Capitolo undici.

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«Mi dispiace per ieri sera.», dice Niall accarezzandomi dolcemente la testa.

«Non ti preoccupare.», dico.

«Adesso vado, ciao.», dice sorridendo con la valigia in mano.

«Ciao.», rispondo abbracciandolo.

Poi esce dalla stanza e se ne va, lo sento fare retromarcia nel vicoletto davanti casa nostra, mi siedo sul divano a fissare la televisione spenta per qualche istante poi decido di chiamare Fiona e ci mettiamo d'accordo per andare alle centro commerciale.

Alle cinque ci vediamo davanti allo "Sprinx" il bar del centro commerciale, giriamo per vari negozi e chiacchieriamo del più e del meno. Dopo un po' la mia cicatrice sulla spalla inizia a pulsarmi, e per un secondo mi viene una strana voglia di sangue, subito tutto il mio buon umore svanisce nel nulla, così faccio finta di sentirmi male e me ne vado a casa.

«Vuoi un passaggio?», mi chiede Fiona preoccupata.

«No, non ti preoccupare, ma grazie lo stesso.», rispondo.

Poi mi dirigo verso il parcheggio e salgo in macchina, il centro è troppo affollato così decido di prendere la stradina di campagna.

Inizia a piovere, e si sta facendo notte, questo posto è proprio inquietante, ma ciò non mi impedisce di continuare per la mia strada.

Ripenso a quello che mi è successo poco prima, e senza accorgerme acciacco qualcosa.

Scendo dalla macchina, è un povero gattino, non so che fare, sono in preda al panico.

Lì vicino c'è una casa citofono per chiedere aiuto, mi apre un strana bambina con un vestito bianco a quadretti celesti  e i capelli biondo cenere raccolti in due treccie.

Appena mi vede con il gatto morto tra le braccia dice: «Hai fatto un grande sbaglio.»

SPAZIO AUTRICE:

Questo è il mio primo "spazio autrice", vorrei chiedervi un parere: come vi sembra la storia? Magari se commentate do un'occhiata anche alle vostre.

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