Hangover pt.2 -Jotaro

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Squilla il telefono e ti fiondi a rispondere, pronta a sentire la voce di Jotaro dall'altro lato della cornetta.

"T/N T/C!" Era la voce di Asami, sembrava parecchio irritata. "Una volta! Per una volta che acconsento a trovarci in quel pub e tu mi pianti in asso?!"

Ti poggi al mobiletto vicino al telefono, lasciandoti andare allo sconforto. Forse non tornerà. Forse non vi rivedrete più. "Asami, mi dispiace davvero tanto." Ti passi la mano sul viso.

"Voglio sentire cos'hai avuto di meglio da fare." Ribatte arrabbiata.

"Io-- Ero lì, al bancone come sempre... Sono uscita a fumare una sigaretta e..." Sospiri. "Un tizio ci stava provando con me..."

"Ci sei andata a letto?" Chiede curiosa.

"Ew, no!" Rispondi schifata. "Era fradicio e di, tipo, trent'anni più grande di me!"

"Infatti, mi sembrava strano." Ride.

"È intervenuto un ragazzo della nostra scuola e io per ripagarlo ho evitato che finisse nei casini con la sua famiglia, dandogli un posto dove smaltire la sbornia..."

Esiti. Perché non ti va di parlarle di Jotaro? È la tua migliore amica.

"Le cose divertenti succedono sempre senza di me!" Esclama. "In ogni caso... Chi era?"

"Chi?"

"Non fare la cretina! Il ragazzo!"

"J-- Jotaro Kujo..." Sospiri.

Senti un urlo talmente stridulo che probabilmente avrebbero dovuto sentire solo i cani e sposti la cornetta dall'orecchio. Asami inizia farneticare su quanto sia bello e affascinante e capisci perché eri restia a parlarne. Ti massaggi le tempie mentre lei continua a parlare e a fare considerazioni su come stareste bene insieme. "Avete fatto qualcosa stanotte?" Chiede ammiccante.

La domanda ti risveglia dalla trance in cui eri finita. Ripensi alla notte precedente e ti si stringe il cuore. "No, idiota. Era ubriaco."

"In ogni caso, vogliamo provare a replicare stasera?" Chiede.

"Uh--" Esiti. "Non lo so, non credo..."

"Vuoi dirmi che vi rivedete?" Torna a usare un tono di voce ad ultrasuoni.

"Non lo so." Sospiri. "Gli ho chiesto se gli andava di tornare da me per una birra..." Ti guardi i piedi. Dubiti che succederà. "Facciamo una cosa, se non si fa sentire per le nove meno un quarto stasera ti chiamo e ci troviamo per le nove e mezza al pub... Sennò ci becchiamo per un caffè lunedì dopo lezione, andata?"

"Andata!" Risponde felice.

Vi salutate e metti giù.

Il resto della giornata passa fin troppo in fretta e non riesci a somatizzare il fatto che Jotaro non ti abbia ancora chiamata. Non riesci a pensare ad altro

L'orologio segna le otto e trentaquattro. Ti rassegni all'idea che in una decina di minuti dovrai chiamare Asami e dirle che ci sei. Scuoti la testa e accendi la televisione per distoglierti un po' dall'uragano di pensieri che ti affolla la testa.

Senti il campanello suonare. Apri la porta. "Non ti ho chiamata, scusami." La figura di Jotaro ti sovrasta. Ha un taglio sanguinante sul sopracciglio e le nocche insanguinate.

"Cosa ti è successo?" Lo tiri dentro.

"Il tizio di ieri sera è tornato con degli amici." Spiega.

Lo porti in bagno e vi sedete sul bordo della vasca. Inizi a disinfettargli le nocche. "Non hai usato Star Platinum?"

"Erano una decina." Risponde secco.

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