CAPITOLO 12 - La soglia del dolore

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Macarena's pov
Poso una mano sul materasso, dalla parte di Zulema ma mi accorgo che non è accanto a me,non più, apro gli occhi di scatto mentre una miriade di pensieri negativi invadono tutt'un tratto la mia mente, e se dopo ciò che è successo questa notte si fosse pentita di tutto e avesse deciso di andarsene? Non potrei sopportarlo, non ora che ormai queste lenzuola sanno di noi, non ora che mi sembra di toccare il cielo con un dito...perderla sarebbe una delusione troppo grande, soprattutto dal momento che ormai sono abituata al fatto che sia presente nella mia vita.
Mi sposto ed affondo la testa sul suo cuscino, subito il suo profumo dalle note orientali, divenuto ormai familiare si insinua all'interno delle mie narici inebriandomi i sensi ma scompigliandomi al tempo stesso il cuore e l'anima.
Rivedo nella mia mente le immagini della notte scorsa e senza che nemmeno me ne renda conto un sorriso si fa spazio sul mio viso e le farfalle iniziano a svolazzare nel mio stomaco,il solo pensarla mi fa sentire bene ed ancora non mi sembra vero tutto questo, mai avrei pensato, considerando i nostri trascorsi che sarebbe stata possibile una cosa simile, eppure si tratta della realtà che, molto spesso è migliore di qualunque sogno.
Decido di alzarmi dirigendomi verso l'armadio per prendere qualcosa da mettere, cammino lentamente per la stanza mente osservo i nostri indumenti ancora sparsi sul pavimento, oggi fortunatamente ho di nuovo la giornata libera, anche perché se avessi dovuto andare a lavoro avrei avuto la testa completamente da un'altra parte.
Indosso la biancheria intima ed in seguito opto per una semplice maglietta bianca ed un paio di pantaloni della tuta neri.
Mi guardo allo specchio notando grossi succhiotti che ricoprono qua e là il mio collo e mi mordo le labbra ripensando all'artefice di essi. Una volta pronta esco dalla stanza, dirigendomi in salotto e successivamente in cucina sperando di trovarla, ma di lei nessuna traccia, un incessantemente e cupo silenzio mi avvolge, vorrei tanto non fosse così.
"Zulema... Ci sei?"
Domando alzando un po' la voce sperando possa sentirmi, non ottengo risposta ed è in quel momento che il sospetto che possa essersene andata inizia a diventare più reale facendosi spazio nella mia mente e cancellando anche la minima parte di tranquillità.
Continuo a camminare silenziosamente, quando all'improvviso avverto una stretta decisa ai fianchi, sobbalzo spaventata dal suo gesto improvviso.
"Cazzo, mi hai fatto spaventare!"
Esclamo per poi lasciarmi sfuggire una risata ripensando a quanto appena successo.
"Scusa bionda."
Dice ridendo a sua volta per poi lasciarmi dei baci umidi sul collo.
Mi fa voltare verso di lei per poi unire le nostre labbra.
Si stacca qualche secondo, in cui non perdo occasione di ammirare i suoi bellissimi occhi smeraldo.
"Ci tenevo a darti il buongiorno."
Afferma per poi tornare nuovamente sulle mie labbra,mi allontano leggermente e sorrido.
"Buongiorno anche a te."
Affermo per poi riprendere a baciarla, mi fa indietreggiare fino a che non arrivo a scontrare il ripiano in marmo della cucina, mi solleva e con un gesto repentino mi ritrovo seduta su di esso...le nostre lingue non smettono di rincorrersi passionalmente, e le sue mani si muovono esperte sotto la mia maglietta, stringendo con foga il mio seno.
Interrompe il bacio per poi spostarsi delicatamente sul mio collo, su cui lascia dei piccoli morsi, sale lentamente arrivando fino al mio orecchio.
"Bionda, meglio se ora ci ricomponiamo, altrimenti sarà difficile riuscire a fermarsi."
Afferma alludendo alla notte scorsa, per poi tornare a guardarmi negli occhi.
Annuisco, a quel punto mi accenna un sorriso e si allontana dirigendosi verso il bagno.
La osservo in silenzio,sorridendo e solo in quel momento mi accorgo che a coprire il suo corpo c'era solo un'asciugamano.
Subito le immagini della nostra notte di passione riaffiorano, mi auguro che non si sia trattato semplicemente di questo da parte sua, perché per me è stato molto speciale e mi ha permesso di chiarirmi ulteriormente le idee riguardo i miei sentimenti.
Decido di mettere da parte i pensieri e di preparare il caffé, ma proprio mentre sono sul punto di farlo il suono squillante del campanello mi fa sobbalzare, non ho idea di chi possa essere dato che non aspetto nessuno, ma mi avvio ugualmente verso la porta mentre una strana sensazione di curiosità e timore mi attanaglia lo stomaco.
La raggiungo e subito noto una busta da lettera sul pavimento,che probabilmente qualcuno avrà fatto passare dalla sottile fessura sotto di essa, la raccolgo e guardo dallo spioncino se c'è qualcuno ad attendere fuori sul pianerottolo, ma sembra tutto tranquillo, almeno apparentemente.
Torno in cucina con questa strana busta in mano cercando di capire se sul lato di essa venisse specificato il destinatario,ed in effetti è così, ma non si tratta di me, è per Zulema.
"Che succede bionda, di chi è quella lettera?"
Ad un tratto la sua voce mi ridesta all'improvviso dalle mille domande che iniziavano a irrompere nella mia testa, alzo lo sguardo, e la vedo lí, bella come sempre, con le mani nelle tasche dei sui jeans che si avvicina disinvolta verso di me con passo pesante a causa dei suoi anfibi che sbattono lievemente sul pavimento.
"Non so chi sia il mittente ma c'è scritto che è per te."
Le dico porgendogliela, lei mi osserva per un attimo stupita sentendo le mie parole, probabilmente a causa del fatto che a parte me non ha nessun altro che se ne sia mai interessato, poi l'afferra nervosamente e la apre leggendone mentalmente il contenuto,non appena finisce la stringe con forza in un pugno accartocciandola, e velocemente si dilegua entrando il camera sua, lasciandomi lì con ancora più domande a cui so bene non sarà data alcuna risposta.
La raggiungo, posizionandomi davanti alla porta della stanza e bussando, nella speranza di ricevere spiegazioni riguardo questo suo strano atteggiamento, ma si sa, con lei non bisognerebbe chiedersi niente perché, una vera risposta a quanto succede non la si otterrà mai.
Sento dei rumori di cassetti che vengono aperti per poi essere richiusi violentemente,di passi affrettati, soltanto questo, nulla di più, poi silenzio, fin quando finalmente non la vedo aprire la porta e ricomparire trafelata.
"Cosa succede Zulema?"
Le domando preoccupata.
"Nulla che ti riguardi, affari miei. Ti dico solo di fare attenzione."
Risponde secca guardandomi senza far trapelare nessuna emozione, conosco quello sguardo freddo, così come conosco lei e so bene che quando si comporta in questo modo è perché nasconde qualcosa, qualcosa di brutto e pericoloso, ma non posso permetterle di farlo, non un altra volta.
"Come sarebbe fare attenzione? Cosa mi nascondi?"
Le domando con aria di sfida incrociando le braccia al petto e posizionandomi davanti a lei facendole da scudo con il corpo per impedirle di passare, non ho intenzione di lasciar perdere e rimanere all'oscuro di tutto nuovamente.
"Ti ho già detto che non ti riguarda, sono cose mie che ho intenzione di risolvere da sola,come ho sempre fatto,ora spostati, non ho tempo da perdere."
Continua lei in tutta risposta rimanendo della stessa idea di prima, dovrei smetterla di insistere sapendo già che non otterrò nient'altro se non dell'altro silenzio ma come mi ha sempre detto arrendersi non è un opzione e non lo farò.
Scuoto la testa facendola oscillare da sinistra a destra in segno di negazione mentre leggo chiaramente nel suo sguardo che la sua pazienza si sta consumando sempre più velocemente.
"Per favore,spostati senza costringermi ad usare la violenza"
Afferma sbuffando ed alzando le spalle, io non faccio nulla, rimango ferma in silenzio senza battere ciglio fin quando non sento le sue mani spingermi con forza facendomi sbalzare, non dice nulla, limitandosi a prendere il telecomando della macchina per poi uscire di casa sbattendo la porta.
Dopo anni avrei dovuto capire che cercare di farle tirare fuori qualcosa che non è intenzionata a dire è la cosa più sbagliata che si possa fare, e per fare in modo che la nostra convivenza funzioni devo abituarmi al fatto che molte delle cose che mi chiedo non avranno risposta, mai.
Mi reco sul balcone e prendo una delle mie Winston bue portandomela alla bocca, l'accendo aspirandone il fumo di tanto in tanto,per poi ricacciarlo fuori ed osservarlo disperdersi nell'aria fredda e nebbiosa di dicembre.
Faccio l'ultimo tiro dopodiché getto il mozzicone nel posacenere e rientro dentro strofinandomi velocemente le mani tra loro in modo da rimuovere il freddo che mi è entrato fin dentro le ossa.
Percorro il salotto fino a raggiungere il divano su cui mi butto a peso morto chiudendo per alcuni istanti gli occhi e ripensando a quanto successo poco prima, improvvisamente però, il suono del campanello riecheggia nuovamente in tutta la stanza e nella mia testa.
Esito alcuni secondi non sapendo cosa fare,poi prendo coraggio e mi avvio verso la porta.
Guardo fuori dallo spioncino ma il pianerottolo è vuoto, ancora una volta, per essere però sicura di ciò decido di controllare che sia effettivamente così.
Faccio scivolare la maniglia tra le mani ed a quel punto la porta si apre, esco fuori e mi guardo intorno, nient'altro che silenzio,cupo, incessante e malinconico.
"C'é nessuno?"
Domando con il cuore che per poco non mi espolode all'interno del petto a causa dell'ansia.
Non ottengo risposta, così decido di tornare dentro, ma prima che possa farlo sento un presente oggetto metallico colpirmi la testa, cado a terra, poi all'improvviso nient'altro che il buio.

Collateral love •ZURENA•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora