28- Per quanto ancora hai intenzione di ricattarmi?

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28- Per quanto ancora hai intenzione di ricattarmi?

Giulia sedeva sull’altalena del giardino della nonna di Alice.
Già Alice!
Aveva sempre pensato che Alice avesse avuto una vita meravigliosa e piena di felicità ed invece aveva scoperto che non era stato così. Alice non aveva parlato della matrigna ma Giulia aveva percepito che forse Alice preferiva rifugiarsi da nonna Amalia perché forse si sentiva una sorta di estranea a casa sua visto la presenza della mamma di Marco.
Giulia sospirò ed iniziò a dondolarsi lentamente come faceva da piccola e si soffermò a guardare le proprie scarpe.
Chiuse gli occhi e prese a dondolarsi con più forza e velocità per cercare di spazzare via i pensieri dalla propria mente.
<< Avrei tanto voluto spingerti sull’altalena quando eri piccola!>> Esclamò qualcuno rompendo il silenzio che si era creato. Giulia smise di dondolarsi, sollevò le palpebre per poi  girarsi  in direzione della voce e vide la Manes.
Giulia non rispose e la direttrice fece un passo in avanti verso sua figlia.
<< Quando sono rimasta incinta ero una giovane studentessa di medicina che poteva permettersi l’università solo grazie alla borsa di studio,>> aggiunse la direttrice dell’istituto muovendosi ulteriormente verso la ragazza,<< il mio fidanzato non fu felice e mi lasciò dopo che rifiutai di abortire. Non volevo abortire ma ero consapevole che non potevo neppure tenerti con me e così decisi di darti in adozione per farti avere la vita che io non potevo garantirti in quel momento. Avevo una carriera davanti ma che era ancora anni luce distante da me in quel momento!>>
Giulia non disse nulla subito e scosse la testa da una parte all’altra per poi alzarsi e puntare verso la porta dell’abitazione.
<< Ti prego dimmi qualcosa,>> le disse la Manes anzi quasi implorò.
<< Cosa vuoi che ti dica?>> Le domandò la giovane specializzanda abbandonando il lei e dandole del tu per la prima volta. << Che hai fatto bene? Oppure vuoi sapere della mia vita trascorsa in orfanotrofio fino ai diciott’anni? O delle notti in cui non avevo nessuno che mi abbracciasse  dopo aver fatto gli incubi? O dei Natali trascorsi senza uno straccio di un genitore nonostante avessi chiesto a Babbo Natale di portarti da me? È questo che vuoi sentirti dire? O vuoi sentirti dire che sei stata brava a fare carriera? Cosa vuoi da me dopo venticinque anni di silenzio? COSA VUOI?>> Fece tutte queste domande alzando man mano la voce per poi urlare con l’ultima. Alice e Claudio arrivarono subito lì, come fecero tutti quanti.
<< Io voglio solo stare con te,recuperare il tempo perso,>> mormorò la direttrice con gli occhi lucidi mentre la ragazza scuoteva il capo.
<< No, non funziona così,>> le disse mentre cercava di asciugarsi le lacrime.
<< Ti prego. Lo so che ho sbagliato ma dammi una possibilità,>> rispose Andrea Manes facendo un passo verso di lei ma venne subito bloccata dalla ragazza con un gesto della mano.
<< Ho bisogno di tempo!>> Detto ciò la ragazza corse dentro casa e Sandro le corse dietro mentre la Manes venne raggiunta da Giacomo Conforti che l’abbraccio stretta a sé.
~~~
Alice’s Pov

Sono passati alcuni giorni da quando la Manes ha affrontato Giulia, quest’ultima non è tornata in istituto e neppure a casa da Cordelia e Giacomo.
<< Alice non è tornata a casa neppure stanotte,>> mi ripete mio cognato per la quarta volta mentre cammina avanti ed indietro nel salone di casa.
<< Giacomo devi stare tranquillo,>> gli dico cercando di calmarlo mentre mio marito mi lancia un’occhiataccia.
<< Ma come fai a stare così calma?Non sappiamo dove si trova Giulietta! Andrea sta impazzendo e si è chiusa nel silenzio,>> ribatte lui senza smettere di camminare.
Mi alzo dal divano e gli afferro il braccio prima che mi faccia venire il mal di mare.
<< Siediti,>> gli dico tirandolo verso il divano e lui mi ascolta e finalmente si siede.
<< So dove si trova Giulia,>> gli dico nel tentativo di calmarlo.
<< Davvero? E dove si trova? >> Mi chiede lui senza calmarsi.
<< Forza Sacrofano, devi dirglielo,>> dice mio marito guadagnandosi un’occhiatacciada parte della sottoscritta. << È inutile che mi guardi così: per quanto ancora hai intenzione di ricattarmi?>> Mi domanda riferendosi al mio piccolo ricatto di mandarlo in bianco per un mese qualora avesse detto di sapere dove si trova Tagliacozzo.
Sospiro e guardo mio cognato in attesa.
<< Va bene, Giulia si trova a Sacrofano nella casa dei miei nonni materni  ed è poco distante da casa di nonna Amalia,>> gli dico  recuperando un post It ed una penna e gli scrivo l’indirizzo,<< aveva bisogno di stare da sola ma nonna Amalia va a trovarla ogni giorno con qualche scusa e so che l’ha già coinvolta nel volontariato della parrocchia.>>
Detto ciò gli passo il foglietto.
<< Ha bisogno di pensare e capire come affrontare la cosa ed è arrabbiata con Andrea,>> gli dico con un sospiro.
<< Va bene, fammi solo andare da lei per sapere come sta ed avvertire Andrea che so dove si trova. Non chiedo altro!>> Mi domanda lui stringendo forte il fogliettino con la mano.
<< Va bene, vai!>> Gli dico allungando poi le chiavi della mia macchina, che lui afferra subito.
<< Grazie,>> dice baciandomi la guancia per poi uscire velocemente dall’appartamento.
<< Sei sicura di aver fatto bene?>> Mi chiede CC sedendosi accanto a me per poi accarezzarmi la pancia.
<< Non lo so,>> ammetto con un sospiro,<< so cosa si prova a perdere una mamma ma non so cosa significhi sentirsi abbandonati sin dalla nascita ma conosco la sensazione di sentirsi soli ed invidiare gli altri bambini e ragazzi perché hanno ancora una mamma.>>
Claudio mi stringe a sé e mi bacia una tempia.
<< Sei stata bravissima Sacrofano a crescere nonostante tutto ciò che hai dovuto passare,>> mi dice mio marito ed io mi volto per guardarlo in viso.
<< Dici?>> Gli chiedo con un filo di insicurezza e lui annuisce subito.
<< Sei riuscita a capire la tua strada, sei rimasta dolce ed ingenua come una bambina ma sei diventata forte e testarda,>> mi risponde sfiorandomi le guance con entrambe le mani,<< e so che la piccola peste non avrebbe potuto avere una mamma migliore di te!>>
Inizio a piangere e gli getto le braccia al collo.
<< Non vale, non puoi dirmi queste cose perché io piango a causa degli ormoni,>> mi lamento contro il suo collo.
<< Tu piangi anche quando non hai la scusa degli ormoni,>> ribatte mio marito con tono da saputello.
<< Stronzo,>> gli dico sferrando un pugnetto contro il suo braccio e come risposta ottengo la sua risata e le sue braccia che mi stringono forte a sé.







Le Parole di Alice e ClaudioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora