< Sapevo che eri un non-morto Sir Fortesque ma puoi fidarti di me: Sam il vecchio fabbro, sono forte come un toro e silenzioso come una zanzara> fece l'uomo muscoloso di trent'anni.
Sir Fortesque indossava ancora gli abiti da acrobata, portava dietro di se il pesante martello e il calice protetto nella sua gabbia toracica.Winston vola intorno ai due.
La compagnia dei tre strani individui percorre la strada in mezzo ai campi, era notte;
avevano smesso di correre molto prima del loro arrivo in quella desolazione solo perché l'uomo assieme ai due non morti era stanco.
Il fantasma alieggia spazientito col suo bel visino e il cilindro, Dan rotea il suo unico occhio verso destra e sinistra per stare in guardia: sa che Lord Palethron, suo ex padrone lo osserva e segue le sue mosse.Il fabbro si trova assieme ai due per caso ma è contento seppur diverso dai compagni, di non lavorare più per il clan dei folletti: troppe vite innocenti aveva contribuito a eliminare, si chiedeva quali impegni avessero il fantasma e lo scheletro così gli parla: < Sir Cavaliere, avete detto voi di chiamarvi così ma non mi avete detto cosa vi ha portato fino al Freak - show, quale ragione porta uno scheletro ad unirsi a un fantasma e vagare nella desolazione incontaminata della campagna londinese?>
Il cavaliere straccione ondula il cranio ossuto: < Ero un reietto poi un eroe ed infine un prigioniero in questo mondo di vivi.
Fui chiamato da un potente signore per portare malvagità nel suo tempo ma non ne fui in grado. Ora lavoro per sconfiggerlo e tornare al seggio che mi spetta alla sala degli eroi che tu non conosci e non vedrai mai poiché è consentita l'entrata solo a chi da prova di un vero atto di coraggio in battaglia. Io capeggiai l'esercito del mio antico re Pellegrino alla battaglia per la liberazione di Gallowmere e non bastò.
Ci volle un mago di corte che evocò un esercito di non morti infestatori della terra che calpesti per farmi ascendere come eroe.
Questa è la seconda volta che torno in vita.
Winston non mi ha parlato del suo passato ma come me cerca una via d'uscita>.
Il fabbro ammirava lo scheletro perché gli lacrimarono gli occhi e poi guardò Winston: < E voi signore? >
Il fantasma dal panciotto e il capello grigio fluttua: < Dan non sa la mia storia ma le circostanze sono le medesime: fui vittima del maleficio del nostro nemico e persi la vita ma il nostro capo, un genio dell'occulto, mi liberò dalla prigionia del l'incantesimo e mi rese innocuo. Ma ho bisogno di tornare nell'aldilà per proseguire il mio viaggio, ancora non ho visto la luce>.
Sir Daniel mentre scansa delle rocce girò il cranio e fissa il fantasma.
Winston ricambiò e sorrise.
Il fabbro per un pò rimase pensieroso: molte sensazioni lo attraversavano, dubbi e riflessioni sulla sua vita che non condivise ai suoi compagni non morti.l'alba arrivò.
Dan e Winston ancora camminavano ma il fabbro chiede di poter fare una sosta per dormire.
Dan è diretto: < Perdonami ma noi non possiamo essere stanchi.. feriti si.. ma stanchi.
È la fortuna e sfortuna maledetta di quelli come noi.
Se non tieni il passo saremmo costretti a lasciarti indietro. Abbiamo una missione e più passa il tempo e più ne regaliamo a Palethron.
Perdonaci ma dobbiamo andare>.
La stanchezza era una formula dimenticata dal cavaliere ma il fabbro la teneva ancora come amica, pensò che forse assieme ai muscoli, i sensi e la pelle, Sir Daniel avesse perso la sua umanità.
Il fabbrò ansimò: < Cavaliere! Ed oltre la stanchezza hai perso pure la tua identità? >
Sir Daniel si fermò seguito da Winston.
Il fabbro farnetica: < Io non sono un eroe, ne conosco la magia quanto voi e i segreti della vita.. ma.. so distinguere il bene dal male quanto voi, forse meglio>.
<E cosa sai più di me, fabbro? > gracchiò Dan.
L'uomo cadde in ginocchio: < So che un cavaliere è chiamato ad aiutare i più deboli, a stare dalla parte di chi ne ha bisogno, che siete al servizio del bene! Rammentate?
Avete prestato voto, non significa niente per voi? >
Il cavaliere privo di un occhio si tocca l'orbita ammutolito. Winston lo invita a seguirlo.
Il fantasma va avanti ma Sir Daniel rimane con il fabbro esaurito a guardarlo.Sam rimane in ginocchio ad ansimare, sente poi l'erba essere calpestata e uno strano calore riscaldarlo.
il calore si fa più presente quasi come respiro, un cuore che batteva: era il calice di Sir Daniel Fortesque contenuto nella sua gabbia toracica a un palmo dal volto del fabbro.
Dan si china e gli porge la mano scheletrica: < Tutto.. messer Sam>.
Così Sir Daniel prese in braccio il fabbro, assieme al martello, il calice e seguì Winston che li precedeva verso l'ingresso ad un enorme cortile.
La compagnia era arrivata a Greenwitch ed era mattino presto, il sole non filtrava nella nebbia e c'era odore della morte ovunque.
L'osservatorio era vicino ma quanto sarebbe stato difficile stavolta?
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Medievil 2
HorrorLondra 1886. Lord Palethron è un potente signore di Kensington. Ciò nonostante sente che la sua influenza a Londra è marginale. Un giorno si imbatte in un mago e scopre la magia nera, diventa il migliore allievo del circolo dei maghi. Tuttavia l'amb...