CAPITOLO 9

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Il giorno seguente Max, di turno al Lenox Hill dalla mattina presto, pensava continuamente a ciò che era successo la sera prima al pub, alla delusione sul viso di Kelly e alla sua rabbia per essere stata trattata male da Rebecca. Si era ripromesso che in giornata l'avrebbe chiamata per farle le sue scuse. Non si sarebbe mai aspettato un simile comportamento da Rebecca e aveva passato tutto il giorno con una strana sensazione addosso, un senso di pesantezza gli opprimeva il petto e aveva anche un forte mal di testa.

Erano quasi le tre del pomeriggio e il suo turno sarebbe dovuto finire un'ora prima ma il suo collega, il dottor Martin Harris, gli aveva chiesto di coprirlo per un'ora.

Harris era arrivato da una decina di minuti, stava uscendo dallo spogliatoio con Max per il cambio turno quando Dorothy lo chiamò "Dottor Harris c'è un'emergenza, stanno arrivando due ambulanze con dei poliziotti, entrambi con una ferita di arma da fuoco" poi guardando il foglietto sul quale aveva appuntato delle cose disse "si tratta di un uomo e una donna... l'uomo è più grave... saranno qui tra cinque minuti al massimo!".

Max nel sentire Dorothy corse nello spogliatoio indossò nuovamente il camice e uscì fuori, quando Harris lo vide disse "Ehi amico, il tuo turno è finito, puoi andare ci siamo io e Carter a controllare".

"Martin... ho uno strano presentimento, lascia a me l'ambulanza con la donna".

"Max, che ti prende?... hai una faccia!".

"Una mia amica che abita nell'appartamento di fronte al mio fa la poliziotta... ho il dubbio che sia lei!".

Qualche minuto dopo la prima ambulanza arrivò annunciata dalle sirene. Le porte posteriori si aprirono e scesero due paramedici, uno dei quali iniziò a dare le prime informazioni "Uomo con ferita di arma da fuoco al torace. Privo di conoscenza..." mentre la barella fu presa in custodia da Harris e da altri tre infermieri, Max riuscì a riconoscere Robert nell'uomo ferito.

"Maledizione!" esclamò. Sentì la seconda ambulanza arrivare e il cuore che gli batteva sempre più forte.

Due paramedici aprirono i portelloni posteriori e mentre recuperavano la barella uno dei due disse "Donna. Tra i venticinque e i trent'anni. Ferita di arma da fuoco alla spalla destra".

Max si avvicinò alla barella e vide Kelly priva di conoscenza.

"Cazzo! Me lo sentivo!".

"La conosce dottore?" chiese uno dei paramedici.

"Si è una mia amica!".

La ragazza fu trasportata in fretta all'interno del pronto soccorso.

Max constatò che sul corpo di Kelly non vi erano i segni del foro di uscita del proiettile.

"Il proiettile è ancora dentro!" disse e poi diede istruzioni di toglierle la divisa.

Mentre un'infermiera le tagliava delicatamente la camicia della divisa, Kelly iniziò ad aprire gli occhi.

"Dottore! Sta riprendendo conoscenza!" esclamò l'assistente.

"Kelly mi senti?" gli chiese Max prendendole una mano.

"Max... Robert..." la voce di Kelly era flebile.

"Stai tranquilla, Robert è in buone mani! A te ci penso io! Ok?".

Kelly fece un piccolo cenno di assenso con la testa, poi si riaddormentò sentendosi al sicuro con Max al suo fianco.

Nei minuti che seguirono Max riuscì a toglierle il proiettile che fortunatamente non era andato troppo in profondità. Le fece somministrare un calmante e un antidolorifico, le ricucì la ferita e quando tutto fu tornato alla normalità, la ragazza fu medicata e trasportata in un'altra stanza.

Ci vediamo a New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora