti dettagli.

Pian piano, ciò che un tempo ti appassionava, ora ti lascia indifferente.

E ti sembra complesso anche solo darti il buongiorno.

Eppure...

Senza dolore non c'è forza.
Senza dolore non c'è resistenza.
Senza dolore non c'è saggezza.
Senza dolore non c'è crescita.
Senza dolore non c'è empatia.

Senza dolore non c'è vita, semplicemente.

E cos'è la vita, se non un viaggio?

Nascita e morte.
Partenza e meta.

Ma è nel percorso la vera avventura.

Scrollati di dosso ogni peso.
Mettiti in cammino.
Ascoltaci.

Mi chiamo Namira e questa è la nostra storia.

Mi chiamo Namira e questa è la nostra storia

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