7 - Nana

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E quando il petto inizia a bruciare,

è come un pugnale che trapana il cuore

Non riesco a respirare.

Mi sento come se avessi un buco al posto del petto, un buco profondo quanto una voragine che risucchia tutto togliendomi l’aria.

È una sensazione simile all’essere inghiottiti dalle profondità del mare, quella distesa d’acqua che tanto amo perché mi ricorda te.

Tutto mi ricorda te.

Vorrei poterti cancellare come le parole di una canzone venuta male, ma tu sei la melodia che non può essere cambiata, perché perfetta così com’è.

Anche se continui a ferirmi, ai miei occhi resti sempre un diamante dal valore inestimabile.

Fuori dalla porta del bagno la tua voce mi giunge come un grido disperato, nel tentativo di ricevere il mio perdono.

Mi infastidisce, tutto ciò che dici in questo momento mi suona come una giustificazione ipocrita al tuo comportamento.

Al tempo stesso, però, amo questa voce che mi ricorda giorni felici.

Vorrei davvero tornare con te in quella casa ai magazzini del porto, perché costruire insieme un nido d’amore è forse più importante di far conoscere la mia musica a tutto il Giappone.

Eppure, l’immagine di te che abbracci Reira nella neve non vuole saperne di abbandonare la mia testa.

La tua amata principessa cantante, dolce e dalla voce angelica, regina indiscussa delle classifiche musicali.

Un tesoro prezioso, più prezioso di me.

Perché dovresti sprecare il tuo talento per accompagnare una voce roca come la mia, graffiata dalla rabbia e dal dolore di una vita trascorsa ad essere sempre l’ombra degli altri?

Anche tu mi hai lasciata indietro, Ren, proprio come mia madre in quel giorno di neve.

Un’altra fitta si espande nel torace, toccando quel cuore ferito che continua a sanguinare.

Le ferite che non si vedono sono le peggiori.

Vi porto le mani sopra, stringendole spasmodicamente nel vano tentativo di frenare il dolore.

È come se mi stessero pugnalando, facendomi pagare tutti gli errori commessi.

Orgoglio, vanità, gelosia, invidia, possessività, egoismo.

Questa sono io.

È per questo che sei andato via, Ren?

È per questo che finisco con il perdere tutto ciò che amo?

È per questo che preferisci lei a me?

Boccheggio ripetutamente, cercando di restare aggrappata ancora qualche secondo a questa maledetta vita.

Sento che continui a chiamarmi dall’altra parte della porta, temi che abbia commesso qualche atto di follia dopo aver visto quelle foto.

Se ci tieni tanto, crepa tu.

Non voglio annullarmi per te.

Allora perché lo sto facendo?

Perché al solo suono della tua voce questo dolore si fa insopportabile?

Quando sono diventata così dipendente da te?

Vorrei delle risposte a queste semplici domande, ma se fossero davvero semplici probabilmente le avrei già avute.

Tutto quello che ottengo è di accumulare quesiti su quesiti, tormentandomi nei dubbi sulle scelte che ho fatto.

Mi chiedo se sarei dovuta venire a Tokyo con te quel giorno, rinunciando all’idea di diventare una cantante professionista e diventando semplicemente la donna di Ren dei Trapnest, che se ne sta buona e brava a casa a pulire e cucinare in attesa del suo ritorno.

Poteva essere comunque una vita soddisfacente, ma non era quella che desideravo.

Il desiderio di rivalsa sui Trapnest e sulla principessa cantante è diventato un’ossessione, e da quel momento tutta la mia vita ha iniziato a girare intorno ad un unico obiettivo: dimostrare che anche io valgo qualcosa, con o senza di te.

Non volevo perderti, solo conservare la mia identità.

Figlia di nessuno, sopravvissuta solo con le proprie forze, volevo dimostrare prima di tutto a me stessa di valere qualcosa.

Dimmi Ren…sono ancora importante per te?

Anche io ai tuoi occhi risplendo come tu risplendi ai miei?

Conosco già la risposta a questa domanda, è nascosta fra le righe di quella foto scattata da un paparazzo bastardo.

Il petto mi brucia, come quando ci sedevamo sul letto e io canticchiavo seguendo le melodie che solo tu sei in grado di far nascere da una semplice chitarra.

Ma stavolta è diverso.

Questo non è il fuoco della passione e della felicità, che scalda il cuore e rilassa le membra.

Questo è il fuoco della distruzione, che consuma e logora tutto ciò che resta.

Raccolgo le ultime forze ed esco da questa vasca che non è la nostra, l’acqua ormai è troppo fredda.

Mi trascino verso la porta, esalando quei pochi respiri che ancora mi restano prima di toccare il fondo, e sblocco la serratura per farti entrare.

Non so se hai bisogno di me, Ren, ma adesso io ne ho di te.

Non voglio morire, non ancora.

Voglio prima sapere se i sacrifici che ho fatto ne sono valsi la pena, se l’aver calpestato l’amore mi ripagherà con qualcosa di più grande.

E poi voglio vivere la mia vecchiaia insieme a te, anche se non so quanto questo possa essere ancora realizzabile.

Tutto mi sembra sempre più lontano e confuso, come un sogno che si dimentica in fretta.

Con fatica riesco a pronunciare poche parole, dicendoti che sto per morire.

E tu da eroe quale ti piace essere mi rispondi che non lo permetterai mai.

Le tue labbra si posano sulle mie e tutto si spegne.

Il tempo si ferma, insieme al cuore e al respiro.

Sento solo il vago profumo della nostra acqua di colonia e le tue braccia che mi stringono.

Lentamente l’aria rifluisce nei polmoni, il bruciore nel petto si attenua.

E ritorno alla vita.

Welcome To My Mind (filastrocca dell'orrore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora