Ring -Joseph

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Sistemi le tue cose nella valigia. Come ha potuto? Come può essere così idiota? Inspiri profondamente e involontariamente usi le Hamon.

Come risultato il maglione che avevi in mano si irrigidisce. "Grandioso." Lo lasci lí e ti butti sul letto. Che giornata... Chiudi gli occhi e cerchi di schiarire la mente.

Senti un lieve bussare. Grugnisci mentre ti alzi e vai ad aprire la porta della tua stanza. Ad altezza occhi ti trovi un paio di pettorali, alzi lo sguardo. "Entra." Gli intimi, infastidita. Allontanandoti subito dalla porta.

"Volevo sapere se eri pronta per partire." Dice Joseph chiudendosi la porta alle spalle.

"Quasi." Rispondi fredda. Tenti di piegare un'altro maglione.

Aleggia solo silenzio per un po'.

"Cosa ti succede oggi? Perché fai così?" Chiede, sembra esasperato dal tuo comportamento. Karma. Visto che tu sei esasperata dal suo.

Il maglione che hai in mano ora diventa come il precedente. Lo butti a terra e ti giri verso Joseph. Incroci le braccia. "Seriamente? Lo chiedi pure?" Gli lanci un'occhiataccia, poi abbassi la testa, sperando che i capelli ti coprano gli occhi che ti si stanno riempiendo di lacrime.

Joseph si avvicina e ti alza delicatamente il mento. "Cosa avrei dovuto fare?"

"Non l'idiota!" Sbotti allontanandoti.

"Ho fatto quello che mi sembrava giusto." Si spiega, spostando il peso del suo corpo da una gamba all'altra. È a disagio.

"Avevano già messo al tappeto Caesar, che è già stato un'idiota visto che li ha voluti affrontare da solo! Potevamo batterci insieme ma tu sei un'impulsivo e io un'idiota, visto che sono rimasta lí a guardare!" Sbotti. Lui rimane lí fermo, esitante. "È una competizione? Tu e Caesar state cercando di fare a chi cel'ha più lungo? Ti senti minacciato dalla sua presenza?" Distoglie lo sguardo, colpevole. Emetti un suono di frustrazione. "Sei un idiota, Joestar." Singhiozzi, non riuscendo a trattenere le lacrime. "Un enorme idiota." Si avvicina a te. Sbatti flebilmente un pugno contro il suo petto. "Non hai motivo di temere Caesar." Ti abbraccia e affondi il viso nel suo petto. "Amo te e nessun altro."

"Mi dispiace, T/N. Davvero." Sospira e ti accarezza i capelli. Tu passi le braccia attorno alla sua vita e lo stringi a te. "Sentivo di non avere alternative in quel momento e... non potevo prevedere che facessero una cosa del genere." Rabbrividisci al pensiero degli anelli che gli uomini del pilastro gli hanno messo dentro.

Alzi la testa e lo guardi negli occhi. "Dillo."

"Cosa?" Chiede confuso.

"Lo sai cosa." Rispondi lapidaria, asciugandoti gli occhi.

Un lampo di realizzazione passa attraverso i suoi occhi e gli scappa una risata. "Ma mi sono scusato!" Sorridi ma gli lanci un'occhiataccia. "Va bene! Va bene!" Sospira. "Sono un'idiota."

Lo prendi per il colletto della giacca e lo fai abbassare. "Il mio idiota." Lo baci, lui ricambia con trasporto.

Vi abbracciate per un po', poi torni a sistemare i tuoi vestiti. Joseph si sdraia sul letto e ti guarda.

"Mi dispiace." Gli dici. "Ho esagerato."

"T/N--"

"Sono preoccupata per te ma non ho scusanti." Lo guardi. "Mi dispiace. Ti ho scaricato addosso la mia preoccupazione nel modo sbagliato." Sospiri. "Non so come sia passato il mio discorso ma non voglio essere fraintesa." Ti siedi sul letto di fianco a lui. Joseph ti guarda in attesa. "Hai fatto un'enorme cazzata, ma farò l'impossibile per aiutarti ad uscire da questa situazione." Tenti un sorriso. Ti accarezza una guancia.

"Lo so che eri solo preoccupata. Insomma... Da quanto tempo ci conosciamo noi due?" Sorride. "Io ti prometto che mi impegnerò al massimo delle mie capacità per passare il resto della mia vita con te."

Ridi.

"Cosa c'è?" Chiede stranito.

"Tra persone normali questo tuo discorso si sintetizzerebbe con il trovare un lavoro in modo da essere stabili economicamente..."

"T/N, noi non saremmo delle persone normali neanche senza le Hamon, e lo sai bene." Ride lui e ti abbraccia.

Dopo qualche minuto passato in silenzio, accoccolati sul letto Joseph si scosta per guardarti meglio in viso. "Ti va di fare una passeggiata?" Chiede.

Rimani interdetta. Era una richiesta strana da parte di Joseph. "Va bene." Esiti e guardi la tua valigia. "Quando torniamo mi daresti una mano? Ho impregnato di Hamon qualche maglione..." Inizia a ridere. "Lo sai che quando sono nervosa le controllo peggio..."

Una quindicina di minuti dopo eravate dalle parti dell'altare della patria. Non puoi fare a meno di ammirarne la bellezza. Alle prime luci dell'alba, con quasi nessuno attorno, era una visione quasi eterea. Ti stringi a Joseph e sorridi. Ancora qualche minuto e siete sotto il colosseo. Joseph si ferma e tu lo guardi incuriosita. Che volesse ammirarlo meglio?

Ti prende una mano. "T/N, io-- So di essere poco serio la maggior parte del tempo, ma ho bisogno di farti capire quanto io tenga a te." Prende un respiro profondo. "Ho davvero intenzione di passare la mia vita con te e voglio farti una promessa." Si mette su un ginocchio e fruga nella tasca della sua giacca. Lo guardi paralizzata. Cosa--? "Dovrei essere stanco di anelli e promesse oggi ma... Credo che per te faró un'eccezione. Eccolo!" Tira fuori un anello dalla sua tasca. È dorato e liscio, molto fine e con un diamante non troppo pacchianamente grande incastonato. "Voglio prometterti che questo anello rimarrà al tuo dito fino a quando gli anelli che ho dentro non spariranno, poi verrà sostituito da una fede. Se sei d'accordo non devi fare altro che dire di sì." Dice, infilandotelo al dito. Sorride in attesa.

Lo guardi sbigottita per qualche secondo. "Sì!" Esclami, lasciandoti cadere sulle ginocchia. Gli circondi il viso con le mani e lo baci. "Certo! Assolutamente!" Ti stringe a sé.

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