Melancholia -Jotaro

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Di quello che sta accadendo ti è chiaro ben poco, Jotaro è finito in carcere e neanche tu e Holly siete riuscite a convincerlo, ora si presenta suo nonno e magicamente è tornato a casa. La scena a cui hai assistito in carcere è stata a dir poco bizzarra. Avevi già visto la mano dello "spirito maligno" di Jotaro, ma Abdul ne aveva uno completamente diverso. Non avevi mai visto nulla di simile. Sapevi che la famiglia Joestar aveva le sue peculiarità, ma non credevi fossero così strani... anche se riflettendoci bene, tra Joseph e Holly era Jotaro quello con il carattere atipico.

In quel bar hanno parlato di molte cose, e non puoi fare a meno di notare che lo Stand di Joseph era quasi simile al tuo. Ascolti assentemente la storia su Dio e Jonathan mentre ripensi alla prima volta che vedesti il tuo Stand. Stavi salutando i tuoi genitori prima che uscissero a cena e, quando abbracciasti tua madre, vedesti una scena orribile, la macchina che si schiantava, le sirene e le luci delle ambulanze, un corpo sanguinolento. Associasti tutto a un poliziesco che avevi visto qualche sera prima. Ma ti sbagliavi. Quella scena si sarebbe avverata. Tua madre morì quella sera e tuo padre finí in stato vegetale.

Mentre tornavate alla tenuta Abdul ti prende da parte. "Hai uno Stand anche tu?" Chiede a bassa voce.

"Io... non lo so, Abdul-san." Scuoti la testa. "Non ne sono sicura."

"Mostrami." Sorride rassicurante.

Ti fermi esitante e lanci uno sguardo a Jotaro, che stava seguendo in silenzio sua madre e suo nonno. "Okay." Chiudi gli occhi ma non succede niente. "No, non credo funzioni così." Gli porgi una mano. "Posso?" Mette una mano sulla tua e subito dei fiori (forse di cigliegio?) iniziano a sbocciare sulle tue dita e coprire la mano di Abdul. Vedi Dio, Abdul sembrava più giovane in questa visione, senti la sua paura. Lo vedi scappare per strade a te sconosciute, il suo panico ti pervade. Poi la visione cambia, è come se vedessi dai tuoi occhi. Vedi un uomo dai capelli d'argento e un cane in pericolo, senti le tue gambe prendere uno slancio in avanti e poi il nulla più totale. Sussulti e ti risvegli.

Abdul di guarda preoccupato. "È uno stand raro. Sai come si chiama?"

Ti guardi attorno e ti tranquillizzi alla vista di strade che conosci alla perfezione. "Heka, credo."

Abdul annuisce comprensivo. "Il dio egizio della magia e dell'anima."

"T/C-chan?" Sussulti e guardi in direzione di Jotaro. "Cosa succede?" Lasci immediatamente la mano di Abdul.

"Io--"

"Mi stava mostrando il suo Stand." Risponde Abdul con una tranquillità infinita.

Jotaro ti guarda stupito e si avvicina, intimando con lo sguardo ad Abdul di andarsene. Vorresti avvertirlo, vorresti dirgli qualcosa. Non vuoi che si ripeta il passato. Non vuoi che accada di nuovo ciò che è accaduto ai tuoi.

"Non me ne hai mai parlato." Ti dice Jotaro passandoti un braccio attorno alle spalle. Sembrava deluso.

"Non sapevo come." Ti viene da piangere. "Non-- non è semplice se non posso mostrartelo e tu... tu non lo potevi vedere."

"È carino." Ti sorride.

"Esteticamente... sì." Sospiri, cercando di cacciare indietro le lacrime.

"Vuoi dirmi cosa fa?" Chiede, notando il tuo sconforto.

Ti scappa un singhiozzo. "Possiamo-- Possiamo parlarne stasera?"

Lo vedi esitare, come se non sapesse cosa dirti. "Va bene."

Dopo cena Jotaro ti raggiunge in camera tua, resta sulla porta qualche secondo. "Posso?" Si richiude la porta alle spalle. Corri ad abbracciarlo. "T/N--" Sembra stupito di questo tuo gesto ma ricambia l'abbraccio, un po' imbarazzato.

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