CAPITOLO 42

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Mangiamo tranquillamente, i genitori di Tommaso sono andati in un hotel qua vicino, torneranno domani per chiarire.
Simone va a buttare i cartoni della pizza, noi restiamo ancora a parlare del più e del meno.
"Mi ha appena scritto Rebecca" Dice Tommaso.
"Cioè? " Dico invitandolo a continuare.
"Mi ha scritto di andare in camera. "
Noi andiamo nella sala cinema" Dice Vincenzo.
Annuisco e andiamo al piano di sopra.
Troviamo madda con solo un asciugamano attorno alla vita, in corridoio.
Tommaso entra nella stanza mia e di Rebecca e con una mossa veloce, sfilo la chiave dall'interno e li chiudo dentro dall'esterno.
"GAIA CRISTO SANTO" dice Rebecca sbattendo la mano contro la porta.
"Starete li dentro finché non chiarite" Le urlo io

Rebecca's pov
"Starete li dentro finché non chiarite"
Gaia, sappi che ti odio.
"Devi farti la doccia? " Mi chiede Tommaso
"No, l'ho appena fatta" Sono anche in reggiseno e pantaloni del pigiama, credo si intuisca.
Si alza di scatto dal letto.
"Hai fatto la doccia con madda? " Dice serio
"Dio santo, che ti importa? Non sono nessuno per te"
Dico pettinandomi i capelli.
Sto cercando di mantenere la calma, ma  giuro che dentro sto morendo.
"Non hai risposto alla domanda" Dice appoggiandosi al muro e incrociando le braccia.
Mi avvicino a lui.
"Ti ripeto che non sono cose che ti riguardano"
È così serio, non l'ho mai visto così.
"Sono cose che mi riguardano eccome"
Il suo sguardo mi fa quasi paura.
"Invece no. È stato tutto uno sbaglio, non avrei dovuto dedicarti nemmeno un po di tempo se non hai nemmeno il coraggio di ammettere.. "
"Di ammettere cosa? Eh? Non stiamo insieme"
"Non puoi negare che tra di noi ci sia qualcosa, perlomeno, c'era qualcosa" Dico sussurrando l'ultima frase.
"Mi dispiace cazzo" Dice quasi urlando.
"Tutto quello che c'era è finito, questa è stata un estate buttata nel cesso, avrei dovuto dedicare il mio tempo a qualcun altro"
La sua espressione cambia completamente.
Forse non lo dovevo dire.
Forse ho esagerato.
Va sul balconcino e chiude la porta finestra.
Tommaso, vaffanculo.
Mi infilo una felpa a caso e lo raggiungo sul balcone.
Lo scavalco e mi aggrappo all'albero.
"Ma sei scema? Che cazzo fai? "Mi urla.
"Sono viva, ma non sono cazzi tuoi" Dico toccando terra con i piedi.

Non attendo la sua risposta e rientro in casa dalla finestra della palestra.
Non mi va di tornare su.
Non mi va di allenarmi.
È tardi, saranno le due.
Appoggio la schiena contro il muro.
Non ho cenato e ho fame, ma so che comunque non riuscirei a mangiare.

l'estate più bella della mia vita [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora