wanna be yours;; samo ♡

prologue

Io sono Minatozaki Sana, ho diciotto anni e vivo con mia sorella Mina, a dieci minuti dal centro di Seoul... i nostri genitori vivono non molto lontano da noi perchè  siamo mantenute da loro essendo che qui lavora solo Mina e il suo stipendio è insufficente per pagare tutte le bollette mensili, io invece di recente ho spedito un po' di richieste di lavoro qui e lí , ma ancora nulla, probabilmente è perchè ho appena terminato gli studi.
Non ho molti amici perchè sono molto timida e insicura ma meglio che rimanga  cosí, non mi piace avere molte persone al mio fianco, sono dell'idea che è meglio avere pochi amici ma buoni e se penso questo è solo colpa del mio passato;
nei primi anni di liceo purtroppo quelli che reputavo amici iniziarono a deridermi con i loro amici e da quel momento persi la fiducia in tutti e ancora oggi non l'ho riacquisita.
L'unica di cui mi fido cecamente è la mia migliore amica Park Chaeyoung, mi conosce meglio di chiunque altro perchè siamo sempre state insieme sin dall'asilo e quindi siamo cresciute insieme,
Rosie, è cosí che la chiamo sin da quel nostro stupido gioco dell'infanzia, è una persona preziosa.
Mesi fa sono stata messa in riabilitazione in seguito ad un tentativo di suicidio.
Ricordo ancora quando mi svegliai su quel lettino in una triste stanza di ospedale, inclinai la testa e vidi Rosie che mi teneva per mano, parlai un po' con lei e dopo circa venti minuti la mandarono  via perchè non mi era permesso vedere nessuno se non nei giorni concessi dall'ospedale che di solito erano il venerdí e il sabato, ed ecco, non c'è uno di questi giorni in cui lei non sia venuta a trovarmi..
adoro il nostro rapporto, è come una sorella per me.
Veniva anche Mina a trovarmi e mi portava a fare un giro nei dintorni, in quanto figura familiare potevo uscire solo con lei ed era davvero bello quando succedeva, era frustrante vedere costantemente persone in camice azzurro camminare per quei lunghi corridoi tra una stanza e l'altra e ragazze che si dimenavano e urlavano quindi andare al di fuori di quella struttura qualche volta faceva bene, potevo vedere i fiori, gli alberi, i negozi e i bar che ormai non ero piú abituata a vedere quotidianamente.
Vennero anche i miei genitori a farmi visita ma poche volte li lasciai entrare perchè tra noi non passa buona acqua sotto i ponti in seguito ad alcuni traumi adolescenziali che mi hanno causato e che fanno ancora male.