Les personnes importantes

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Alcuni portano la felicità ovunque vadano. 

Altri, quando se vanno 

(Oscar Wilde)

-Avevi dimenticato il libretto scolastico- si affrettò a spiegare il padre mostrando il piccolo libricino rosso che teneva in mano.

Diana avrebbe voluto dirgli qualcosa, non sapeva cosa ma...

-Papà- era partita convinta ma il tono si era infievolito velocemente; lui la guardò aspettando che continuasse a parlare -potresti...accompagnarmi a scuola?- 

La carta aveva smesso di bruciare. 

Si sa che quando butti la carta tra le fiamme, questa si consuma quasi subito. 

Il focolaio, tornato alle condizioni di prima, era più bisognoso di altri motivi per ardere e ora che Diana aveva capito di voler riaccendere quel fuoco, avrebbe trovato un modo per ravvivarlo.

***

-Io ho chimica, tu?- chiese David girandosi verso la rossa.

Alla fine Olivier aveva accompagnato la figlia a scuola; il breve tragitto era stato silenzioso se non per la musica prodotta dalla radio della macchina e in quel silenzio si era scambiati alcune mute parole.

Vi illustrerò il dialogo di sguardi tra Olivier e Diana.

"Vuoi parlarne?" gli aveva chiesto lei "no" Olivier si era voltato a guardare un'attimo la strada per poi riportare lo sguardo sulla figlia "sei triste?" le chiese "si" aveva risposto "ti mancano?" era scontata la risposta, ma Diana lo chiese lo stesso "più di quanto pensassi".

E finì così, perché anche il viaggio era finito e dopo un saluto, si separarono.

-Tedesco- rispose svogliatamente guardando fuori dalla finestra -tutto bene? ti vedo un po'...malinconica- lei si sforzò di fare un sorriso -tutto bene, sono solo stanca- si giustificò alzandosi -ci vediamo dopo- 

Sarà bene che voi capiate come sono strutturate le lezioni della William Academy.

Ogni studente, prima dell'inizio delle lezioni, era tenuto a iscriversi ad almeno tre corsi di proprio interesse da inserire tra gli orari scolastici. 

Poi venivano formate le classi, tuttavia, le classi stavano insieme 3 ore al giorno per un complessivo di circa 18 ore alla settimana. Le classi venivano cambiate ogni 4 anni visto che la scuola ospitava corsi d'istruzioni molto diversi rispetto alle altre scuole.

Gli alunni avevano tra i 6 e i 18 anni di età.

Ovviamente, era tutto strutturato in modo che gli studenti, soprattutto i più piccoli, si potessero trovare a proprio agio e nonostante sembrasse, dall'esterno, un'organizzazione difficile, era invece molto ottimale a mio parere.

Se potessi andare a scuola andrei alla William Academy, purtroppo non posso ma torniamo a Diana.

Ella, camminò lungo il corridoio fino ad arrivare davanti alla classe di tedesco. Entrò e si sistemò agli ultimi banchi.

-Questo posto è libero?- chiese un ragazzo.

Aveva i capelli castani tendenti al nero e gli occhi scuri, mentre il taglio sul sopracciglio e i piccoli orecchini caratterizzavano il viso roseo.

Diana lo squadrò un attimo e tolse dalla sedia del banco accanto il suo zaino per indicare che il posto fosse libero.

Non aveva una gran voglia di parlare, perciò se ne stette lì a guardare fuori dalla finestra e pensare.

Sapete, ho capito, con il passare del tempo, che il modo più masochistico per farsi male, è pensare a cose tristi.

A persone che ti feriscono.

Il dolore fisico non può comparare in alcun modo.

L'aula si riempì in fretta e quando entrò il professore, la lezione cominciò. 

Passò circa mezz'ora a prendere appunti sul block notes senza capire veramente cosa stesse scrivendo, finché una voce famigliare la ridestò dal suo stato di trance.

-Ricordiamo a tutti i frequentanti della decima, dell'undicesima e della dodicesima classe che le iscrizioni per la gita a Los Angeles sono aperte fino a questo venerdì; quindi sbrigatevi ad confermare le partecipazioni-

Si era dimenticata della gita.

-Psss. Diana- si girò di scatta notando solo allora Matt -da quando segui il corso di tedesco?- lui alzò gli occhi al cielo -che rincretinita che sei- si lamentò con una nota di divertimento nella voce -cosa volevi?- 

-Tu ci vai?- chiese riferendosi alla gita -non credo- 

Le sarebbe piaciuto andarci ma non voleva lasciare suo padre lì, da solo.

Perché erano rimasti solo loro due, insieme.

-Dav ci va di sicuro- le riferì -questo dovrebbe essere un modo per convincermi?- chiese alzando un sopracciglio -ci sono riuscito?- lei alzò gli occhi al cielo -direi proprio di no-

Quando avevano comunicato dell'iniziativa per la gita a Los Angeles era stata felicissima. Voleva sfuggire alla situazione opprimente che vigeva in casa, ma ora...

Pensate a una persona.

Una persona importante però, la persona che riesce a tirarvi su il morale anche quando mandereste tutti a quel paese.

Diana di persone così, ne conosceva solo due.

A volte i rapporti famigliari possono essere difficili, l'ho appreso osservando, ma se si hanno delle persone così, cambia tutto...basta un messaggio, uno sguardo, un sorriso...e il sole sembra illuminare tutto, anche se fuori piove.

Il problema, però, è quando litighi con questa persona o semplicemente, vi allontanate.

Dopo dov'è che vai a trovare le voglia di alzarti dal letto la mattina e sorridere? dove la vai a cercare la forza di urlare? di piangere? 

Si dissolve.

E' questo che era successo in quei 5 mesi: quelle stesse persone che la tiravano su quando le forze l'abbandonavano, l'avevano spenta.

Los Angeles sarebbe stata una via di fuga, fare cavolate in giro e provare ad essere spensierata per un po', liberare la mente e finalmente trovare la forza per reagire.

Tutti i suoi piani erano sfumati 2 giorni prima.

Le persone vanno via.

Le cicatrici no.

E quelle di Diana erano davvero troppo profonde.

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