Capitolo 7

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Quel piccolo episodio accaduto con Jennifer una settimana prima non mi lasciò tregua in nessun momento delle giornate. A volte mi ritrovavo a sperare che non mi scrivesse per riuscire a "distrarre" la mente, ma se poi capitava, mi mancava da morire.

Per questo motivo mi buttai sul lavoro e quando stavo a casa e Luke non lavorava, ne approfittavamo per passare un po di tempo insieme o con i nostri amici. Ma da un po di tempo sembrava che tutto ciò mi "annoiasse", quasi lo facessi per accontentare Luke e non farsi strane idee. D'altronde, anche le mie non erano del tutto chiare..

Era una mattina come un'altra, avevo appena finito di servire una cliente che venne ad acquistare un regalo di compleanno per la figlia di 8 anni, fino a quando sentii squillare il telefono del negozio.

"Gameland Store NY, sono Ava, in che cosa posso esserle utile?"

"Mmm vediamo... rispondere al telefono prima che chiami l'FBI?" disse un tono ironico, era lei. Non ci credevo, ero così felice ma anche così dannatamente sconvolta!

"Jen!!! Tu sei pazza" dissi ridendo

Ridacchiò. "Mi ero preoccupata, non rispondevi da ieri."

"Scusami, stamattina ero in ritardo e in negozio c'era più gente del solito. Purtroppo non posso stare sempre dietro il telefono, se mi becca il capo mi cazzia malamente"

"Hai ragione scusa..." disse con tono dispiaciuto, mi sentii improvvisamente in colpa, ero felice che mi avesse chiamata...

"Ma mi ha fatto davvero felice questa sorpresa... davvero..." sorrisi, avendo l'impressione che lo avesse percepito.

"Dimmi che stasera sei libera... volevo portarti un posto per me molto importante." Mi si bloccò il cuore. Non sapevo perché d'improvviso sentii una stranissima sensazione, come se fosse un'uscita differente dalle altre. "Ava? Ci sei?"

"Ehm... si, scusa... si lo sarei ma...."

"Ti prego, ci tengo tanto..." mi disse, quasi supplicandomi, creando il tutto più difficile. Non ce la facevo, non potevo... non accettare.

"Si, va bene."

"Grazie, davvero. Avevo bisogno di vederti..." questa espressione mi fece scendere i brividi lungo tutta la mia spina dorsale, come ogni minima cosa che aveva a che fare con lei.

"...Anche io...."

"Vengo a prenderti alle 20 stasera."

"Va bene... a stasera"

Riattaccammo, facendo un gran sospiro come se per tutto il tempo della telefonata fossi stata in apnea. Che diavolo mi stava succedendo?

Solita ora, solito posto. Rimasi ad attenderla fuori la porta di casa, dopo aver salutato Luke e aver rinunciato ad una serata assieme agli altri interamente dedicata a Game of Thrones (prima ancora di accettare l'invito di Jennifer).

La vidi arrivare, saltai in macchina, la salutai e partimmo.

"Tutto bene? Sei silenziosa oggi." mi disse, dopo circa 5 minuti di viaggio.

"Ah si si scusa... Ho ancora l'ansia del ritardo di stamattina, mi è andata di culo che non ci fosse il mio capo."

"Ma come mai non ti sei svegliata?"

"Ho preso sonno più tardi del solito..."

"Troppi pensieri?"

"Si, forse si..."

"Non va mai bene pensare troppo la notte!" disse sorridendo

"Hai ragione... mia madre diceva sempre che dovevo trasformare il nero in bianco!"

(ITA) Remember Me This WayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora