Capitolo 2

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Varcai la porta di casa nostra di fretta e di furia, impaziente di sgelare il mio corpo davanti al nostro camino. Quel giorno fu uno dei più freddi e quando ciò accade, nemmeno il riscaldamento della macchina riesce a donarti sollievo.

Mi diressi verso la cucina, trovando Luke in procinto di preparare la cena.

"Ciao amore!!" dissi

"Ciao piccola! Stavo preparando la cena."

"Spero sia qualcosa di caldo... c'è da morire assiderati la fuori."

"Pollo con patate!"

"Sei salvo!" gli dissi ridendo per poi scambiarci un bacio.

"Com'è andata a lavoro?"

"Se ti racconto chi ho visto..."

"Vai, spara!"

"Jennifer Lopez in carne ed ossa!"

"CHE?! Dici davvero??" disse facendo un sobbalzo.

"Mai stata più seria"

"E cosa ci faceva li??"

"Regali all'ultimo minuto per i figli... l'ho servita io."

"Non ci credo!! Dio mio Jlo! E com'è andata??"

"Mi sono fatta dare l'indirizzo di casa sua per farle spedire i regali, voleva farseli consegnare il giorno di Natale."

"Cavolo Ava, che culo!"

"Non mi parlare di culo davanti alla Regina del big booty." dissi, ridendo fragorosamente.

I giorni successivi non furono tanto diversi dalle settimane precedenti. Sveglia alle 07:00, lavoro dalle 09:00 alle 18:00, cena, doccia e letto. Quel weekend però fu diverso dai precedenti, anziché passarlo dalla famiglia di Luke che ne approfittarono per passare qualche settimana dai nonni di Luke in Connecticut decidemmo di organizzare un pigiama party con alcuni nostri amici stretti. I discorsi variavano da studi universitari, lamentele rivolte a capi o insegnanti e battute.

"Ava ma la questione Jennifer Lopez? Cioè, ci hai parlato per più di 5 minuti e lo hai raccontato con un tono fermissimo." mi chiese Sandra, una nostra vecchia amica, con tono sorpreso.

"Beh, che avrei dovuto fare? Correre nuda in mezzo alla strada urlando HO VISTO JLO??" dissi ridendo con gli altri, sorseggiando il mio bicchiere di Coca Cola.

"Ma il culo come ce l'ha?" chiese spudoratamente Ryan, un altro nostro amico, nonché il più "cretino".

"Fai schifo" disse Sandra

"Non sono come te idiota, io osservo gli sguardi."

"Amore, guarda che non mi scandalizzerei se lo guardassi per più di 10 minuti. Voglio dire, con una come lei" disse Luke, provocando in me un senso di fastidio. Era naturale, lo disse solo per fare una battuta, lo conosco, ma certe volte non si soffermava sul fatto se fossero adeguate o meno. E questa, ovviamente, non lo era.

"Sei un deficiente" dissi, alzandomi e dirigermi verso il bidone dell'immondizia per gettare quella piccola bottiglia di vetro con all'interno la sostanza colorata, per poi avviarmi verso il bagno. Dopo alcuni minuti sentii battere leggermente alla porta. Era lui.

"Amore, mai ti sei offesa?"

"Avresti potuto evitare quella battuta, era senza rispetto."

"Sai che non l'ho detto con quell'intento, ma scusami. Non volevo." disse, con sguardo dispiaciuto.

"Non fa niente dai... però non mi va molto di stare con gli altri ora. Preferisco andare a riposare."

"Va bene ok, allora gli dico che non ti sei sentita bene e stiamo un po' insieme."

(ITA) Remember Me This WayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora