𝟏𝟑. 𝐜𝐚𝐬𝐭𝐨𝐫.

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Ally

Il viaggio di ritorno fu avvolto nel silenzio, nessuno proferì parola e inevitabilmente ci dividemmo in piccoli gruppetti: io e Bucky seduti a confrontarci su quanto successso; Scott era ai comandi del Quinjet; Iris stava medicando Steve al meglio delle sue possibilità e Visione si prendeva cura di Wanda che, comprensibilmente, era scossa e sempre abbracciata all'androide... tutti noi eravamo scossi dagli eventi e i nostri problemi non erano ancora finiti.
Il Wakanda finalmente apparve davanti a noi in tutta la sua bellezza, illuminato da un belissimo tramondo dai colori tenui, che risvegliarono in me un senso di nostalgia... il Wakanda mi era entrato dentro più di quanto pensassi.
Il nostro veicolo atterrò dolcemente nella zona addetta e Scott spense i motori «Devo dire che questo coso è super veloce!»
Steve lo raggiunse «Shuri lo aveva detto.»
«Diamo a Cesare quel che è di Cesare!»
Ridacchiai, e poi, mentre il sorriso si tramutava in un'espressione seria e preoccupata, dissi «A proposito di Shuri, sarebbe il caso di portagli Wanda.»
Il Capitano annuì «Concordo, ha bisogno di cure.»
Iris, al fianco della Strega Scarlatta, aggiunse «Anche tu Steve, hai una bella ferita che va ricucita!»
«Sto bene, Wanda ha la priorità.»
«Se muori dissanguato non servirai a nessuno.»
Scott mormorò «Non ha tutti i torti, Cap.»
Steve, messo alle strette, li guardò entrambi «Vi ricordo che ho il siero del Supersoldato nelle mie vene!»
Prima che Iris potesse rispondere a tono, lo feci io «Puoi avere il siero del Supersoldato, Steve, ma resti sempre umano, con dei limiti. Vai da Shuri con Wanda, e non provare a scappare, Visione vi terrà d'occhio!»
L'androide annuì «Non vi perderò di vista.»
Il soldato alzò gli occhi al cielo «Fantastico!»
Mi voltai verso Bucky, che se ne stava silenzioso al mio fianco, e soltanto in quel momento mi resi conto del labbro spaccato; gli posai la mano destra sulla sua guancia e dissi «James, stai bene?»
Lui mi guardò dolcemente «Si Allison, tranquilla. Un labbro spaccato non è nulla di che.»
«Ma sanguina! Forse è il caso che vada da Shuri anche tu.»
Posò la sua mano metallica sopra la mia «Non serve, metterò un po' di punti e guarirò.»
«Sicuro?»
«Sicurissimo!» mormorò, poi entrambi ci rendemmo conto degli occhi di tutti puntati su di noi, e a malincuore ci staccammo.
Wanda, che non aveva parlato per tutto il viaggio, chiese «Chi sei tu?» ricordai soltanto in quel momento che la poverina conosceva mia sorella... ma non me.
Sorridendo, risposi «Sono Allison, la sorella di Iris.»
La ragazza la guardò «Non mi avevi detto che avevi una sorella.»
L'altra si grattò la nuca imbarazzata «Mi dispiace, non volevo coinvolgerla, ma... ehi! Ora la conosci!» disse, sforzandosi di far sembrare tutto quello normale, ma scoprire la sua vita nascosta per me era stato un vero e proprio shock.
Visione aggiunse, indicandomi «È stata lei a trovarti, se non fosse stato per la sua bravura non so se avremmo mai trovato la base in cui ti tenevano prigioniera.» la sua voce era intrisa di tristezza e sollievo. La castana gli accarezzò la guancia e poi mi guardò «Ti ringrazio per avermi salvata Allison, te ne sarò sempre grata.»
«Figurati, non abbandono mai nessuno.»
«Mi presenterei ma a quanto pare mi conosci.»
Gli sorrisi «Visione parla molto bene di te.»
«Ne sono felice.»
Ad un certo punto Scott intervenne «Ragazzi, è normale avere un comitato di benvenuto?»
Mi avvicinai ai comandi, per guardare attraverso l'enorme parabrezza e vedere chi ci stava aspettando: T'Challa, Okoye e Nick Fury, quest'ultimo con espressione alquanto incazzata, probabilmente per la missione con Bucky a New York che avevo svolto a sua insaputa.
Sospirai. «Perfetto! Ora chi lo sente!»
«Chi sono?» domandò Iris. Mi voltai verso di lei «Il Re, il suo mastino e l'uomo perennemente incazzato, spero tu capisca di chi sto parlando.» Lei annuì, sbuffò e alzò gli occhi al cielo, poi disse, con tono duro «Capisco perfettamente!»
Avevo già notato l'ostilità tra mia sorella e Nick prima della partenza, ma non avevo potuto, perciò reputai quel momento adatto per parlarne e capire di cosa si trattava.
Mi avvicinai al gruppetto. «Voi portate Wanda e Steve da Shuri, io ed Iris vi raggiungeremo subito per aggiornare la squadra.» loro annuirono, ignorando il vero motivo dell'allontanamento, e scesero spediti giù dalla rampa di ferro del Quinjet per raggiungere l'infermeria. Quando rimanemmo da sole mi voltai verso di lei, con le braccia incrociate al petto e sguardo serio. «Okay, adesso parla!»
Mi guardò confusa «Cosa?»
«Nick! Ho notato le ostilità sai? Non sono stupida.»
Portò lo sguardo sul pavimento metallico dell'abitacolo «Lo so, non ho detto questo.»
«Cos'è successo? Lo chiedo a te perché so che lui non mi risponderà mai.»
«Non onestamente almeno.»
«Lo sai com'è, Iris, e comunque non cambiare discorso.»
Sospirò. «Durante la tua missione con Bucky si è presentato in cucina come un uragano, accusandomi di non essere venuta con te, di averti lasciata da sola con il tuo ragazzo. Quando gli ho detto che si poteva fidare si è infuriato ancora di più, dicendomi che dovevo crescere e riprendermi, perché tu lo avevi fatto, eri addirittura andata in missione. Non ci ho visto più e mi sono arrabbiata.»
Restai allibita mentre lei vomitava tutta quella frustrazione. Sapevo quanto Nick fosse sempre preoccupato anche quando andavamo in missione ai tempi dello S.H.I.E.L.D., ma non aveva mai aggredito nessuna di noi, prima. «Iris, mi dispiace, io... perché l'ha fatto? E perché ti sei arrabbiata? C'è sicuramente un motivo.»
«C'è una risposta a tutte queste domande, e si tratta di te.»
«Di me?»
«Si! Ha sempre avuto una predilezione per te, Allison, ed era palese a tutti quelli a conoscenza del fatto che era il nostro padrino, quindi non dirmi che non te ne eri accorta.»
«È la verità, non me ne ero mai accorta».
«O non volevi vedere.»
La fissai, aggrottando le sopracciglia. «Non mi accuserai di mentire, vero? Perché se parliamo di bugie, tu ne sai più di me!» buttai fuori, esterrefatta. Mi dispiaceva rivangare il passato, ma non ero mai stata una bugiarda, e non poteva accusarmi proprio di quello; era una cosa che odiavo.
Lei mi guardò. «Mi pare di averti chiesto scusa.»
«Lo so, ma non puoi accusarmi di una cosa del genere.»
«Vero...» sospirò «Scusa Ally, non volevo accusarti di mentire è solo che la situazione con Nick mi ha turbata. Ho sempre saputo che sei la sua preferita, solo che avevo deciso di non vedere.»
Gli posai le mani sulle spalle «Oh Iris, mi dispiace che ti senta così e mi dispiace di non averlo capito.» sospirai e continuai «Non lo dimostra, ma Nick ti vuole molto bene. Sai che non è una persona aperta, ma ciò non significa che tiene più a me che a te. Anche quando lavoravamo per lo S.H.I.E.L.D. era preoccupato per noi, ma quello che ci è successo ha accentuato la cosa, posso capirlo un pochino.»
«Hai ragione, ma non doveva aggredirmi in quel modo. Io non sono come te, ma lui sembra dimenticarsene.»
«Lo so, sfortunatamente anche lui ha dei difetti.» le tolsi le mani dalle spalle. «Gli parlerò io, non preoccuparti. Farò ragionare quella testa calda del nostro padrino.»
«Non devi, so cavarmela da sola.»
«Lo so, ma che sorella maggiore sarei se non intervenissi? Non preoccuparti, gli parlerò dopo che avremmo parlato agli altri di Castor.»
«Se te la senti fa pure, so che quando ti metti in testa una cosa non c'è verso di farti cambiare idea.»
«Esatto, quindi non tentare di farlo.» poi guardai fuori e continuai «Ci conviene raggiungere gli altri prima che Nick si incazzi di più, aveva già una faccia arrabbiata quando siamo atterrati.»
«Hai pronto l'estintore in caso prenda fuoco?»
«Non serve l'estintore, posso usare i miei poteri.»
Lei ridacchiò e disse «In tal caso, creerò una piccola folata di vento per spegnerlo definitivamente.» poi dopo aver preso il borsone con le cose recuperate alla base da Iris, scendemmo dal Quinjet diretti verso i due Wakandiani e al nostro padrino. Ultimamente il nostro vecchio gruppo aveva risentito dell'alleanza con i membri degli Avengers e la cosa mi dispiaceva parecchio, perché avrei voluto che quella situazione non ci dividesse o cambiasse ciò che eravamo, prima della chiamata e del Wakanda. C'era una sola cosa positiva in tutta quella situazione: Bucky.
Arrivati davanti al trio con il pesante borsone in mano, T'Challa ci sorrise calorosamente. «Bentornate, ragazze. Spero che il viaggio e la missione siano andati bene, anche se la sola vista di Wanda è già una risposta.» disse, facendo scivolare lo sguardo prima su di me, e poi su Iris. Aveva sempre parole gentili per tutti, ed emanava un'aura tranquilla, di quelle che ti facevano fidare immediatamente, ma non riuscivo ad ignorare le strane occhiate che lanciava ad Iris, cosa che lei non sembrava aver notato.
Sorrisi. «È così, abbiamo dovuto combattere ma alla fine siamo riusciti a salvarla.»
«Ne sono lieto, anche se ho visto il Capitano, il Sergente Barnes e il signor Scott feriti.»
«Abbiamo dovuto dividerci e loro hanno affrontato la maggior parte della resistenza.»
«Li ho già spediti da Shuri, anche se mi hanno detto che avete nuove informazioni.»
Fu Iris a rispondere. «Esattamente. Non sappiamo ancora il suo completo coinvolgimento, ma potrebbe portare a una svolta.»
Gli sorrise. «È fantastico! Forse riusciremo a capire le prossime mosse.»
«Lo spero, non vorrei che fosse un buco nell'acqua.»
Nick intervenne nella discussione. «Sono in quel borsone?» domandò, e per quanto cercasse di avere un tono professionale, non ci riuscì affatto; una nota arrabbiata macchiava le sue parole, come veleno, ma non sapevo se ne miei confronti o di quelli di mia sorella. Annuii, alzando l'oggetto in questione. «Abbiamo preso il più possibile, c'era così tanta roba che sarebbe servito un furgone per portare via tutto. Sfortunatamente siamo dovuti andar via, per non incappare nei rinforzi, nel caso fossero stati chiamati.»
Il Re del Wakanda annuì con tono grave. «Capisco, e avete fatto bene.» poi guardò la donna al suo fianco. «Okoye, porta il borsone a mia sorella e digli di iniziare subito ad analizzare tutti i dati criptati e di avvisarmi, nel caso trovasse qualcosa.»
La donna passò la lancia nell'altra mano, poi prese il borsone che le porgevo e se ne andò, diretta al laboratorio; speravo Shuri trovasse qualcosa di utile in tutta quella roba.
Prima che potessi parlare Nick intervenne, incrociando le braccia al petto. «Potrei parlare con le mie figliocce per qualche secondo?» domandò, e io alzai gli occhi al cielo; ecco la paternale.
T'Challa rimase interdetto dalla richiesta, ma annuì e poi disse «Quando avrete finito raggiungeteci alla sala del trono, così potrete raccontare tutto quello che avete scoperto.» poi, senza attendere una risposta, si allontanò con le mani dietro la schiena, diretto verso il palazzo. Di certo non era quello il momento più opportuno per affrontare quella conversazione, ma la cosa non poteva essere rimandata, anche se Iris era a disagio nel stargli vicino. Rimasti soli, tra noi calò un silenzio pesante e fastidioso, fatto di sguardi astiosi soprattutto tra Iris e Nick; fu quest'ultimo però a spezzarlo, guardando me. «Ho saputo della tua scappatina a New York con Barnes per salvare uno Stregone.»
Incrociai le braccia al petto. «Esatto, andava salvato e non c'era tempo di convocare una riunione. La vita di quello Stregone era appesa a un filo e poi ho scoperto dove si trovava Wanda, mi sembra di aver fatto una buon lavoro.»
«Non lo metto in dubbio, e sono fiero del lavoro che hai fatto, ma non saresti dovuta andare da sola.»
«Non ero da sola, avevo Bucky che mi guardava le spalle!»
«Ma non era tua sorella! Voi siete una squadra e, francamente, saperti da sola con il Soldato d'Inverno non mi ha rassicurato affatto, Allison!»
«Dovrebbe! Mi ha guardato le spalle nello stesso modo in cui avrebbe fatto Iris. Non eri tu che dicevi che dovevo integrarmi nel gruppo?» domandai, con voce seria.
«Si, ma non con il Soldato d'Inverno!» ribattè lui; non mi piaceva che lo chiamasse in quel modo, neanche un po'.
«Lui si chiama Bucky! Non Soldato D'Inverno!» gridai, fuori di me. Finché le persone continuavano a chiamarlo in quel modo non sarebbe mai riuscito a lasciarsi il passato alle spalle; non che me per fosse diverso, visti gli ultimi avvenimenti, ma essere chiamato costantemente con il nome dell'assassino dell'Hydra non aiutava di certo la sua autostima.
Mi guardò con aria stupita: in tutti quegli anni non gli avevo mai gridato contro, era la prima volta; comunque, lo stupore passò quasi subito. La sua espressione divenne consapevole, come se avesse capito qualcosa soltanto in quel momento. «Non ci credo, ti sei infatuata di lui!» mormorò, come se fosse orribile.
Lo guardai con sfida. «Se per infatuata intendi posare le mie labbra sulle sue e avvinghiare la mia lingua alla sua, si! Sono infatuata di lui!» non m'importava d'aver utilizzato un tono impertinente, ormai tutte le mie buone intenzioni erano state spazzate via da una folata di vento.
Sgranò gli occhi «Vi siete baciati?»
«Esatto!»
«Lo conosci da tre giorni!»
Alzai gli occhi al cielo. «Perché me lo ricordate tutti? Mi basta già Owen, non mi serve che lo faccia anche tu.»
«Fa bene a ricordartelo, signorina, vi ho portate qui per aiutarli e non per accoppiarvi.»
«Tra due persone può capitare, Nick, non capisco questo tuo disappunto.»
«Perché aspiro a qualcosa di meglio per te che un assassino! Ha le mani sporche del sangue di molti innocenti, e tu invece che stargli alla larga lo baci!»
«Allora ti farà piacere sapere che abbiamo deciso di provare a stare insieme.»
«Cosa?» mi rifilò un'occhiataccia «Te lo proibisco, Allison.»
Lo guardai male. «Tu proibisci a me di stare insieme a Bucky? Forse sei fuori strada, te l'ho detto per farti capire che non mi importa di ciò che ha fatto, lui è un brav'uomo e non merita tutto questo rancore.» risi senza divertimento «Te la sei presa perché ti ha sparato, vero?»
«Direi! Quello è un pazzo omicida che ha ucciso innocenti per settant'anni!»
«Non è colpa sua! L'Hydra lo obbligava a uccidere!»
«Perché ti piace così tanto?»
«Perché lui mi capisce!» gridai, alzando la voce per la seconda volta in quel breve lasso di tempo. Non potevo negare che Nick mi era stato vicino dopo le torture che l'Hydra mi aveva inflitto, ma Bucky le aveva passate in prima persona e sapeva cosa voleva dire perdere una parte di sè stessi.
«Come se fosse l'unico.»
«Vedi altri sopravvissuti a quelle torture?»
