Capitolo trecidi.

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Corro in bagno a medicarmi la ferita, poi me ne ritorno in camera e mi rimetto a letto. Non ho sonno, così decido di mettermi a leggere dopo una ventina di pagina gli occhi iniziano a bruciarmi e mi metto a dormire.
Il mattino seguente mi sveglio urlando, ho fatto un incubo: il gatto del giorno prima era venuto a casa mia e mi aveva graffiato sul polso, la ferita aveva risvegliato la mia sete di vampiro ed io avevo uccisso Fiona e Austin.
Oggi non c'è scuola, quindi posso prendermela con comodo, mi faccio un tazza di caffè latte e guardo la televisione.
Prima di pranzo mi faccio la doccia e mi disinfetto nuovamente il braccio, poi mangio e infine esco a fare una passeggiata, ho bisogno di aria fresca.
Lungo il percorso incontro Austin che mi saluta con il suo solito sorriso a trentadue denti e dice «Hey Amy, come va? Non ti sei fatta più sentire.»
«Si, lo so, scusami. Sono stata molto impegnata in questi giorni.», in realtà è una bugia, in questi giorni non sono stata affatto impegnata, non ho neanche avuto gli allenamenti; ma con tutte le cose che sono successe mi sono scordata di lui.
«Tranquilla, non fa niente. Se vuoi possiamo vederci uno di questi giorni, anzi se vuoi sabato sera puoi venire a cena da me, i miei sono fuori cittá e noi ci ordiniamo una pizza e noleggiamo un film, che ne dici? »
«Si, certamente. Ti ringrazio.», rispondo un po' imbarazzata.
«Adesso devo andare, allora a sabato!», esclama dirigendosi frettolosamente verso la sua macchina.
«Certamente!», esclamo.
Dopodiché proseguo per la mia strada e dopo un'oretta torno a casa perchè ho tantissimi compiti da fare.
Una volta arrivata a casa, la ferita inizia a bruciarmi fortemente così decido di disinfettarla, mentre sono in bagno sento qualcosa graffiare la porta mi giro e vedo tre graffi vicino alla maniglia, non è possibile.

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