La vita non ti da le persone che vuoi, ti da le persone di cui hai bisogno:
per amarti, per odiarti, per formarti, per distruggerti e
per renderti la persona che era destino che fossi.
(Albert Einstein)
C'è un filo sottilissimo tra felicità e dolore.
Come ho detto più volte, il filo dell'amore per me non esiste, ma il confine tra dolore e felicità...quello è reale, palpabile, visibile.
Succede in un attimo, un millisecondo.
Un tempo molto più piccolo di quello che impiegate a riconoscere ogni singola lettera di questa mia storia.
Eppure, succede.
Non ho mai saputo identificare cosa portasse la rottura di questa linea e non credo di esser ancora riuscita a capirne il motivo. Il fatto è che succede. Il fato s'intromette come una perfida serpe tra le linee della tranquillità e poi il castello di carte perfetto crolla.
Sono però riuscita a comprendere un tassello essenziale: agli altri non interessa.
E' semplicemente così, l'ho compreso e ne faccio atto. Gli altri non possono capire come tu ti senta. Tu, singolo individuo con pensieri, emozioni, uragani e tormenti di fragilità e forza. Non possono comprendere i perché dei pianti, dei silenzi, delle grida soffocate e quelle mai espresse.
A volte c'è quel "però" che realmente ci prova a capire, ma non potrà mai farlo a pieno perché ognuno, con i suoi pensieri, ha in sé un tormento straziante. C'è chi lo reprime e chi ci fa i conti ora e subito per non avercene a che fare dopo, quando già sentirà il castello di carte cadere.
La verità più dolorosa, però, la semplice verità, cristallina come l'acqua, è che vorresti capissero.
Vorresti che quando stai in silenzio scorgessero quel qualcosa che non va; vorresti ti chiedessero se stai bene anche se hai paura della risposta; ti andrebbe bene anche restassero in silenzio per dire "ci sono" con uno scambio di sguardi.
Fa male, tremendamente male e non ci si può fare niente.
Forse il confine tra dolore e felicità è dello stesso spessore di una carta da gioco.
Sì, è così.
Il castello di carte regge felice fin quando una folata di vento distrugge tutto e poi bisogna ricominciare da capo, tutto dall'inizio come se non fosse mai successo niente.
E' difficile farlo, ve lo assicuro. Bisogna trovare la forza di andare avanti nonostante il castello di carte sia crollato; bisogna ritrovare quel qualcosa che si perde appena arriva quel fatidico soffio di vento; bisogna ricominciare da capo essendo consapevoli che tutto potrebbe crollare di nuovo.
So di persone che ci sono riuscite.
So di persone che ci stanno provando.
So di persone che non ci sono riuscite.
Poi so di lei: Diana Etoilè.
Lei ci era riuscita una volta e da pochi giorni aveva cominciato a riprovarci.
Forse voleva chiudere quel capitolo velocemente solo per non patire troppo il dolore, oppure, aveva paura.
Avere paura è la cosa più normale per l'essere umano e non c'è nessuno che possa scampare a questa emozione contrastante.
Forse era proprio la paura a farla agire, a muovere in lei qualcosa per impedirle di affezionarsi alle persone; perché era così: non si era più affezionata a qualcuno dopo Cedric.

STAI LEGGENDO
Parole
ChickLitHo sempre pensato che siano sottovalutate le parole. Vengono usate male, certe volte. Io me ne sto qui, ad assistere alle vostre vite senza poter dire un emerito niente. Eppure se potessi parlare non lo farei lo stesso. Preferisco scrivere, raccont...