𝟏𝟐. 𝐭𝐡𝐫𝐞𝐞 𝐡𝐮𝐧𝐝𝐫𝐞𝐝 𝐚𝐧𝐝 𝐬𝐢𝐱𝐭𝐲 𝐝𝐞𝐠𝐫𝐞𝐞𝐬.

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Iris.

Fu il lieve bussare alla porta a svegliarmi.
Aprii lentamente gli occhi, mentre i sensi ricominciavano ad attivarsi e mi accorgevo di avere le gambe attorcigliate alle lenzuola; bussarono di nuovo, così mi decisi a rispondere.
«Avanti.» esclamai, il tono di voce impastato a rivelare che mi ero appena svegliata, e mi sistemai meglio sul letto, poggiando la schiena alla testiera. La porta si aprì lentamente e Ally, accompagnata da Owen, fece capolino con un sorriso tenero a dipingerle le labbra.
«Ti abbiamo svegliata?» domandò, mentre Owen alle sue spalle richiudeva la porta. Le sorrisi di rimando e la invitai a sedersi sul letto, battendo svariate volte la mano sul materasso; lei non se lo fece ripetere due volte e si lasciò cadere al mio fianco, sfilando le scarpe.
«Tranquilla, non è grave.» la rassicurai, sospirando subito dopo; mi sentivo esausta, più del dovuto, e la testa mi doleva.
«Come ti senti?» domandò Owen, lo sguardo preoccupato e le braccia incrociate al petto.
«Bene,» mentii «meglio di quanto pensiate.» aggiunsi, perché non mi andava di farli preoccupare. «E tu?» chiesi, rivolta ad Ally.
Lei mi guardò per qualche secondo, titubante, poi il suo sguardo si perse in un qualche ricordo, e sorrise. «Bene.» confermò, facendomi l'occhiolino.
«Che ti è preso nella sala del trono?» domandò Owen e io mi girai a guardarlo.
«Non lo so,» risposi, perché era la verità «non mi ero nemmeno resa conto d'aver afferrato il pugnale. L'ho fatto e basta, senza pensare.» aggiunsi poi, un brivido mi attraversò la schiena. Ero stata completamente in balia delle mie emozioni, e non andava bene.
Se non ci fosse stato Steve, pronto a reagire...
«Non è da te!» rincarò Owen e io sospirai, aveva perfettamente ragione. Liquidai la questione con un'alzata di spalle, non mi andava di parlarne. Sapevo che, visto dai suoi occhi, era qualcosa di strano: Owen non mi mai visto crollare, era sempre Ally quella che affrontava i discorsi sul nostro passato con lui. A proposito di Ally, insospettita dal suo mutismo, e preoccupata da ciò, mi girai a guardarla, ma capii immediatamente che quel silenzio non era collegato agli avvenimenti della sala del trono. Era raggiante.
Un sorriso "ebete" le dipingeva le labbra, gli occhi erano persi nel vuoto, ma brillavano di un'emozione che non le avevo mai visto indosso.
«Ally?» chiamai, lei sobbalzò e portò lo sguardo su di me. Nelle sue iridi color cioccolato c'erano svariate sfumature di emozioni, tra cui il rammarico, perché non mi stava prestando la benché minima attenzione.
«Scusami.» mormorò, senza riuscire a nascondere l'ennesimo sorriso.
«È successo qualcosa?» chiesi, mentre un mezzo sorriso dipingeva le mie, di labbra.
Era troppo felice, doveva essere successo qualcosa per forza; la curiosità prese pieno possesso del mio corpo e, in un raptus, le afferrai le mani, quasi avessi paura potesse scappare via senza dirmi nulla.
Lei mordicchiò il labbro inferiore e lanciò una breve occhiata ad Owen; quest'ultimo si concentrò su di lei e inarcò un sopracciglio perché, per quanto la conoscesse, non poteva leggerla come facevo io e perché, probabilmente, non ci stava capendo nulla.
«Ecco...» mormorò, tentennante. Si perse in un ricordo che la fece arrossire come una scolaretta e io mi stupii, perché non l'avevo mai vista così. «Io e James ci siamo baciati, prima.» vomitò alla fine, col tono incredulo di chi non è propriamente sicuro di quello che è successo. Mi portai le mani alla bocca, inspirando di botto e rumorosamente.
«Cosa?» domandai, in contemporanea con Owen; a differenziarci soltanto i nostri toni.
Il mio, tinto di una sorpresa dolce, mentre quello Owen sporco di una stizza che non gli avevo mai sentito usare.
Fui così sorpresa dal suo tono, che mi voltai a guardarlo con un sopracciglio inarcato, ma lui aveva occhi solo per Ally; la sua espressione era furiosa. Aveva lasciato scivolare le mani lungo i fianchi e teneva la fronte crucciata, a dimostrazione di tutta la sua disapprovazione.
Non mi aspettavo salti di gioia, ovviamente, ma nemmeno l'ira funesta che si sarebbe scatenata da lì a pochi istanti.
«Owen!» rimproverai, nel vano tentativo di fermare qualsiasi cosa stesse per dire, ma lui m'ignorò, quasi non esistessi. Ally lo fissava con la bocca aperta, presa di sorpresa.
«Come hai potuto baciarlo?» domandò, allargando le braccia «Lo conosci si e no da tre giorni, è praticamente uno sconosciuto. Cosa diavolo ti è saltato in testa?» urlò, gesticolando come un ossesso. Ally, sconvolta da quella reazione spropositata, balbettò parole sconnesse: gli occhi spalancati per lo stupore, i capelli che ondeggiavano accompagnando i movimenti della sua testa.
«Sei un'incosciente, Allison! Un'immatura! Come hai potuto fare una cosa del genere? Sei per caso impazzita? È un ex criminale. Non sai praticamente niente di lui e ti fiondi così tra le sue braccia? E mi hai pure mentito, prima!» continuò, la voce che continuava ad alzarsi.
Irata, scattai in piedi e mi parai davanti a lui, fulminandolo con lo sguardo.
«Piano con le parole, Jordan, altrimenti sarò costretta a spedirti sulla luna a suon di calci in culo. Sono stata abbastanza chiara?» chiesi, incrociando le braccia al petto. Lui emise un verso di frustrazione, alzò le mani al cielo e lasciò la stanza, sbattendo la porta dietro di se. Calò un silenzio pesante, ero sconvolta; aveva avuto una reazione spropositata.
«Ma cosa gli è preso?» domandò Ally, con un filo di voce, spezzando il silenzio opprimente.
Mi lasciai cadere di nuovo sul letto e le afferrai una mano, per attirare la sua attenzione; lei puntò i suoi occhi confusi su di me.
«Non devi dar peso alle sue parole, Ally.» la rassicurai, sorridendole a labbra strette.
Lei sospirò, e nei suoi occhi s'insinuò il dubbio.
«E se avesse ragione?» domandò, la fronte contratta in un'espressione pensierosa.
«Assolutamente no!» ribattei «Owen è geloso, tutto qua. Questo non significa che il tuo bacio con Bucky sia sbagliato, soprattutto se siete stati entrambi a volerlo. È una cosa bella, soprattutto in un momento del genere.» conclusi, stringendole le mani con affetto.
«Geloso?» domandò lei, inarcando un sopracciglio; le accarezzai una guancia, sospirando subito dopo.
«Tra le due sarò anche io la più piccola, ma tu sei veramente ingenua, Ally.» mormorai, scuotendo il capo. Lei mise su il broncio ed io roteai gli occhi.
«Andiamo, Ally, non dirmi che non hai mai notato il modo in cui Owen ti guarda.» dissi, accoccolandomi di nuovo tra le lenzuola con movimenti pesanti, mentre un mal di testa fastidioso si faceva lentamente largo. Ally si distese al mio fianco, con lo sguardo puntato al soffitto e un sopracciglio inarcato.
«Assolutamente no.» ribatté e alzai gli occhi al cielo, soffocando uno sbuffo esasperato.
«Tesoro, Owen è praticamente pazzo di te e non riesco a credere che tu non te ne sia accorta, davvero.» mormorai, scuotendo il capo. Era davvero ingenua, allora, non fingeva affatto. Lei restò in silenzio per un po', confusa da quella mia rivelazione, perciò decisi di spostare la conversazione su un altro punto che m'interessava. D'altronde, ero pur sempre sua sorella, dovevo indagare.
«Comunque ci stiamo concentrando sul punto meno interessante, Owen non me ne voglia, della questione.» mormorai, tirandomi su e poggiando di nuovo la schiena alla testiera del letto «Allora, com'è stato baciare Bucky?» chiesi, mentre un sorrisetto impertinente si faceva spazio sul mio viso; al solo ricordo le sue guance si tinsero di rosso.
«Meraviglioso.» mormorò, sospirando subito dopo; vederla così mi scaldava il cuore di gioia. «L'ho baciato per prima, e devo dire che all'inizio lui è rimasto spiazzato.» rivelò, mentre si tormentava le mani; la notizia mi stupì così tanto che strabuzzai gli occhi e scattai in avanti.
«Non quanto lo sono io in questo momento.» esclamai, e lei esplose in una risata genuina.
Allison che faceva la prima mossa? Il Wakanda le faceva proprio bene.
«Poi però ha ricambiato e, che resti tra noi, devo dire che bacia davvero bene.» continuò, facendomi l'occhiolino.
«E bravo il nostro Sergente.» ribattei io, fingendo un applauso; quel momento di spensieratezza era tutto ciò di cui avevamo bisogno, visto quello che era successo.
All'improvviso, però, si fece seria.
«Non credi sia troppo presto?» domandò, sedendosi a gambe incrociate. La fissai per qualche secondo, poi sospirai.
«È davvero importante? D'altronde, soltanto voi due sapete cosa provate quando siete l'uno in compagnia dell'altro. E si, magari potrebbe risultare un po' affrettato, ma con tutto quello che abbiamo passato, Ally, con tutto quello che c'è capitato, vivere a trecentosessanta gradi è l'unica opzione che c'è rimasta.» dissi, tutto d'un fiato, sorridendole.
Lei restò in silenzio per un po', soppesando le mie parole, poi ricambiò il mio sorriso.
«Credo tu abbia ragione.» esclamò, annuendo alle sue stesse parole; allargai le braccia, in risposta.
«Lo so, sono la più saggia, tra le due. Però dì a Barnes di non spezzarti il cuore, perché altrimenti avrà bisogno di qualche protesi in più.» dissi con tono scherzoso, anche se in realtà ero molto seria. Ally rise, ben consapevole però di quanto fossi seria.
«Ora ti lascio, tu hai bisogno di riposare e io mi devo preparare per una missione.» disse, come se fosse una cosa normale; mi ci volle qualche secondo per assimilare del tutto le sue parole, poi scattai sugli attenti.
«Missione?» domandai, mentre aggirava il letto diretta alla porta, pronta a svignarsela; si girò a guardarmi e mi rifilò un sorriso di scuse.
«Owen ha sbloccato il prossimo obiettivo, ma non è riuscito a bloccare il Malware con cui ci spiavano, prima di farlo. Ora dovrebbe essere tutto risolto, ha sbloccato del tutto il cellulare, e noi dobbiamo andare a recuperare questo Doctor Strange, o come diavolo si chiama, a New York.» rivelò, tutto d'un fiato, come una bambina scoperta a fare una marachella.
«Si, ma se ha eliminato il Malware dopo aver sbloccato l'obiettivo, significa che Fenice sa che state arrivando. Vi staranno aspettando. E poi con "noi" chi intendi? Chi ti accompagnerà? Perché, da quanto ho capito, non stai parlando di me.» chiesi, incrociando le braccia al petto.
Lei sospirò, rassegnata.
«Sto parlando di Bucky.» spiegò, e in tutta risposta strabuzzai gli occhi.
«Ally!» esclamai, con tono esasperato.
«Andiamo, Iris, non abbiamo tempo per una mega riunione e infinite discussioni, dobbiamo sbrigarci e io e Bucky siamo gli unici disponibili nell'immediato.» spiegò, ma io scossi il capo.
«È pericoloso! Barnes è ricercato, se vi scoprono verrete arrestati, entrambi! Non ti lascio andare a New York con lui, mettendo a rischio l'incolumità di entrambi.» ribattei, gesticolando come un'ossessa.
«Iris!» esclamò lei, col tono esasperato che avevo utilizzato io poco prima, ma non volevo sentire ragioni. Era da pazzi, un pericolo che non dovevano assolutamente correre; se li avesse catturati il Governo probabilmente non li avremmo mai più rivisti, né avremmo potuto salvarli.
«Ci andiamo noi. Non siamo ricercate, così possiamo muoverci senza dare nell'occhio, ma Barnes... vi troveranno subito.» spiegai, allargando le braccia; lei scosse il capo.

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