JIMIN
"Possiamo andare via di qui per cinque minuti? Non che non mi piaccia stare sotto le coperte a fare cose...va beh, hai capito, guardare film e mangiare schifezze, ma...non usciamo letteralmente da questo letto, se non per delle docce, da quattro giorni" mormorai in tono lamentoso a Jungkook, non riuscendo però, allo stesso tempo, a fare a meno di accoccolarmi meglio sul suo petto.
"Sai che non ti sto portando in giro solo perchè, se poi ci vedono insieme, la voce giungerebbe subito alle orecchie di mio padre e succederebbe un casino" mi rispose lui con amarezza, prendendo ad accarezzarmi una ciocca di capelli che mi era finita sulla fronte.
"Giusto, perchè tuo padre crede che tu sia andato una settimana da Nam, visto che i suoi non ci sono, insieme a Mingyu" ribattei con aria indifferente, cercando di non considerare la sensazione di fastidio che mi stava salendo dalla bocca dello stomaco al pensiero che Jungkook avesse raccontato una bugia.Quasi che dovessi rimanere il suo segreto...
Ma, effettivamente, dopo tutto quello che mi aveva raccontato gli avesse fatto la persona che avrebbe, invece, dovuto amarlo incondizionatamente, forse quella era la soluzione migliore.
"Quindi non mi porti nemmeno cinque minuti a prendere aria?" chiesi nuovamente dopo qualche secondo, essendomi ritrovato davanti solo il silenzio.
Lui non mi rispose nuovamente, rivolgendomi, invece, solo un'occhiata, che però, visti i suoi occhi spenti e quasi colpevoli, diceva tutto già da sola."Okay, va bene" accordai dopo un paio di secondi in cui lui riuscì a sostenere il mio sguardo, ritornando, poi, a giocare con il lembo della coperta che stava coprendo i nostri corpi ancora nudi.
"Mi dispiace. Avrei voluto che questi giorni fossero diversi" mormorò Jungkook un paio di istanti più tardi, in un tono talmente sincero e malinconico che mi fece sentire leggermente in colpa per le parole che gli avevo rivolto.
"N-non fa niente" balbettai in risposta, sollevandomi leggermente per riuscire a posare un delicato bacio sulle sue labbra, rivolgendogli un sorriso rassicurante successivamente."Vorrei che ci fosse un modo con tutto me stesso, te lo giuro" continuò subito dopo aver ricambiato il mio sorriso, facendomi accendere una piccola lampadina nella mente.
"E...se invece andassimo proprio dove hai detto di essere a tuo padre?" proposi infatti, solo non appena considerai seriamente il fatto che potesse essere una cosa fattibile."Mi stai suggerendo di presentarmi a casa di Nam come se nulla fosse?" mi chiese lui in tono confuso, aggrottando le sopracciglia.
"No, chiaramente lo chiami prima e gli chiedi se sia possibile. Poi, voglio conoscerlo ufficialmente" gli spiegai con aria sbrigativa, lasciando spazio alla sua risposta.Ma, visto che questa tardò ad arrivare ed il volto di Jungkook era ancora molto imperturbabile, assunsi l'espressione più adorabile del mio repertorio, facendo scivolare leggermente il labbro inferiore in avanti e guardandolo con gli occhi quasi imploranti.
"Okay, mi hai convinto. Ora lo chiamo. Tu aspetta qui. Intanto, se vuoi, rivestiti" acconsentì lui dopo un po', facendomi fare un mormorio di vittoria, prima di alzarsi dal letto, prendendo il suo telefono, e di avviarsi verso il soggiorno per fare quella chiamata.
Io, dal canto mio, iniziai a rivestirmi con estrema calma, in modo che, se tutto quel piano non fosse andato in porto, avrei potuto mettermi addosso una tuta al posto dei jeans e del maglioncino che avevo appena tirato fuori dalla valigia."Quindi?" chiesi a Jungkook con curiosità nel momento stesso in cui percepii la sua presenza sullo stipite della porta, beccandolo già a fissarmi quando alzai lo sguardo.
"Quindi Nam è a casa, c'è anche Mingyu con lui e...non vedono l'ora di vederti dal vivo" mi rispose lui con un sorriso dipinto in faccia, facendomi, poi, cenno di sbrigarmi e di preparare un piccolo zaino con un cambio e delle cose per dormire nel caso avessimo deciso di rimanere lì per la notte.Alla fine, tra una risata e un bacio e l'altro, fummo pronti per uscire da quell'appartamento solo mezz'ora dopo, entrambi con uno zaino, piuttosto pieno, in spalla.
Chiudemmo la porta alle nostre spalle e ci dirigemmo verso la macchina, parlando, nel mentre, di quanto fosse distante casa di Nam da quell'edificio e, inoltre, del fatto che, da lì, Jungkook non ci sapesse arrivare e, quindi, dovevamo impostare il navigatore."Ehy, Kookie" sentii, però, improvvisamente dire da una voce femminile dietro di noi poco prima che aprissi la portiera dal lato del passeggero, girandomi subito dopo e notando una ragazza mora e molto carina guardare Jungkook con un sorriso radioso dipinto in faccia.
Per quanto riguardava quest'ultimo, invece, si era quasi paralizzato, squadrando quella ragazza con gli occhi sbarrati.
"C-ciao, Miyeon" mormorò dopo un po', accennando un'occhiata spaurita nella mia direzione e, poi, riposando lo sguardo sull'altra persona presente su quel marciapiede.
"Come stai? Non ci vediamo da più di qualche giorno" gli chiese lei, spostandosi in modo da arrivare al suo fianco, prendendolo, poi, a braccetto ed accarezzandogli, con la mano libera, l'avanbraccio leggermente scoperto.Non lo nego, quel gesto mi fece salire addosso molta preoccupazione. E, forse, una consapevolezza che non credevo di volere.
"Bene, ma ora dovrei proprio andare" le rispose Jungkook lievemente imbarazzato, spostandola attraverso una leggera spinta ed avvicinandosi ancora, quasi a poggiarcisi sopra, alla macchina.
Miyeon gli fece uno sguardo dispiaciuto, girando, poi, la testa nella mia direzione e, dopo un po' direi, accorgendosi della mia presenza."E lui chi è?" chiese, infatti, in tono stranito rivolgendosi a Jungkook. Quest'ultimo, però, portò i suoi occhi spaventati verso di me, non riuscendo a darle una risposta.
E, ve lo dico, fu con quello sguardo e quel silenzio che iniziai a rendermi conto del fatto che quello che stessi pensando stesse succedendo fosse la verità...
"Io sono Jimin, un suo...amico" dissi io al posto del ragazzo all'altro lato della macchina, rivolgendole un sorriso di circostanza.
"Strano, non ti ho mai visto in sua compagnia. E...cosa ci fai con il mio ragazzo, esattamente?" fu la sua risposta, pronunciata in tono estremamente innocente e curioso.Ecco, forse fu proprio dopo quella domanda che mi si spezzò il cuore in mille pezzettini minuscoli, che, però, mi diedero più l'impressione di essere dei pezzi di vetro che mi stavano lacerando la pelle.
SPAZIO AUTRICE:
Preferisco non dire niente, se non vi dispiace😂.
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•Who do you love? {Jikook}•
FanficCOMPLETATA "Ho capito tutto, Kook. Per te sono ancora solo un oggettino sessuale con cui svuotarti le palle, allora". "Saresti dovuto essere solo l'assistente di mio padre". "Non è più solo un gioco, ormai". ATTENZIONE: PRESENZA DI NUMEROSE SCENE SM...