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"Allora? Il gatto ti ha mangiato la lingua?"

Incominciai a tremare, non riuscivo a parlare e i la mia faccia sta gridando aiuto. Ero nella stessa aula con Lee Minho, uno dei membri degli Stray Kids, il gruppo con una pessima reputazione, una mossa sbagliata e mi sarei ritrovato con un occhio viola.
"E-ecco io vengo qui s-sempre d-dopo man-mangiato" non riuscii a non balbettare.
Minho mi sembrava irritato dalla mia azione, forse è meglio che me ne vada prima che finisca in ospedale.
Mi alzai dalla sedia e andai verso la porta per aprirla, ma sentii Minho prendermi e spingermi via e farmi sedere su un altro banco.

«Se non esco da qui mi ritroverò una benda sul viso» Pensai guardando la figura del ragazzo sedersi sul banco davanti al mio.
"Non ti ho mai visto per i corridoi, tu saresti?" Chiese senza interesse.
"O-oh sono Han Jisung della sezione B" risposi intimorito.
Avevo paura di quello che sarebbe successo...
"Piacere, io sono Lee Minho della sezione D, ma a quanto pare non serviva presentarmi... O mi sbaglio?"
"Oh no, non serviva presentarti, io sono qui da 3 anni, ho sempre sentito parlare di te e degli Stray Kids, quindi no, non serviva" dissi spostando il mio sguardo alla finestra.
"Io invece non ho mai sentito parlare di te, di solito noi componenti degli Stray Kids conosciamo tutti i ragazzi della scuola, ma non te"

In che senso «conosciamo tutti i ragazzi della scuola, ma non te?», nessuno si era mai interessato veramente a me, nemmeno i miei genitori che sono sempre via per lavoro e quando tornano non mi degnano nemmeno di uno sguardo, forse è solo per aggiungermi in una sottospecie di lista su un non so cosa? Beh potrebbe anche essere un normalissimo stalker e quindi anche uno stupratore oppure anche un pedofilo e poi qualcos'altro? Forse dovrei smetterla di guardarmi serie TV per un po'...

"In che senso?" Chiesi a bassa voce.
Quando stava per aprire bocca e rispondere alla mia domanda la campanella suonò dicendoci di rientrare in classe per l'inizio delle lezioni seguenti.



Era sera, per la precisione le 21:40, ed io stavo venendo sgridato dai miei genitori per la settantesima volta in quel mese, si, mi sono tenuto il conto. Non so perché mi stavano urlando contro, so solo che erano infuriati.
Per la frustrazione decisi di andarmene da quella casa e di farmi un giro al parco.
Mentre uscii dalla porta i miei continuarono ad insultarmi e a lanciarmi roba contro.

Arrivai al parco e mi sedetti su una delle tante panchine a guardare verso il sole che stava pian piano tramontando. I colori del cielo erano così belli, ti ispiravano fiducia e allegria, mai nulla di così emozionante avevo visto prima d'ora.
I miei occhi pian piano si chiusero e mi addormentai lì, sulla panchina del parco, tutto da solo...

Mi risvegliai sul letto, con addosso un pigiama a righe verdi, la camera era abbastanza grande, c'era un armadio, la scrivania con la sedia, una finestra... Ok la smetto.
«Ma dove sono?» pensai, beh, di certo non a casa mia, anche perché camera mia era così  piccola che non ci entrava nemmeno un armadio e quindi ero costretto ad usare dei miserabili cassetti.
Mi alzai dal letto notando che avevo ancora i pantaloni della sera prima, andai verso la porta ma esitai ad aprire.
«E se fosse la casa di un serial killer? Oppure di uno stalker... No, devo farmi coraggio, non posso rimanere qui per sempre, almeno credo»
Sentii delle voci attraverso la porta, ma non capii quello che dicevano. Sentii poi dei passi avvicinarsi alla porta e io mi riavvicinai al letto mettendomi sotto le coperte e facendo finta di dormire. Aprirono la porta per poi dire abbassa voce: "Sta ancora dormendo, meglio lasciarlo stare" E poi chiusero la porta.
Mi rialzai e aspettai che i passi si allontanarono per poi aprire la porta e controllare se c'era qualcuno. Uscii dalla porta, ero in una sottospecie di piccolo corridoio rivestito di un tappeto rosso, scesi le scale che trovai subito visto che erano accanto alla porta da dove ero uscito e andai al piano di sotto.
Mi fermai quando li sentii parlare.
"Allora, cosa sai su questo Han Jisung?"
"Non so ancora niente su di lui, ci sto ancora lavorando"
"È la prima volta che lo dici, pensi che sarà facile scoprire delle sue informazioni private?"
"Sono sempre riuscito a portare a termine i miei lavori, ma credo che questo sarà molto più impegnativo"
Mi avvicinai un po' di più per origliare la loro conversazione
"Cosa ne pensi di questo ragazzo?"
"Penso che sia molto interessante, forse sarà lui il prossimo... Ma non credo che i genitori vorranno"
"Beh però ci sarà un motivo del perché lo avevi trovato su quella panchina, ho sbaglio?"
"Mh, lo scoprirò presto"

Per l'ansia del momento ritornai in camera, o almeno cercai di ritornare in camera.
Appena mi girai mi trovai faccia a faccia con Seo Changbin.
"E tu che ci fai qui? Non dovresti essere in camera?"
"E-ecco io-" non riuscì a finire la frase che appena mi rigirai mi trovai davanti Lee Minho e Bang Chan.

«Oggi sarà il giorno della mia morte, ne sono sicuro» pensai.

"Han Jisung, siediti pure! Cosa vuoi mangiare per colazione?" Chiese Chan.
Wow, allora era vero quello che pensavo su di lui. Mi sedetti su una sedia
"Ehm, io cosa ci faccio qui?" Chiesi quasi impaurito.

"love after death" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora