Capitolo 4

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Dopo pranzo andammo nell'aula di difesa contro le arti oscure dove ci aspettava un professore giovane e arzillo.
"Benvenuti, nostri nuovi amici" ci disse
Parlava strano peró.
"Come vedete, oggi sono presenti tutte e quattro le case del vostro anno" continuó
"Questo perché vorremmo vedere per bene come ve la cavate con le creature magiche" sorrise
Creature magiche ne avevo viste fin troppe.
Infondo alla stanza un armadio tremó.
"Quello lì dentro è un mollicio, prende la forma in base alle paure di un mago" riprese il professore
"I maghi li sconfiggono con un semplice incantesimo, ma vediamo come fate voi" disse
"Jason? Vuoi cominciare tu?" chiese
Jason annuì e avanzó difronte l'armadio. Con un movimento di polso, il professore, Aprì l'armadio da cui, lentamente, uscì una donna dai capelli neri, come gli occhi, e un vestito bianco.
Conoscevo fin troppo bene quella donna, era colei che mi aveva portato via dalla mia vita per ben sei mesi.
Annabeth mi strinse più forte la mano e percepì anche la sua frustrazione.
"Sai dirmi chi è questa donna?" chiese il professore
"È Era, la dea del matrimonio e la più.."
Jason si trattenne per non venir fulminato dal suo stesso padre.
Era inizió a parlare su come stesse progettando di fargli perdere di nuovo la memoria e vidi Jason stringer e pugni. Dalle mani di Jason fuoriuscirono scintille e un momento dopo Era fu fulminata e si dissolse in polvere.
"Oh, wow.." disse piano il professore
La classe piombó nel casino più assoluto mentre Jason si allontanava.
"Mh.. Ehm, Calypso?" chiese il professore
Calypso si avvicinó al mucchio di polvere e quello inizió a roteare in un vortice fino a prende la forma di Atlante.
"Padre.." mormoró a denti stretti Calypso
Prese una freccia, la incoccó nell'arco, mentre il titano si avvicinava, e lo colpì dritto al cuore dissolvendo il titano in polvere.
"Grandioso, complimenti" disse il professore sorridendo
Calypso tornó al fianco di Leo che la guardava per chiederle come stesse.
"Hazel, dai è il tuo turno" disse il professore
Hazel attraversó l'aula senza ombra di paura, ma sbiancó quando la polvere prese la forma di Thantos.
Hazel alzó le braccia verso l'alto, evocando decine di minerali accuminati come coltelli, e poi diresse le sue mani verso il dio con un urlo di rabbia. Alla fine nell'aula era piombato il silenzio se non per il fiatone di Hazel. La riccia guardó un ultima volta la polvere e tornó infondo alla stanza. Tutti rimasero in silenzio, impauriti.
"Frank?" chiese il professore
Frank si fece avanti incerto e aspettó che la polvere si trasformasse. Non appena vide in cosa si stava trasformando, un serpente (di quelli affrontati nella sua prima missione) sputafuoco, si trasformó in un aquila facendo spaventare il serpente e riducendolo in poltiglia.
Frank tornó normale, con le guance leggermente arrossate. La stanza era silenziosa ma si riempì di applausi e grida divertite.
"Grandioso, davvero stupendo" disse il professore sorridendo
"Piper! Fatti avanti" continuó divertito
Frank e Piper si sorrisero mentre si scambiarono di posto. Il sorriso di Piper svanì in fretta quando si ritrovó di fronte Medea, la donna che ha fatto combattere i suoi due migliori amici, che le diceva che era una delusione, per suo padre, per sua madre e per i suoi amici.
"Io. Non. Sono. Una. Delusione" disse Piper con la lingua ammaliatrice
"Ho salvato il mondo dalla Guerra con i Giganti insieme ai miei amici, sono una fiera figlia di Afrodite e non mi faró mettere i piedi in testa da te" continuó
Detto questo la principessa della colchide si dissolse.
"Quando si dice, potere alle parole" disse il professore
"Will, fatti avanti" si riprese
Will si ritrovó difronte alla massa di polvere che ben presto prese la forma di un Nico trasparente e stanco. Will rimase immobile.
"Forza Will" disse qualcuno dei Tassorosso
"Mi serve un tavolo per le pozioni" mormoró il figlio di Apollo
Il professore fece comparire un tavolo per le pozioni e subito Will si mise all'opera.
In pochi secondi finì e lanció contenuto del calderone addosso al molliccio. La figura di Nico riprese forza e poi si disintegró.
