CAPITOLO 2- Rivelazioni e ricongiungimenti

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Macarena's pov
Il suono squillante della sveglia interrompe il mio sonno, sarei tentata ad ingnorarla continuando a dormire ma purtroppo mi aspetta una lunga giornata di lavoro, così apro gli occhi e mi giro verso il comodino per disattivarla, poi, di mala voglia mi alzo sedendomi sul letto, mi stropiccio gli occhi con le mani, stiracchiandomi, sto qualche secondo a fissare il vuoto in silenzio dopodiché decido di dare il via alla mia giornata. Osservo l'orologio appeso alla parete, segna le sette. È ancora presto ma almeno avrò il tempo di prepararmi con calma...A passo lento mi dirigo in bagno, mi sfilo velocemente il pigiama e la biancheria ed entro in doccia, insapono il mio esile corpo e faccio lo shampoo, poco dopo mi sciacquo ad esco avvolgendomi nell'accappatoio.
Mi avvicino allo specchio e con la mano rimuovo lo strato di vapore che si è creato, resto ad osservare la mia immagine riflessa in silenzio ed in quell'istante la mia mente ritorna a pensare all'ultima persona che avrei voluto e per un attimo è come se riuscissi a vederla alle mie spalle, ciò mi spaventa, tant'è che sobbalzo voltandomi come se mi aspettassi di venderla, ovviamente non c'è nessuno, il che quasi mi rattrista. Appoggio una mano sulla fronte, sconcertata, perché Zulema è costantemente al centro dei miei pensieri? Sono anni che non ci vediamo né sentiamo e in un certo senso è come se mi mancasse anche se non ne capisco il motivo. So che si trova ancora in carcere ed ogni giorno non faccio altro che chiedermi come sta, cosa fa e a volte mi domando se anche lei ripensa a me ogni tanto, conoscendola sono sicura che non lo faccia, del resto cosa le importa? Probabilmente dopo tutti questi anni mi avrà anche dimenticata e vorrei farlo anch'io, vorrei voltare pagina, vivere la mia vita tranquilla e considerare il carcere, lei e tutte le persone che ho conosciuto lì come un capitolo chiuso ma la verità è che non ci riesco, chissà per quale strano motivo non riesco a dimenticarla, nonostante il male che entrambe ci siamo fatte a vicenda e nonostante tra me e lei non scorra buon sangue, è come se avesse qualcosa di speciale, qualcosa da cui voglio stare lontana ma di cui al tempo stesso non posso fare a meno, chi avrebbe mai detto che Zulema potesse causare tutto questo scompiglio nella mia vita? Cerco di sgombrare la mente e di distrarmi, prendo il phon ed asciugo i miei lunghi capelli biondi pettinandoli al tempo stesso con la spazzola, dopodiché li lego in una coda alta, mi sfilo l'accappatoio indossando la biancheria intima e successivamente l'uniforme del bar in cui lavoro, mi trucco leggermente applicando solo un po' di mascara, matita e lucida labbra, in ultimo infilo i calzini e le scarpe per poi recarmi in cucina a preparare il caffè,senza il quale per me è praticamente impossibile iniziare nel modo giusto la giornata. Non appena è pronto lo verso nella tazzina ed inizio a sorseggiarlo lentamente, poi osservo l'orologio e noto che segna le 07:45, se non ho intenzione di fare tardi mi conviene sbrigarmi, penso tra me e me...alle 8:00 inizia il turno, così mando giù in un sorso la rimanenza del caffè e prendo la mia borsa riponendo al suo interno il cellulare e il portafogli, poi esco di casa e salgo in macchina diretta al bar. Fortunatamente oggi non c'è molto traffico quindi riesco ad arrivare in tempo. Saluto Ana, la mia collega ed inizio subito a lavorare, ma mentre sto sistemando alcune cose dietro il bancone sento una notizia al telegiornale che subito cattura la mia attenzione.

"Proprio questa mattina, Zulema Zahir... considerata una delle criminali più temute degli ultimi tempi ha lasciato il carcere di Cruz del Norte dov'era reclusa da diversi anni, sembra però che "l' elfo dell'inferno", così come viene definita da tutti abbia deciso di cambiare,almeno in parte. La donna ha infatti collaborato con la polizia in diversi casi e così la corte ha deliberato una notevole riduzione di pena."

Annuncia la giornalista, nel sentire quelle parole rimango sgomenta, non posso credere che l'abbiano rilasciata. Sento improvvisamente una serie di strane sensazioni e lo stomaco aggrovigliarsi, non so come mai ma questa notizia così inaspettata mi ha migliorato la giornata e d'un tratto nasce in me uno strano ed ingiustificato desiderio di rivederla dopo così tanto tempo. Cerco di mettere da parte i pensieri e mi rimetto al lavoro anche se la speranza di incontrarla non lascia la mia mente nemmeno per un secondo. La giornata passa abbastanza in fretta e finalmente arriva l'orario di chiusura,che oggi spetta a me.
"Allora ciao Maca, a domani!"
Mi dice Ana, sorridendo.
La saluto anch'io sorridendo a mia volta, poi se ne va lasciandomi sola. Continuo a sistemare le ultime cose quando all'improvviso sento la porta aprirsi alle mie spalle. È molto tardi ed in più c'è un grosso cartello attaccato alla porta che dà sulla strada in cui c'è chiaramente scritto che siamo chiusi, sicuramente sarà uno di quei clienti sbadati che non presta attenzione a ciò che c'è scritto sul cartello, o che forse... nemmeno lo legge.
"Siamo chiusi."
Mi limito a dire ancora in procinto di sistemare.
"Lo so, infatti non sono qui per ordinare."
Sento una voce familiare,la riconosco subito...come potrei fare altrimenti.
Mi volto ed incrocio il suo sguardo incredula. Quei sui grandi occhi verdi così profondi e penetranti mi erano mancati, e rivederla così all'improvviso mi provoca uno strano effetto: sento le gambe improvvisamente molli, tant'è che devo appoggiarmi allo stipite della porta del magazzino per non cadere. Percepisco poi le guance andare a fuoco e come se non bastasse sento lo stomaco aggrovigliarsi. Cosa mi sta succedendo? La osservo, non è cambiata molto se non per qualche lieve ruga di espressione ed una sottile riga nera tatuata sotto l'occhio destro che si estende fino a metà guancia, ma penso che nonostante questo sia sempre bellissima. Sembra quasi che il tempo non l'abbia minimamente toccata, indossa una felpa nera oversize dei jeans neri strappati alle ginocchia e degli stivali con la zeppa altrettanto neri.
Ad un tratto si avvicina al bancone abbassandosi il cappuccio che le copriva i lunghi capelli corvini. Io resto in silenzio continuando a guardarla incapace di muovermi o parlare, vorrei dirle e raccontarle un sacco di cose ma c'è qualcosa che mi frena, è come se le parole non avessero nessuna intenzione di uscire.

Zulema's pov
Rivederla. Non so per quale strano motivo il desiderio di rivederla non mi ha mai dato pace in questi anni, e nonostante una parte di me se ne fottesse altamente anche solo per poco avrei voluto incrociare di nuovo il suo sguardo,chiederle come stesse,di raccontarmi di lei e della sua vita. Non so spiegare il motivo di questo mio improvviso desiderio di avvicinarmi a lei però è una cosa che sento dentro ed ho intenzione di seguire il mio istinto, sperando che questa volta,dopo tante cazzate mi porti a fare la cosa giusta. L'ho cercata, tanto, anche se prima mi trovavo in cercere grazie ad alcuni agganci sono riuscita a sapere dove lavorava, ho sempre sperato che un giorno, quando sarei uscita di prigione l'avrei rivista, anche solo per poco, ed infatti è stato così. È stata la prima persona da cui mi sono recata una volta tornata in libertà.

Cammino per qualche isolato nel centro di Madrid in una fredda sera di dicembre, con le mani nascoste nelle tasche della felpa ed il cappuccio per ripararmi dal freddo pungente, poi finalmente raggiungo il bar "Vida loca" dove lavora Maca sperando che tocchi a lei fare l'orario di chiusura. Una volta arrivata dinanzi ad esso estraggo dalla tasca il bigliettino su cui avevo scritto l'indirizzo e lo rileggo velocemente per assicurarmi di essere nel posto giusto.
"É questo."
Dico tra me e me per poi accartocciarlo e gettarlo sul marciapiede. Non so ancora bene cosa stia facendo né tantomeno perché mi trovi qui ma della razionalità in questo momento poco m'importa. Entro e vedo una ragazza bionda girata di spalle, ha i capelli lunghi raccolti in una coda alta.
È lei, ne sono sicura.
"Siamo chiusi."
Afferma sentendomi entrare.
Era da tanto che non sentivo il suono della sua voce, il che quasi mi stranisce,riportandomi alla mente alcuni ricordi del carcere.
"Lo so, infatti non sono qui per ordinare"
Rispondo di rimando.
Lei sembra riconoscere subito la mia voce, tant'è che si volta a guardarmi visibilmente scossa, il viso le si tinge improvvisamente di rosso e noto che deve reggersi allo stipite di una porta per evitare di cadere. L'atteggiamento alquanto bizzarro di Maca mi diverte, tant'è che scoppio a ridere di gusto.
"Cosa succede bionda? Sembra quasi che abbia visto un fantasma"
Affermo continuando a ridere. La guardo negli occhi, quei suoi occhi così verdi e limpidi, così belli...noto che anche lei fa lo stesso... restiamo così,ferme in silenzio,a guardarci per un po' finché non si riprende dello stato di shock ed inizia a parlare.
"Zulema! Che ci fai qui?"
Mi domanda meravigliata quanto una bambina a cui è stata appena consegnata un'infinità di caramelle, è così buffa.
"Nulla. Dopo tutto questo tempo mi andava di rivederti."
Ammetto. Non credo nemmeno io alle mie parole, quindi non vedo come possa farlo lei, però sono stata sincera. Volevo che lo sapesse.

//Spazio autrice//
Heyy, ecco il secondo capitolo della storia,spero vi piaccia...se così fosse fatemelo sapere nei commenti e se vi va lasciate anche una Vi auguro una buonanotte.
A presto
~D 🌹💗

Collateral love •ZURENA•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora