*Andiamo via*
3 maggio
Ormai fra noi c'era qualcosa, qualcosa che probabilmente era impossibile da definire su due piedi, eravamo strani, il nostro modo di tenerci "era strano".
Troppo per essere semplici amici, troppo poco per essere una coppia a tutti gli effetti.
Eravamo due persone che spesso si guardavano da lontano ed altre, invece, si sfuggivano direttamente...
C'è da dire che quel bacio cambiò tutto.
E noi,
Ne eravamo consapevoli.«Avanti! È l'ora delle medicine» ogni mattina la solita storia, Betty sembrava quasi che sapesse esattamente il momento in cui i miei sogni assumevano una struttura talmente perfetta da volermeli rovinare.
Non riusciva proprio a restare lontana quando di mezzo c'era il sole e l'inizio di una nuova giornata; mi girai dall'altro lato senza darle alcun tipo di ascolto ma dopo un paio di minuti, rieccola all'attacco
«Amanda, devi prendere le medic-»«NON VOGLIO! Sai bene che sono inutili come il fuoco in estate» precisai infastidita portando il lenzuolo fin sopra la testa - quasi come se volessi scomparire - «Tanto morirò» sussurrai senza volerci neanche credere, prendere quelle cose viscide e schifose non rendevano il tutto più sicuro ed io ero stanca.
«Se non le prendi non ti faccio leggere la lettera che ti ha lasciato Johnny» "Johnny"
mi è bastato sentire quel nome per poter sedermi come una persona normale e guardarla con fare incuriosito«Johnny?»
«Ecco...così va meglio» con le buone riusciva sempre a convincermi dopo avermi dato le medicine me la passò e in un attimo miriadi di pensieri negativi si impossessarono di me:
E se avesse trovato un'altra più bella?
Più simpatica?
Più attraente?
O forse...più...libera?
Non erano rari i giorni in cui rimandavo le nostre visite per la poca autostima in me stessa, soprattutto quelli in cui smettere di tossire era impossibile.
Se avessi dovuto aprire la lettera e leggere della sua partenza o di qualsiasi altra cosa brutta sapevo che sarebbe andata veramente male e non avrei fatto nulla per farlo restare, in fondo si sa, chi vuol esserci c'è."Amanda Johns,
Non sono mai stato un poeta,
In realtà con le parole non ci so proprio fare, so che il tuo sguardo mi stende ed io ne ho bisogno.
So che quando siamo insieme il mondo va al contrario, altre a rallentatore.
Capire le mie emozioni è anche peggio e spiegarle? Beh...
Ore 15.00, un aereo si fermerà nello spiazzale dell'ospedale, io sarò lì, ti aspetterò e ti porterò lontano.
Andiamo via Amanda.
Ti prego,
Andiamo via.P.s. Questo è un appuntamento"
Mentre la leggevo le mani mi tremavano e quelle poche parole erano tutto ciò che stavo aspettando da una vita: lasciare i miei problemi qui dentro per una volta senza di me sarebbe stato un sogno che diventava realtà.
«Betty, devo andare. Che ore sono?» chiesi scattando fiondandomi direttamente al cassetto con i vestiti per buttarli tutti dietro le mie spalle
«Ehi-ehi-ehi! Dove pensi di andare signorina?» incrociò le braccia al petto e quel suo sguardo di ghiaccio aveva l'aria di chi voleva spegnerti come si fa con un fiammifero
«Johnny...»
«Johnny niente! Dimmi prima dove.»
«Non c'è scritto, ci sarà un aereo e...ci sarà lui. Capisci? Ci sarà Johnny!» dissi con aria sognante girando su me stessa per poi appoggiarmi al muro con gli occhi chiusi e le mani sul petto per scivolare giù fino al pavimento «Andremo via! Mi porterà lontano.» continuo stendendomi come se mi stessi squagliando fermandomi su un lato con il braccio sinistro lungo a terra e la testa che penzolava
«Amanda. È passato troppo tempo. Deve saperlo! Se dovesse succedere qualcosa lui non saprà che fare, a questo ci hai pensato?»
«Perché?» mi alzai immediatamente sporgendomi nervosamente verso di lei «PERCHÉ DEVI ROVINARE SEMPRE TUTTO? ME LO SPIEGHI? IO VOGLIO VIVERE, IO...io ho voglia di stare bene, ho voglia di stare con Johnny, ho voglia di respirare, di sorridere. Voglio che lui riesca ad amarmi per quella che sono...IO NON SONO UNA MALATTIA» gli occhi ricominciarono a bruciarmi mentre le mie grida diventavano man mano più disperate, avevo voglia di lasciare tutto e scappare via «IO NON SONO UNA MALATTIA» buttai tutto ciò che si trovava sul mobile a terra usando tutta la rabbia che avevo dentro, quella che avevo nascosta, repressa, invisibile agli occhi di tutti, quella che da sempre faceva parte di me. Diedi numerosi pugni al muro e continuai fino a quando non mi strinse fra le sue braccia, fino a quando non mi girai per poter portare la mia testa al suo petto mentre non riuscivo a smettere di singhiozzare
«Lo so che vuoi uscire e spaccare tutto, dentro te c'è una forza che ha bisogno di uscire ma non puoi andare, è troppo pericoloso, se tu parli con lui, ti capirà e resterà qui, troverà un altro modo e ti farà contenta con poco e lo sai meglio di me che di poco non avrà nulla»
«LASCIAMI!» la spinsi per buttarmi sul lettino riportando la coperta fin sopra la testa, perché quel piccolo lettino era la mia caverna, era il luogo dove ogni pensiero brutto si trasformava, andava via, era dove ogni notte la passavo piangendo per non farmi vedere da nessuno, quel lettino era la mia storia: o mi salvava o mi ammazzava di più.
«Aman-»
«VATTENE CAZZO! DEVI ANDARE VIAAAA» a tutto questo sforzo iniziò ad aggiungersi la tosse e sembrava che quasi volesse strapparmi il cuore dal petto, portai giù la coperta per poter tossire con forza mentre sentivo la gola squartarsi e il bisogno di respirare più forte che mai mentre Betty, nonostante il mio lato cattivo, iniziò a fare l'impossibile per prendersi cura di me.
Ciò a cui stavo pensando in quel momento eri tu,
Il nostro primo bacio,
Le nostre corse nel corridoio,
Tu che mi prendevi la mano,
Le nostre foto stupide,
Le risate condivise,
I respiri divisi.
Quei momenti strappati da tutto.Perché alla fine ciò che avrei voluto in quell'istante eri esattamente tu ad un centimetro da me
ma ti avrei voluto forte,
indistruttibile e,
potente e,
invincibile...e
ancora più forte
e ancora di più.
Perché alla fine
si sa,
di tutta questa storia,
la mia vita in mano,
ce l'hai solo
Tu.
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I'll stay among the stars... forever
Romance#romanzo Amanda Johns, ormai la sua casa è l'ospedale, soffre di tubercolosi e a quanto pare sembra aver accettato il suo destino, nettamente segnato, doloroso... Odia essere "malata" ma sa bene ciò che gli spetta, tuttavia, quando per puro caso, i...