CAPITOLO 17 - Una misteriosa lettera (Parte 2)

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Zulema's pov:
"Sono stato fin troppo paziente, ma ora basta, il tempo che ti ho concesso per sistemare le cose e ripagare il debito che avevi è scaduto, se non vuoi che arrivi nuovamente alla tua amichetta ti conviene ascoltarmi e seguire ciò che ti dirò di fare, ogni cosa ha un prezzo mia cara e tu dovrai pagarne uno molto alto allontanandoti da ciò che ami di più, senza però che sappia niente, se non lo farai sarò costretto a prendermela con lei, di nuovo, e tu non vuoi questo, non è vero? L'unico modo per evitarlo è sparire senza lasciare alcuna traccia, all'inizio ne soffrirà ma col tempo ti dimenticherà come hanno fatto tutti, ne sono certo, non hai alleati in questa sfida, dovrai vedertela da sola, se supererai questa prova vi lascerò in pace per sempre, se invece non mi ascolterai sai già a cosa andrai incontro, quando meno te lo aspetterai qualcuno verrà a cercarti e ti condurrà da me, così avremo modo di parlare di persona, sappi che ti troverò, ovunque sarai, fino ad allora ti consiglio di andartene il più lontano possibile da qui, ti ho in pugno Zulema, ora non sei nient'altro che una misera marionetta nelle mie mani, di cui manovro i fili secondo la mia volontà, se proverai a barare stanne certa che lo verrò a sapere, ho le mie fonti e posso arrivare ovunque.
A presto, Ahmed"
Le parole di quella lettera si ripetevano nella mia mente come un eterno loop, sapevo bene cosa dovevo fare, ma era chiaro, avrei dovuto sporcarmi nuovamente le mani, sperando che sarebbe stata l'ultima volta, l'unico modo per porre fine una volta per tutte ai nostri problemi era trovare quel verme ed ucciderlo, ma per farlo avrei dovuto giocare d'astuzia e per prima cosa mettere Maca al sicuro, mi sarebbe costato caro, ma avrei dovuto farle perdere le mie tracce per un po' e poi tornare, una volta che tutto sarà sistemato.
Improvvisamente i miei pensieri vengono interrotti dalla suoneria del cellulare, il numero che compare sul display è sconosciuto anche se so bene di chi si tratta, apro un attimo la porta ed esco dalla camera per accertarmi che Maca se ne sia andata ed una volta assicuratami di ciò
rispondo portandomelo successivamente all'orecchio.
"Buongiorno mia cara, scommetto che non hai mai avuto risveglio migliore di questo, dico bene?"
Mi domanda Ahmed in tono sarcastico per poi scoppiare in una fragorosa risata.
"Giuro che appena ti trovo ti ammazzo figlio di puttana, nessuno può permettersi di ricattarmi e lo sai bene."
Affermo in tono neutrale mentre la rabbia si alimenta dentro di me
"Ne sei proprio sicura? Fossi in te la smetterei con le minacce, non sei nella porzione di farle...altrimenti tutta la mia collera nei tuoi confronti si abbatterà su una persona che conosci bene."
Quell'ultima frase mi fa perdere il controllo.
"Non mettere in mezzo Macarena figlio di puttana! Prenditela con me!"
Urlo in preda all'isterismo
"Calmati ed abbassa il tono, non me la sarei presa con lei se tu non mi avessi costretto a farlo e poi è l'unico modo per farti reagire dato che ti importa più di lei che di te stessa, comunque non avrei mai immaginato che ti piacessero anche le donne."
Afferma.
"Queste sono cose che non ti riguardano."
Mi limito a dire non appena riprendo un minimo di autocontrollo.
"Hai ragione, quando pensi di fare ciò che ti ho ordinato?"
Mi domanda.
"Io non prendo ordini da nessuno, faccio ciò che dici solo per proteggere Maca. Dammi 48 ore di tempo per organizzarmi e poi sparirò nel nulla come dici. Ti chiedo solo questo."
Spero che accetti.
"Va bene, ti do 48 ore di tempo ma non un minuto di più"
Mi informa per poi riattaccare subito dopo senza darmi il tempo di aggiungere altro.
Mi lascio scivolare lungo la porta presa dallo sconforto, sarebbe stato tutto molto più semplice se non ci fossero stati dei sentimenti di mezzo, se non mi fossi lasciata coinvolgere, se avessi continuato a mantenere le distanze, ma non è così e adesso allontanarmi da Maca e sparire senza una spiegazione facendola soffrire mi costa molto, ma devo farlo, devo metterla al sicuro, però prima devo fare qualcosa, nella speranza che possa alleviare almeno un minimo il dolore che dovrà affrontare, ci sono, le scriverò anch'io una lettera che poi le farò trovare una volta andata via.
Senza perdere altro tempo mi alzo e mi avvicino alla scrivania per poi prendere un foglio e una penna ed iniziare a scrivere, non so cosa ne verrà fuori, non ho mai fatto una cosa simile prima d'ora, per nessuno, ma voglio provarci.
Penso velocemente a qualcosa di sensato, non credo possa esserci nulla di adatto per giustificare il mio gesto e farla sentire meglio, così decido di fare una cosa sola: seguire il cuore e mettere su carta quello che sento.

"Maca, quando leggerai questa lettera sarò già molto lontana, non so dirti quanto o dove, ma è così, spero che un giorno tu possa perdonarmi anche se riconosco che questo mio gesto non merita perdono. Non vorrei andarmene, ma devo farlo, non posso rivelarti il motivo ma servirà a proteggerti, la mia vicinanza ti farebbe solo del male e non voglio che questo accada, sappi che dietro tutto questo c'è una ragione, appena potrò ti spiegherò tutto, ma ora non è il momento, tengo a te più di quanto tu possa immaginare, credimi. Non so quando ma ritornerò, è una promessa e quando lo farò saremo felici e nulla potrà più separarci, se vorrai voltare pagina potrai farlo senza alcun problema, l'unica cosa che ti chiedo è di non abbatterti, cerca di essere ugualmente felice, sembrerà una richiesta impossibile, lo so, ma trova la serenità nell'amore che hai per me, sarà quello a darti la forza.
Ricorda, non è un addio ma un arrivederci.
Ciao rubia."
Firmo il tutto con "il tuo elfo dell' inferno"
Poi piego il foglio e dopo aver preso una busta da lettere ed averlo riposto accuratamente al suo interno decido di fare una cosa in modo che una parte di me rimanga con lei e possa darle un pò di conforto fino al mio ritorno.
Slaccio la mia collana con lo scorpione e me la tolgo dal collo, è il mio porta fortuna, cel'ho da quando ero bambina e non me ne sono mai separata, poso un bacio su di essa e la ripongo all'interno della busta, per poi chiuderla.
In ultimo scrivo "Per Maca" sul retro e la nascondo al sicuro all'interno dell'armadio di quella che prima era la mia stanza, sotto alcuni vestiti, Maca non ha mai messo mano lì e so che quindi è un posto sicuro, non la troverà fin quando non sarò io a tirarla fuori prima di andarmene.
Dopo aver fatto ciò prendo il cellulare e chiamo una persona di cui so di potermi fidare ciecamente, siamo sempre rimaste in contatto anche quando mi trovavo ancora in carcere, si tratta di Saray.
Dopo qualche squillo risponde.
"Pronto Zule! Dimmi tutto."
Esclama la gitana con voce allegra dall'altro lato del telefono, come suo solito.
"Saray, non volevo disturbarti ma ho davvero bisogno del tuo aiuto, ti andrebbe di vederci domani? Preferisco parlarti a voce."
Domando.
"Ma certo, nessun problema, domani passa a casa mia quando vuoi, l'indirizzo lo sai, è sempre quello."
Afferma in tono gentile.
"D'accordo, grazie mille, a domani allora"
Proprio in quel momento sento qualcuno bussare alla porta della stanza, è Maca, con tutta la confusione che ho in testa ho perso la cognizione del tempo e mi sono dimenticata che fosse solita tornare a quest'ora.
"Scusami, ma ora ti devo lasciare, a domani."
"A domani Zule"
Risponde, a quel punto attacco ed esco fuori dalla stanza, dove ad attendermi trovo Maca.

Macarena's pov:
"Scusami, ma ora ti devo lasciare, a domani"
Sento Zulema parlare al telefono in camera nostra, incuriosita mi avvicino verso di essa, ma appena la raggiungo sento improvvisamente silenzio, evidentemente avranno finito di parlare così decido di bussare, alcuni istanti dopo Zulema apre la porta ed esce.
"Ciao bionda, mi stavi spiando?"
Domanda ridendo per poi avvicinarsi e darmi un bacio a stampo, negli ultimi giorni è molto sfuggente, la vedo strana e so bene, come ha detto anche lei, che c'è qualcosa che non va, non voglio però chiederle nulla per non metterle pressione, d'altronde mi ha già detto che non appena se la sentirà mi esporrà il problema.
"No, affatto, sono appena rientrata, però ti ho sentita parlare al telefono, chi era? Se non ti va di dirmelo non fa nulla."
"Certo che mi va, era Saray, abbiamo parlato un po' e abbiamo deciso di vederci domani, veniva a trovarmi in carcere ogni tanto, ma i rapporti umani come le amicizie si devono coltivare in modo che restino in piedi, non è vero bionda? È così che fanno le persone normali, giusto?"
Mi domanda per poi ridere di gusto, a quel punto lo faccio anch'io, ha una risata molto contagiosa.
"Si, è così che facciamo noi "persone normali"
Dico mimando le virgolette e continuando a ridere, sono sicura che mi abbia detto la verità ma nonostante questo ho il presentimento che stia omettendo qualcosa di molto importante.

//Spazio autrice//
Buonasera a tutti, spero stiate bene, ecco un nuovo capitolo della storia, come vi dicevo sto approfittando di questo periodo in cui ho ispirazione per scrivere il più possibile anche per compensare e farmi perdonare per la lunga assenza che ho avuto, ci terrei davvero tantissimo ad avere la vostra opinione a fine lettura per cui, se vi fa piacere fatemi sapere cosa ne pensate.
Ci risentiamo al più presto,
un abbraccio.
~D 💗🌹

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