ten

598 21 6
                                    

Pensai a lei tutto il pomeriggio, non voleva andare via dalla mia testa.
Ammetto che avevo molta paura di prendere il telefono dal comodino per vedere le notifiche che erano arrivate ma ascoltai l'istinto e presi il telefono, c'era un messaggio di Momo.
"Mi faró perdonare, ci vediamo domani...".
L'avevo ferita, e quel messaggio ne è stata la conferma, mi sentii cosi terribilmente in colpa, potevo benissimo evitare di polemizzare, ho scelto io di ubriacarmi e di farmi scopare, lei non ha fatto nulla, è solo colpa mia.
Questo mi rende molto triste, passai tutto il pomeriggio a letto a darmi colpe e a pensare alle cose che avrei dovuto dirle il giorno dopo, non mangiai nemmeno, ero sommersa dai sensi di colpa.
"Cosa starà facendo Momo? Starà piangendo? Starà ridendo? È felice? È triste?, io voglio credere che lei stia pensando a me adesso, in questo momento, posso sentire il suo profumo se chiudo gli occhi" , continuai a pensare e iniziai subito a piangere.
Sono sempre stata cosí fragile, odio questa parte di me, vorrei essere una persona forte come Mina, vorrei non restarci male per ogni minima cosa, vorrei semplicemente farmi scivolare le cose addosso ma non è facile, eppure per altre persone è cosí.
Odio il vecchio compagno di mia mamma, okay è in carcere, ma uscirà e tornerà e questa cosa mi terrorizza.
Mi ha lasciato dentro dei vuoti incolmabili e non solo, l'ultima cosa che mi ha detto prima che la polizia lo arrestasse è stata "non finisce qui" e non riesco a togliermelo dalla testa.
So che verrà a cercarmi, so che se non sto attenta e se non mi guardo alle spalle potrebbe succedere quello che successe tempo fa.
Quella notte la passai un inferno, non riuscivo a smettere di piangere e cattivi pensieri continuavano ad inondare la mia testa.
Erano le quattro del mattino quando mi addormentai, era davvero molto tardi.
La mattina mi alzai distrutta, ero molto stanca, avevo bisogno di dormire ancora per qualche ora perchè a malapena riuscivo a stare in piedi.
Scrissi a Momo se potevamo vederci verso le quattro cosí avrei potuto riposarmi ancora per un po' e prepararmi con calma e lei rispose che andava benissimo.
Mi affrettai a scegliere i vestiti che avrei dovuto indossare per uscire e andai subito a dormire, non avevo abbastanza forze.
...
La sveglia che avevo impostato per le tre suonó e iniziai a prepararmi, l'ansia inizió a salire, presi i vestiti che scelsi prima mentre tremavo, avevo scelto un jeans e un maglioncino grigio abbinate ad un paio di vans nere e mi affrettai ad uscire cercando di non pensare a niente, cercando di non pensare a lei.
Arrivai alla piazza in cui ci eravamo messe d'accordo per l'appuntamento e la vidi da lontano seduta su una panchina e il mio cuore sobbalzó per un attimo.
Era bellissima, aveva una felpa rossa e dei leggins neri che mettevano a risalto le sue curve e rimasi a bocca aperta.
Continuava a guardarsi intorno per cercarmi e le corsi in contro.
Appena mi vide si alzó dalla panchina e aprì le braccia come se aspettasse un abbraccio e io glielo diedi, il suo profumo era di nuovo su di me.
Mi alzai in punta di piedi dato che Momo è un filo più alta di me, le afferrai il collo e le diedi un bacio in guancia.
"Allora Sana come stai?".
"Mh insomma, stanotte non sono stata molto bene, continuavo ad avere sensi di colpa e pensieri negativi" , non volevo mentirle, volevo essere il piú sincera possibile.
"Anche per me è cosí ma tu, davvero, non hai fatto niente di male" tiró un respiro profondo, "Non sopporto l'idea che tu sia stata male a causa mia" scandí alla fine.
"Ecco io.... io ho una cosa da confessarti" la elogiai a continuare.
"Sana penso di essermi presa una cotta per te, davvero non me ne capacito ancora ma l'ho capito perchè quando sto con te è tutta un altra cosa, se non accetterai a me va bene, puoi anche darmi uno schiaffo e andartene, so che forse è troppo presto ma vorrei capire anche il tuo punto di vista piuttosto di stare sulle spine."
Sorrisi avvicinandomi a lei e mi cinse ai fianchi avvicinandosi al mio orecchio.
"Penso di avere anche io una cotta per te Momo." e mi diede un bacio sulla guancia.
Ero davvero contenta, onestamente me lo aspettavo, ma viverlo è un'altra cosa, vivere questo momento è stata la cosa piú bella della mia vita.
"Momo posso chiederti una cosa?"
"Certo dimmi" sorrise
"Tu...come hai fatto ad avere il mio numero?"
"Non ti ricordi proprio niente eh?" rise "mi hai chiesto di darti il mio numero e io mi sono presa il tuo".
"Oh... beh dai, che ne dici di andare in quel parco? sembra abbastanza tranquillo come posto" , c'è molto rumore qui, mi prese per mano e iniziammo a camminare.
Il parco era davvero molto carino, c'era un sacco di verde e ci sedemmo una affianco all'altra.
"Momo avrei un'altra cosa da raccontarti."
"Dimmi pure", fece un sorriso comprensivo.
"Ecco io, ho reagito cosí perchè sono stata stuprata dall'ex compagno di mia mamma qualche tempo fa, puoi capire quanto sia difficile avere un rapporto sessuale con questo trauma inflitto dentro, puoi anche capire quanto sia difficile stare tranquilla pensando che potrebbe ritornare" , sentii le lacrime negli occhi ma le tirai dentro.
Momo aveva un'espressione molto dispiaciuta nel volto, mi faceva molta tenerezza.
"Ei Sana, è okay, io non voglio avere rapporti sessuali se tu non li vuoi, è chiaro? Non farei mai nulla che tu non voglia." deglutii.
"Per quanto riguardo un suo ritorno, non ti preoccupare, ci sono io con te, c'è Mina, Rosie, Ryujin e altre persone immagino, siamo tutte con te Sana, in ogni caso c'è anche la polizia.", sorrisi e la abbracciai.
Restammo in quell'abbraccio per una buona mezz'oretta e poi realizzai che si era fatto tardi e che dovevo tornare a casa.
Non volevo andarmene, volevo restare in quelle braccia per sempre, erano molto confortanti.
"Cazzo sono le otto, dovrei tornare a casa.." mi alzai da terra e mi sistemai i capelli.
"Oh non andrai da sola, ti accompagneró io" , fece per alzarsi e le diedi un bacio di scatto.
"Oh okay questo non me l'aspettavo ma non mi dispiace" rise.
Mi prese per mano e ci incominciammo ad incamminare sulla via di ritorno a casa.
"Eccoci arrivate" sorrisi guardandola negli occhi.
"Già...vorrei stare ancora con te" mi abbracció.
"Vuoi dormire a casa mia?" domandai.
"E...eh?" disse stupita.
"Vuoi dormire da me?" sorrisi.
"Certo che lo voglio ma non ho il pigiama".
"Che importa, te ne presto uno dei miei!"
la presi per mano ed entrammo in casa.

wanna be yours;; samo ♡ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora