*Resisti*
10 giugno
Sono ormai le 17.55 di un giorno di merda!
Questa casa è un disastro e non ho neanche la voglia di sistemarla o semplicemente di chiamare qualcuno che lo faccia al posto mio. Ieri ho festeggiato lottando, cercando di contenere il dolore e comunque con scarsissimi risultati... ho addirittura rimandato incontri per restare da solo. La notte a furia di pensare, chiudere gli occhi risultava impossibile e alla fine sono arrivato soltanto ad una conclusione, la più condivisibile:"se resto da solo, Amanda sarà sola". Lei ha me e adesso nessuno, avrà voglia di parlare, di cantare, avrà voglia di vivere e non posso restare qui solo perché sono debole. Si, sono debole e non posso permettermelo.Dopo qualche ora sono nuovamente davanti all'immensa porta dell'ospedale. Una volta l'amavo, questa era l'unica che mi teletrasportava in un mondo fantastico, ora, è solo una porta, la più brutta e deprimente... una parta dopo di noi.
È strano come tutto possa cambiare ma pensare già alla fine non mi piace, non mi piace per niente immaginare che questo posto di speciale non avrà più nulla: le pareti saranno solo pareti bianche, le persone solo persone che continuano la loro vita sperando in un miracolo, e neanche più i miei bambini riusciranno a sollevarmi, quella notizia mi ha spiazzato ma Amanda è viva e ce la farà!
Deve farcela!Con questo pensiero continuo il mio cammino facendo riavviare quest'edificio; non so dove ma vado, cammino e mi guardo attorno fino ad arrivare nel giardino: è molto ampio con alberi pieni di foglie sparse qua e là. Credo di non essermi mai fermato per guardare un albero e se non fosse stato per questa vocina che proviene dalle mie spalle non lo avrei fatto neanche adesso.
«Ciao!» mi giro piano e la guardo e esattamente come la prima volta davanti a me c'è lei, quella ragazza strana dalle guance rosse e gli occhi grandi quanto il mare.
«Ama-»
«È bello qui, vero?» domanda prima che io possa scusarmi. La osservo e iniziamo a camminare restando l'uno al fianco dell'altra.
«Ci vengo sempre, è uno dei miei posti preferiti.» dice con voce dolce arrivando a toccare la corteccia ruvida dell'albero
«Loro hanno vita, pensa che questa quercia si trova qui da circa 1000 anni» sorride «1000 anni, capisci? E nonostante tutto è ancora in piedi, più forte di prima! Sola, ma forte. Ha affrontato tempeste, giornate troppo calde o quelle troppo fredde eppure dopo tutto quel "troppo" ci sono stati giorni come questo: giorni tutto sembra andare bene e lei lo sente. Pensa a quante notte stellati ha assistito, quanti segreti le sono stati confidati...» più la guardo, più capisco che senza di Amanda la mia vita non avrebbe senso. Non permetterò che vada via, non se prima non è stata bene.«Dammi la mano»
«Cosa?»
«Oooh andiamo, non vorrai mica passare la giornata con la quercia?» chiedo cercando di tenere dentro tutta l'agitazione che mi circola nelle vene.
«Scherzi? Chiedile scusa! Lei ti
sente.» è seria e questo un po' mi preoccupa. Mi preoccupa soprattutto il fatto che abbraccia lei e non me.«Mi scusi signora quercia» eseguo un inchino e si fa sfuggire una risata rumorosa mentre mi porge la sua mano quando inizio a guardarla male, un po' come quando guardi le altre persone che toccano qualcosa che sai perfettamente essere tuo.
«Adesso si» l'afferro senza pensarci troppo e in realtà non so neanche dove andare ma siamo insieme e qualsiasi posto diventa bello. Mi parla dei viaggi che le piacerebbe fare e di tutta la lista di cose che ancora ha da fare e lei non lo sa, ma io amo ascoltarla, l'ascolterei per ore dannazione, lo farei senza mai stancarmi. Quando la guardo troppo abbassa lo sguardo e diventa tutta rossa, così tenera, non sa neanche questo e a me piace da impazzire.
Trascorriamo l'intero pomeriggio assieme e ora sono pronto per portarla fuori, sotto le stelle che a lei piacciono tanto, sul tetto scoperto, nella parte destra, quella dove c'è il telescopio che ho adocchiato dalla prima volta.
Lo fissa come se non lo avesse mai visto e dopo si avvicina per poter guardare lo spazio mentre a me basta vedere lei.
«Io ho bisogno di te nella mia vita» lentamente ruota il suo volto verso di me e subito dopo ogni altra parte di sé «Io...Amanda io ti desidero, forse troppo, forse da morire... ma ho voglia di te. Ho bisogno di sentire il tuo corpo contro il mio, le tue labbra sulle mie. Ho bisogno di incrociare le mie dita con le tue e averti fra mie braccia. Ho bisogno di restarti accanto, di proteggerti, ho voglia di vederti correre nella nostra casa. Dio, Amanda... io ho voglia di vederti sbraitare quando resterò sul divano ad oziare per ore e invece sarà solo per farti avvicinare a me. Ho bisogno di vederti in casa mia, magari mentre combini uno dei tuoi pasticci. Mi servi quando tutto sembra spento, quando sono nervoso e mi basta un abbraccio, il tuo. Ma-»«Joh-»
«Aspetta, non ho finito...devi essere con me anche quando sono felice, tanto per esserlo mi basti tu. Non mi sono arreso, non ci riesco quando si tratta di te. Io ti amo» sussurro il "ti amo" come se temessi la sua reazione
«Ti amo. Ti amo Amanda, ti amo e non ti lascio andare» i suoi occhi iniziano a inumidirsi ma non parla, non le esce neanche una parolina e allora sbuffo. Porto le mani fra i capelli senza capire cosa fare o cosa prova o cosa pensa...mi inginocchio di colpo e dalla tasca dei miei jeans estraggo una scatolina rossa, una di quelle in velluto, piccola e perfetta come lei. Porta le mani davanti alla bocca e vedo il suo petto fare su e giù con più fretta: «Amanda Johns, sposami. Ti prego sposami domani e rendimi l'uomo più felice della Terra.» un lungo silenzio ci avvolge, i nostri sguardi sono sospesi in questo momento che sembra infinito. Poi ritorna il mio imbarazzo, il mio disagio, quella parte che mi fa sentire di aver appena detto qualcosa di sbagliato.
Si butta giù come se fosse su un materasso e prende il mio viso fra le mani, sul suo volto compare un sorriso e i suoi occhi luminosi mi ridanno la speranza.Comincia ad annuire mentre ride e le labbra mi tremano alla sua gioia «Si Johnny! Ti sposo» bisbiglia mentre mi guarda negli occhi «Io resterò con te.» la fisso e il cuore sembra volermi esplodere «sempre.» l'accolgo fra le mie braccia tatuate per stringerla forte come se così facendo potesse restare con me per davvero.
E poi ripenserò a questo momento
E lo ricorderò
E lo rivivrò
E lo vorrò con meE la vorrò con me.
Ancora.
Sempre.
STAI LEGGENDO
I'll stay among the stars... forever
Romance#romanzo Amanda Johns, ormai la sua casa è l'ospedale, soffre di tubercolosi e a quanto pare sembra aver accettato il suo destino, nettamente segnato, doloroso... Odia essere "malata" ma sa bene ciò che gli spetta, tuttavia, quando per puro caso, i...