"Distillato di morte vivente, l'abbiamo fatto oggi in classe" mormoró
"Posso rifarlo se volete" disse il biondo con freddezza
Era scosso.
"Ho anche arco e frecce" continuó usando il solito tono distaccato dei dottori
"Va bene così, grazie" disse il professore
"Percy?" chiese
Mi feci avanti e, presto, la polvere prese la forma dei corpi morti delle persone a me più care. Mia madre, Annabeth e Tyson, c'era anche Grover. Ebbi un tuffo al cuore e quasi mi lasciai abbandonare.
"Percy.." mi disse piano il professore
Evocai, con le mani, l'acqua dall'acquario lì vicino e provocai un onda che fece sbattere i corpi contro il muro. Ritirai l'acqua e i corpi divennero polvere.
"Bene" disse il professore leggermente imbarazzato
"Leo, tocca a te" continuó
Mi scambiai di posto con Leo. La sua paura, forse, era la più reale di tutte: un buco per terra. Un enorme buco a me troppo familiare.
Leo prese dalla tasca alcuni fili di ferro e alcune molle. Con le mani tremanti creó una mosca a molla e la lanció nel tartaro. Come a dimostrare che fosse vivo quello lo inglobó senza la classica caduta che caratterizza il tartaro. Leo chiuse gli occhi e respiró profondamente. Evocó il fuoco in una mano e diede fuoco a quello stupido molliccio.
"Così va bene?" chiese Leo
"Be.. Benissimo" rispose il professore
"Annabeth?" chiese
Annabeth camminó verso le ceneri. Quelle si trasformarono in un vortice prendendo la forma di Arcne, dea dei ragni e peggior nemica dei figli di Atena.
Mi riafforó alla menta il Tartaro, quando Annabeth vagava cieca, e mi sentì il cuore stritolare.
Vidi le mani di Annabeth tremare ma, dopo un respiro profondo, era come sempre pronta a tutto. Con gesto fulmineo prese il suo pugnale e lo lanció in mezzo agli occhi del ragno distintegrandola.
"Niente male" disse il professore sorridendo
Tutta la classe rimase sul filo del rasoio.
Annabeth tornó al mio fianco e mi prese la mano prima di poggiare la testa sul mio petto. La strinsi a me e le misi il mento sulla testa, mi Guardai intorno e vidi un ragazzo Serpeverde con i capelli color platino che ci guardava.
"Tu e Annabeth aveva più cose di quanto pensi in comune" borbottó Hermione a Ron
"Andiamo, Nico, manchi solo tu" disse il professore
Nico si fece avanti e il suo sgaurdo si infurió quando il molliccio prese la forma di un enorme mostro di metallo e ingranaggi: il mostro che ha ucciso sua sorella Bianca.
Nico unì le mani come per pregare e poi la disgiunse verso l'esterno, aprendo un varco per terra che fece sprofondare il mostro all'interno.
L'aula era in completo silenzio.
"Mh, ehm.. Potremmo riavere il nostro molliccio?" chiese il professore
"Impossibile, è nel tartaro" disse Nico non curante.
La settimana procedeva tranquilla tra le lezioni e le risate. Anche se per me Hogwarts, dove c'erano pochi momenti in cui potevo essere me stesso, stava diventando una comunissima scuola mortale.
"Ehy Percy!" mi chiamó Harry in mezzo a un corridoio affollato
Mi voltai e gli sorrisi.
"Ehy amico" disse Jason al mio fianco
"Sentite ho un posto, so che qui non è come casa vostra e vi sentite.. Costretti" disse
Hazel ne avrà parlato con Ginny, quelle due in poco tempo avevano passato tanto tempo insieme e a lei le si era anche affezionata Frank.
"Ho un posto, sta sera, al terzo piano ala nord" disse Harry
"Portate tutti" continuó sorridendo
"Grazie, ci vediamo dopo" dissi
Harry annuì e prese una direzione opposta alla nostra.
A fine pranzo, Annabeth mi si avvicinó e mi sussuró qualcosa:
"Devo farti vedere una cosa, non hai lezione ora, no?" mi chiese sorridente
Feci di no con la testa.
"Andiamo.." mi disse piano
Mi Alzai e la presi per mano seguendola e lasciando gli altri con una scusa.
Corremmo per i corridoi della scuola e incrociammo anche Will e Nico che camminavano mano nella mano.
"Ehy! Dove andate?" chiese Will
"In un bel posto a quanto pare!" dissi sorridendo
Arrivammo al quinto piano difronte un enorme portone.
"Bianco spino!" disse Annabeth
Alla parola prestabilita il portone si Aprì lasciando intravedere una stanza bellissima.
Aveva una piscina, diversi rubinetti e le finestre colorate che sull'acqua avrebbero avuto dei riverberi fantastici.
"Cos'è questo posto?" chiesi quando la porta si chiuse alle nostre spalle
"Si chiama bagno dei Prefetti, dovrebbe essere solo per i ragazzi e le ragazze prestabiliti dalla Mcgranitti a inizio anno ma.. Non lo usa mai nessuno" rispose Annabeth aprendo un rubinetto
L'acqua fuoriuscì da migliaia di rubinetti contemporaneamente iniziando a riempire la vasca di acqua e sapone.
"La parola d'ordine me l'ha data una amica" disse legandosi I capelli in uno chignon alto
"Non ci disturberà nessuno" concluse prima di baciarmi
"E poi ti chiedi perché ti amo.." dissi piano
Lei rise leggermente.
Ci spogliammo velocemente e entrammo nella vasca. L'acqua era tiepida e confortante.
Io e Annabeth tornammo presto a baciarci e, in men che non si dica, era a cavalcioni sulle mie gambe e le baciavo il collo e il petto.
Una voce squillante e un rumore di qualcuno che si tuffava in acqua allontanó Annabeth dal mio collo.
"Oh miei dei!" esclamó Annabeth
"Hai detto che non sarebbe venuto nessuno" dissi piano
"Infatti è così!" disse mentre scendeva dalle mie gambe
"Ma io non sono chiunque" disse una voce allegra
Una figura spettrale uscì dall'acqua: una ragazzina che poteva avere tredici anni, con le codine e gli occhiali tondi.
"Oh.." disse Annabeth
"Sei una Lauree" continuó mentre piano si metteva difronte a me cercando di coprire le poche cose di me che le bolle non coprivano.
"Una che?" chiese quella con voce gracchiante
Vedevo le spalle di Annabeth, sempre dritte e quell'incavo così carino che aveva in mezzo alle scapole, con delle piccole di ciocche bionde dei capelli che si erano bagnate e le aderivano sul collo e mi venne voglia di baciarla.
"Io sono un fantasma! Sono Mirtilla" disse la lauree
"Ehm.. E ti dispiacerebbe andartene?" azzardai cercando di essere garbato
Il fantasma rise in un modo stridulo.
"Sappiamo scegliercegli i ragazzi eh?" chiese a Annabeth facendo l'occhiolino
"Tu eri un'alunna qui?" chiese Annabeth curiosa
"Ann, ti sembra il caso?" chiesi
"Oh non ti preoccupare caro, molti alunni vengono qui a fare quello che stavate facendo voi.. Per me non è una novità" disse appoggiandosi al bordo opposto della piscina
"Grandioso.." sospirai
"Come sei morta?" chiese Annabeth
"Questa domanda me la fanno un milione di volte al giorno più o meno" disse alzando gli occhi al cielo e prima di tuffarsi in acqua
Quando riemerse, era pericolosamente vicina a noi. Tirai, dai fianchi, più vicina a me Annabeth e arrossì leggermente.
"Beh, ho guardato negli occhi un basilisco, ecco cosa è successo" disse Mirtilla sospirando
"C'è un basilisco in questa scuola?!" chiesi
"Oh nonono, Harry l'ha ucciso..al suo secondo anno salvando coraggiosamente la vita di Ginny Weasley e ci altri milioni di mezzosangue e nati babbani" disse la lauree
Ormai eravamo quasi abituati alle parole come "Babbani" e "Nati babbani" ma comunque è stato un colpo.
"Okay, grandioso.. Se ora ti potessi girare così noi andiamo" azzardó Annabeth
"Oh non fate gli sciocchi, continuate pure" disse Mirtilla
"Io vado nell'altro bagno, a presto giovani innamorati" disse tuffandosi in un gabinetto
"Basilischi che uccidono le persone e fantasmi spioni..grandioso" dissi
Io e Annabeth Ridemmo insieme.
"E se ci stesse ancora guardando?" chiese Annabeth
"Mi importa davvero poco, ora" dissi baciandola
Di proposito la spinsi in acqua mentre ci baciavamo.
Ore dopo io e Annabeth uscimmo di lì.
"Ora dovró andare in giro con i capelli bagnati" grugnì Annabeth
"Sei bellissima anche così" dissi mettendole una bracció intorno alle spalle
Annabeth alzo gli occhi al cielo.
Il cuore mi scoppiava d'amore quando la guardavo.

Halfblood (Percy Jackson-Harry Potter) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora