Zulema's pov:
Sono passate un paio di settimane da quando Maca è stata dimessa e tra di noi tutto procede al meglio anche se da alcuni giorni a questa parte ho uno strano presentimento, come se qualcosa di brutto stesse nuovamente per accadere, chiaramente non so di cosa si tratti ma spero vivamente che sia sbagliato, anche se, il mio istinto raramente presagisce cose non vere o che in seguito non si verifichino realmente, con questo pensiero in testa decido di andare a fare una passeggiata nei dintorni nella speranza di riuscire a trovare pace, è molto presto, quasi l'alba e dato che Maca dorme cerco di fare piano per non svegliarla, sono già vestita quindi prendo le chiavi e chiudo la porta alle mie spalle.
Cammino senza una meta precisa accendendomi una sigaretta di cui aspiro il fumo di tanto in tanto, raggiungo un giardino vuoto e mi siedo su una panchina aspettando l'alba mentre una strana sensazione d'ansia mi attanaglia lo stomaco, poi ad un tratto sento qualcuno che da dietro mi posiziona una mano sulla spalla così mi alzo e mi volto agilmente, si tratta di un uomo con un passamontagna che punta verso di me una pistola, a giudicare dal modo in cui la tiene deduco che si tratti di qualcuno con poca esperienza.
"Se provi a scappare o urlare giuro che ti ammazzo!"
Esclama
"Chi sei e chi ti manda?"
Domando con tono deciso, esita a rispondermi, io approfitto della sua titubanza per raggiungerlo con uno scatto fulmineo, lui cade a terra e nel farlo fa partire un colpo che finisce poco lontano, di fronte a noi, fortunatamente senza colpire nessuno.
Ora ho assunto io il controllo della situazione e mi trovo sopra di lui in modo che non possa scappare, gli strappo dalle mani la pistola puntandogliela alla testa, lui, subito inizia a dimenarsi, visibilmente spaventato.
Gli tolgo il passamontagna in modo da poterlo vedere in faccia, cerca di urlare e chiamare aiuto ma prima che possa essere eventualmente sentito da qualcuno lo zittisco tappanfogli la bocca con la mia mano.
"No no mio caro, non hai proprio capito come funzionano queste cose, si vede che hai ancora molto da imparare prima di pensare di avere in pugno una come me."
Affermo ridendo sarcasticamente senza mai staccare lo sguardo dal suo e nei suoi occhi riesco chiaramente a scorgere tutta la paura che sta provando.
"Adesso ti farò un paio di domande a cui ti consiglio di rispondere sinceramente se non vuoi che ti faccia saltare quella testa di cazzo che ti ritrovi, mi hai capito?"
Domando per poi caricare la pistola che tengo ancora saldamente puntata contro la tempia di questo coglione, annuisce.
"Bene, vedo che sei molto intelligente,iniziamo...innanzitutto chi ti manda"
tolgo per qualche istante la mano che gli tappava la bocca per permettergli di parlare
"M-mi manda Ahmed."
Ma certo, era chiaro che quel verme centrasse qualcosa, sapevo che prima o poi sarebbe tornato a tormentarmi.
"E cosa vuole da me quel bastardo?"
Domando nuovamente
"Mi ha chiesto di darti questa e di dirti di fare quello che ti dice se non vuoi andare incontro a delle serie conseguenze."
Afferma per poi guardare verso il basso, seguo il suo sguardo per capire a cosa si stesse riferendo e noto che nella tasca della sua giacca c'è una busta da lettere rossa.
La prendo e la infilo nella tasca dei miei pantaloni, mi guardo intorno e noto che è l'alba quindi mi alzo togliendomi dalle sue gambe ed a quel punto fa lo stesso anche lui per poi allontanarsi subito da me in modo da essere al sicuro.
"Adesso vattene prima che ci veda qualcuno, spero di non rivederti mai più altrimenti la prossima volta temo che non potrai più tornare a casa...ah, e questa la prendo io."
Dico mostrandogli la pistola, lui non dice nulla e corre via senza mai voltarsi indietro.
È incredibile come la violenza si ripresenti ogni volta sul mio cammino anche quando cerco di cambiare riscattandomi dal passato, spero che tutto l'impegno che ci ho messo e ci metto ogni giorno per costruire questa nuova versione di me e mantenermi sulla retta via non sia stato inutile, ma non posso permettere che quel bastardo di Ahmed continui a rovinare la nostra vita, ha già fatto abbastanza e devo proteggere Maca a qualunque costo, fosse anche l'ultima cosa che faccio, non posso permettere che arrivi a lei e le faccia nuovamente del male.
Osservo l'ora sul cellulare, segna le 7:00, quando solitamente Maca si alza per andare a lavoro, decido di rientrare per darle il buongiorno cercando per quanto possibile di non pensare all'accaduto e a ciò che Ahmed mi chiederà di fare all'interno della lettera.
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Collateral love •ZURENA•
Romantik"Sapevo bene che stavo sbagliando ma era come se in me ci fosse qualcosa di incontrollabile ed irrazionale che mi spingeva a cercarla e a desiderarla costantemente." Erano così diverse ma al tempo stesso così simili ed era come se si completassero a...