«No.»
«Io e Iris siamo salve perché tu e Clint ci avete salvate in tempo, prima che diventassimo un'arma. Bucky c'è rimasto per settant'anni, inconsapevole di chi fosse in realtà, e se Steve non si fosse battuto per liberarlo sarebbe ancora lì nelle loro mani. Come vedi, non molti sono riusciti a liberarsi da quei tentacoli.»
«Non puoi paragonare le vostre esperienze, Allison».
«No? Cosa credi che sarebbe successo se non ci aveste salvate?»
Restò in silenzio, e io continuai come un treno in corsa, ormai al limite della sopportazione. «Ci avrebbero fatto il lavaggio del cervello e usate come arma, proprio come lui, quindi l'unica differenza è che ha dovuto sopportare le torture dell'Hydra per settant'anni invece che per qualche giorno.»
Alzò le mani. «Okay, ammetto che su questo siete simili, ma questo non significa che accetto la vostra relazione.»
«Non devi accettarla, non sono qui per la tua benedizione, sapevo che non l'avrei ottenuta, ci tenevo solo ad informarti.»
«E cos'hai pensato quando hai deciso di dirmelo? Che ne sarei stato felice? Perché non lo sono affatto!»
Stavo per ribattere, ma fu Iris a intervenire. «Quando mai sei felice di qualcosa Nick? Ogni cosa che facciamo non ti va bene.»
La guardò. «Non permetterti di parlarmi in questo modo, signorina e non mi è piaciuto come te ne sei andata la scorsa volta, non avevamo finito.»
Mia sorella incrociò le braccia al petto. «Si che avevamo finito! Non avevo intenzione di restare in una stanza con qualcuno che ha intenzione di criticarmi senza sosta perché non sono andata con mia sorella, fregandosene di come sto.»
«Non è vero».
«No? Sei entrato come un uragano di livello 5 e mi hai sputato addosso la tua delusione fregandotene di come stavo. Sarò una combattente, certo, ma non sono un soldatino che comandi a bacchetta.»
«Ammetto che ho esagerato, ma quando ti ho richiamato stavo per scusarmi.»
«In quel momento non volevo ascoltare niente che uscisse dalla tua bocca, e poi potevi cercarmi, cosa che non hai fatto. Ergo, le tue scuse non erano poi così importanti.»
«Non trattarmi così, come se non me ne fregasse nulla di te, Iris. Chiuderti a riccio è la prima cosa che fai ogni volta che litighi con qualcuno, sapevo che sarei andato a sbattere contro un muro di cemento.»
«E hai supposto fosse così anche questa volta, no Nick? Non hai pensato che mi avrebbe fatto piacere ricevere le tue scuse? Hai avuto la tua possibilità, prima che partissi per la missione, ma l'unica cosa che hai fatto è stata guardarmi male.»
«Non era mia intenzione...»
«Non lo è mai, ma alla fine qualcuno finisce sempre per soffrire, e da quando siamo qui le cose vanno sempre così. Non lo farai intenzionalmente, ma da quando ci hai chiamate sei un'altra persona.»
Si passò la mano destra sul viso, strofinando l'occhio buono. «So che alcune mie decisioni vi hanno fatto soffrire, ma se adesso sembro diverso è perché voglio impedire a Fenice di fare del male alle persone che mi stanno a cuore, soprattutto voi due.» mormorò, e io sospirai. Sapevo quanto ci volesse bene, ma per anni era stato abituato ad essere l'imperturbabile Nick Fury direttore dello Shield, e questo l'aveva portato a non esternare i propri sentimenti; mi sarebbe piaciuta solo un po' di comprensione, anche se forzata.
«Lo sappiamo, ma mettiti nei nostri panni: siamo arrivate qui piombando tra capo e collo, pronte a collaborare con persone che, almeno per una di noi, erano del tutte sconosciute. L'unico con cui ho legato è Bucky.» sospirai «Lo so che la cosa non ti fa piacere, e non pretendo che tu l'accetta subito. E si, forse è davvero successo tutto troppo in fretta, d'altronde non ci conosciamo ancora a fondo, ma se ho imparato qualcosa in questo periodo è che bisogna vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. E io intendo farlo, Nick, soprattutto dopo quello che ci è successo.»
Abbassò lo sguardo a terra. «So di avervi trascinate qui senza preavviso, proprio adesso che avevate raggiunto un equilibrio, che vi eravate ricostruite una vita, e so anche di non potermi imporre. Ma se siete qui è perché avevo bisogno di persone affidabili, e per quanto ci prova non riesco a fidarmi del tutto degli Avengers.» disse, mettendosi a nudo come mai prima di quel momento; gli leggevo in viso il rimorso per averci trascinate in quella situazione.
«Sappiamo che fai fatica, ma devi, non hai altra scelta. E poi noi sappiamo quello che stiamo facendo.»
«So anche questo Allison, vi ho addestrate personalmente, so cosa sapete fare.» sospirò «Mi servirà del tempo per accettare questa storia tra te e Barnes.»
Gli sorrisi. «Lo so e l'apprezzo, non avrei mai pensato che lo facessi subito.»
«Mi conosci bene.»
«Esatto!» poi indicai mia sorella. «Dovete risolvere questa situazione adesso, oppure rischieremo di togliere attenzione alla missione.» I due si fissarono per qualche secondo, ma fu Nick a cominciare.
«Mi dispiace per come ho reagito, Iris. So di averti ferito e se potessi tornerei indietro.»
Lei incrociò le braccia al petto. «E a me dispiace di aver reagito con furia. È solo che...» si bloccò, cercando di non dire ciò che pensava.
«Che?»
«Tieni di più ad Allison che a me. Lo so che è stupido, e infantile, perché ormai sono una persona adulta e non ho bisogno di attenzioni, ma quelle mancate di mio padre bruciano ancora, da qualche parte nel profondo.»
Alexander Pierce non era mai stato affettuoso nei nostri confronti, se non quando dovevamo presenziare alle riuonioni insieme a lui, perciò l'affetto era stato perlopiù inesistente. Nick ci aveva amate abbastanza da non permetterci di diventare insensibili come nostro padre.
Fissò mia sorella con sguardo ferito. «Mi dispiace, non credevo d'aver dato questa impressione, ma se ai tuoi occhi è così allora ti chiedo scusa, Iris. L'ultima cosa che voglio è ferirvi.» vederlo in quello stato mi riempì di sensi di colpa, ma non dovevo intervenire. D'altro canto, anche Iris aveva una faccia sofferente. «Nick...».
Lui la interruppe, avvicinandosi. «Non sono bravo con i sentimenti, ormai dovreste averlo capito, ma voglio che sappiate che amo entrambe allo stesso modo. Vi ho cresciuto e il mio unico rammarico è che non portiate il mio cognome.» poi, inaspettatamente, ci attirò a se in un abbraccio soffocante, mentre ci accarezzava dolcemente i capelli; decisamente inusuale e inaspettato da parte sua, ma ricambiammo e la questione fu archiviata senza altre parole.
Quando ci staccammo cambiò immediatamente discorso. «Allora, oltre alla Maximoff avete recuperato anche informazioni.» la cosa non mi stupì, lui era fatto così, e poi non c'era altro da dire, perciò incrociai le braccia al petto.
«E molto interessanti, aggiungerei. Forse possiamo avvicinarci di più a Fenice.»
«Di cosa si tratta?»
Fu Iris a rispondere. «Di una nostra vecchia conoscenza, preferiremo parlarne quando saremo tutti riuniti.»
«Speriamo solo di riuscire a decifrare tutte quelle informazioni.»
«L'unica che può riuscirci è Shuri, ho fiducia in lei.»
Annuì. «Non ho dubbi, l'importante è che ci sia qualcosa di utile. Ma basta cincischiare, ci aspettano, e di certo avremo tutte le risposte.»
Mi sorrise. «Diretta come sempre, Ally.»
«Mai rimandare quello che puoi fare subito.»
«Questa ve l'ho insegnata io, non usarla contro di me, prego.»
«Non mi sognerei mai!» ridacchiai. Lui ci posò le braccia sulle spalle e insieme ci avviammo verso il palazzo, per decidere le prossime mosse; la situazione diventava sempre più critica.

Operazione J.E.R.I.C.H.ODove le storie prendono vita. Scoprilo ora