*È una sorpresa*
3 maggio
Credo che in un momento come questo l'unica frase che mi possa rispecchiare sia:
"Non ho scelto io di nascere quindi lasciatemi vivere come mi pare"
Jim MorrisonLa tosse per un momento mi sembrò strana, pensavo che quasi volesse portarmi via l'anima, succedeva spesso: la gola mi si graffiava, vampate di calore si impossessavano di me, gli occhi bramavano uscire dalle orbite, per non parlare di quella ricerca dell'aria che risultava ogni volta più difficile.
Mi guardo allo specchio e non mi sento poi così bella, non mi sento nulla in realtà, ho perso un sacco di tempo ripensando a come tutto abbia avuto inizio, non me ne pento ma non ci avrei mai scommesso, eppure, siamo arrivati qui, ad un passo dalla libertà, passare del tempo con lui fuori da queste quattro mura è la mia unica priorità, così come lasciare una lettera sul materasso per poter andare senza alcun arresto forzato:
"Si dice che per ogni attimo di felicità
la vita si allunghi sempre un po'...
io ho voglia di vivere e
il mio attimo di felicità è Lui.
Vi prego,
non toglietemi
anche questo.Scusa per prima Betty, ti voglio bene."
Mentre esco da questa stanza, tenendo stretta la manica del mio zainetto nero in pelle, sgattaiolo via nascondendomi un po' ovunque, sono arrivata persino a gattonare per entrare in ascensore, dove purtroppo, qualcosa non va secondo i miei piani, infatti, ciò che vedo entrando in questo modo, sono delle pantofole bianche seguite a ruota da un colpettino di tosse che mi obbliga ad alzare il viso fino ad arrivare agli occhi curiosi del dottor Kal, uno fra i più importanti qui dentro, colui che sa tutto di tutti, altezzoso, raffinato, un amante di classe direi; ogni donna che si rispecchi non va via se prima non è riuscita ad averlo con sé anche solo per un'ora e, detto fra noi, non è poi così difficile << Oggi siete molto carino dottor Kal >> e mica gli ho detto una bugia: occhi azzurri, capelli lunghetti e mossi, un filo di barba ed il suo sorriso potrebbe far parte della classifica "il sorriso più bello del mondo" - nulla a che vedere con quello di Johnny però non si può negare, a suo modo, è molto affascinante -.
<< Che ci fate lì giù? >> domanda senza perdere quella sua solita fierezza ottenendo così uno sguardo pieno di confusione
<< Ma è ovvio! Sto facendo una ricerca per… Beh, sa, no? Io amo il pavimento ed ogni artista che si rispetti ha bisogno di studiare a fondo ciò che poi porterà nella sua opera. Come sono fatte le mattonelle? Perché è così duro? Come? Da quando? È molto importante, capite? >>
<< No, spero solo che non sia una delle sue bravate signorina Johns >> a queste parole mi scappa una risata al quanto imbarazzante e soprattutto nevrotica
<< B-bravate? Oh dottor Kal. Ma vi pare? >> eh.
Mi alzo per spolverarmi il pantalone e lui clicca il pulsante per scendere al primo piano << Dovrebbero lavarlo più spesso. >> sentenzio con sguardo cinico<< Vuoi farlo tu? Può darsi che inizia a sciogliersi >> lo guardo sconcertata mentre prova a contenere una risata e va via appena le porte si aprono lasciandomi ancora un po' ferma per capire ciò che intendeva ma alla fine chi se ne frega, no? Devo raggiungere Johnny! E adesso l'ansia inizia a salire, se non corro è solo perché non voglio bloccarmi all'uscita e rientrare nuovamente dentro per mettermi su un lettino e dire addio a tutto. Da un lato ci sono persone a caso, dall'altra i dottori ma proprio nel centro un'anziana che ha sicuramente bisogno di una mano per uscire da qui dentro e, secondo qualsiasi legge del buon senso, aiutare non potrà mai essere sbagliato. Mi avvicino a lei e fortunatamente è ben accetta al mio braccio, mentre camminiamo decide di raccontarmi la sua storia e andiamo così lente che non mi stupirei se riuscisse ad arrivare ai giorni nostri.
Quando mi guardo attorno noto l'aereo ma di Johnny neanche l'ombra. E se fosse stato tutto inutile? Se avesse cambiato idea? In fondo perché mai un tipo come lui avrebbe voluto passare del tempo con me dopo che ci siamo scambiati un solo bacio ed è passato pure del tempo da quel giorno.
- mai che i miei pensieri mi mettessero allegria, mai che mi dessero semplicemente speranza, è inutile, è inutile anche se vedo l'aereo qui davanti! -
Delle mani mi afferrano il girovita, cosa che mi fa allontanare con un urlo per lo spavento nello stesso tempo in cui mi giro quasi cadendo fino a quando non vedo i suoi occhi, fino a quando non sento la sua risata per essere riuscito a mettermi K.O. con poco << Ma ti sembra normale? >> chiedo stridula senza riuscire a frenare il cuore e mica lo sa che non sbatte per lo spavento.<< Credo di sì… >> storcia le labbra ed io abbasso le braccia che prima erano incrociate sotto il petto
<< Allora? Dove si va? >>
<< Ti fidi di me? >>
<< Sinceramente no... >> mi prende la mano dopo una smorfia da furbo e mi trascina con sé aiutandomi persino ad entrare in questa macchina enorme che ci farà volare e andare, presumo, lontano, ciò che aspetto da quando ho messo piede in questo ospedale.
Ci siamo solo noi e l'autista, non oso neanche immaginare quanto lo abbia pagato, scenderei all'istante e andrei a rubare per avere tutti quei soldi e ridarglieli.
Ci sediamo vicini pur avendo altri centomila posti liberi, lo guardo e non riesco più ad aspettare
<< Mi dici dove andiamo? >> sorride prendendo un piccolo quaderno in pelle marrone con una matita consumata che posa sulle sue gambe<< È una sorpresa, è già abbastanza difficile tenerla per me, non insistere >> lo apre fino ad arrivare alla prima pagina utile, di certo non dopo due/tre.
<< Ma io sono curiosa. Dimmelooo, dai! Uffa... E poi... non mi piacciono le sorprese! Per niente. >> incrocio le braccia nuovamente al petto girando il viso dall'altro lato per mettere il broncio, riprende la mia attenzione posizionando la sua mano sotto il mio mento così da ruotarlo verso i suoi occhi, cosa che mi fa sciogliere immediatamente e addio Amanda arrabbiata, sono sempre più convinta che questa cosa di pari non abbia nulla.
<< Saranno tre giorni in un posto speciale, avremmo notti intense e giornate piene. Adesso però, non chiedermi più niente, ti ho detto già troppo. >> sorrido e gli lascio un forte e breve bacio sulla guancia, gesto che mi mette subito dopo in imbarazzo facendomi abbassare lo sguardo. Il viaggio prosegue piuttosto bene, a volte parliamo del più e del meno, altre disegna, disegna me e lo fa senza neanche guardarmi, come se mi avesse stampata nella sua mente e mi stesse semplicemente riportando sulla carta, lo cura in ogni minimo particolare senza dimenticare neanche quel piccolo neo che ho poco sotto l'angolo destro della bocca, i capelli in disordine e quel sorriso che quando sono con lui non muore mai o mai a lungo.
<< Ti piace? >> mi chiede passandomi il quaderno e come gli spiego che il disegno è stupendo ma io un po' meno? << Credo che questo sia il più bello in assoluto! Ci sei tu, c'è il tuo sorriso, i tuoi occhi e forse, qui, non rendono poi chissà quanto. Ma sei tu e tu sei bellissima! >> lascio il quaderno chiuso sulle sue gambe e mi giro dall'altro lato chiudendo gli occhi evitando di concentrarmi sulla sua mano che si intrufola fra la mia.Tutte le sue parole dolci, le sue attenzioni, la sua presenza: sono cose che io voglio e nello stesso tempo odio.
Cosa farà quando io andrò via per davvero? Cosa penserà quando capirà di aver avuto a che fare con una bugiarda?
La mia vita mi fa paura,
il mio cuore di più
ma i suoi gesti…
mi fanno male.
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I'll stay among the stars... forever
Romance#romanzo Amanda Johns, ormai la sua casa è l'ospedale, soffre di tubercolosi e a quanto pare sembra aver accettato il suo destino, nettamente segnato, doloroso... Odia essere "malata" ma sa bene ciò che gli spetta, tuttavia, quando per puro caso, i...