Capitolo 32

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La rimessa delle barche diventò il loro posto segreto: aspettavano un momento in cui nessuno si preoccupava di loro e si davano appuntamento lì, uno dopo l'altra, per fare l'amore in quella che era diventata la loro barca.
Solo che nella mente di entrambi stava cominciando a formarsi un pensiero preciso: quella clandestinità andava stretta ad entrambi; si amavano da tempo immemore e sarebbe stato anche giusto vivere il loro amore alla luce del sole: fu Valentin ad esporre l'argomento.
<< Tu sei pazzo... Ti rendi conto di quello che potrebbe succedere? >> si ribellò Marta.
<< Un casino, quello lo immagino. Aurora potrebbe ucciderti nel sonno, Julian tirarmi un pugno, come fece Rico con Eugenio il giorno in cui sei sparita. Ma dobbiamo metterlo in conto, se ci amiamo... >> le ricordò lui.
<< Ho passato tutta la vita a cercare la pace, e adesso che sembro averla trovata, devo combattere un'altra guerra per te? >> domandò lei.
<< Io combatterei guerre all'infinito pur di stare con te... Tu no? >> la sfidò l'uno, sorridendo.
<< Ovvio che lo farei, ma sappi che non ci faranno sconti >> commentò l'altra.
<< Non voglio sconti, voglio amarti alla luce del sole >> rispose il primo.
<< Anch'io >> disse la seconda, baciandolo con passione.

                                      ***

Simon aveva continuato a frequentare villa Martinez, ufficialmente per fare luce sulle origini di Julian, ma in realtà non poteva più fare a meno della compagnia di Gloria; in un certo senso entrambi erano rimasti vedovi, sebbene senza anelli al dito: lei di Rico, lui di me.
Passavano diverse ore insieme, quando il giovane Vidal non era di turno nella clinica della sua famiglia: dal giorno della mia scomparsa non aveva più voluto far parte dei Medici senza frontiere; non era per via del sopraggiungere di un egoismo a lui sconosciuto, ma perché essere costantemente in viaggio, per di più operando in Paesi con guerre e malattie in corso, gli avrebbe impedito di costruirsi una famiglia, e non era ciò che egli voleva.
La sua presenza aveva avuto una grande influenza anche su Gloria: tutti credevano che, dopo la morte di Rico, si sarebbe trincerata ancora di più dietro la cultura hippie che condivideva con l'amato; e invece parve avere come un rigetto di tutto ciò in cui aveva creduto fino a pochi mesi prima, diventando più sobria e presente a sé stessa: indossava il lutto e non aveva più toccato neanche una sigaretta.
Lo accolse con un sorriso un po' tirato, che traspariva malinconia.
<< Voglio portarti in un posto >> gli disse, conducendolo nel capanno degli attrezzi, che divenne il primo nido d'amore di lei e Rico. Simon la seguì con curiosità.
Gloria aprì la porta del luogo, indicando al suo ospite, in mezzo a una confusione di oggetti, un materasso per terra, vicino al quale il muro era pieno di scritte: "Rico ama Gloria", "Pace e amore", "Abbasso il sistema".
<< Sai, era il 1965 quando siamo diventati amanti. E poi fidanzati. E poi una cosa sola. So che dovrei andare avanti, ma non posso fare a meno di pensare che avrei potuto salvarlo, se fossi arrivata in tempo. E invece mi ritrovo qui a rimpiangerlo, e lui ricompare mille volte di fronte a me, a vent'anni quando costruiva il gazebo per la festa di Mauricio, a ventidue quando mi guardava di nascosto uscire per andare a ballare, a ventiquattro che facevamo yoga insieme, e mi fa male, così male da togliermi il respiro... >> confessò, con la voce che si ruppe in pianto sull'ultima frase, appoggiandosi sulla spalla di Simon, che l'abbracciò.
<< Non è colpa tua, nemmeno mia. Luna e Rico ci hanno lasciati perché era il destino a volerlo, e al destino è difficile opporsi... >> la consolò, accarezzandole i capelli che la ragazza non stava più tingendo di rosso.
La Martinez non rispose: immaginava ciò che stava succedendo tra Marta e Valentin, e quindi non poté che dargli ragione.

                                     ***

Ad accorgersi dello strano comportamento di Marta e Valentin fu anche Emilia; temendo quale fosse la natura dei sentimenti che li legasse, e pensando che tali sentimenti avrebbero portato la loro famiglia sull'orlo del precipizio, decise di affrontare la Montenegro per capire se fossero solo tutte paure che abitavano nella sua testa, o se davvero lei e il giovane Martinez fossero diventati amanti.
<< Da quanto, Marta? >> la sorprese, mentre si trovavano nella serra.
<< Da quanto cosa? >> fece finta di niente quest'ultima.
<< Da quanto siete amanti, tu e Valentin? >> precisò la Fernandez, a bassa voce per non farsi sentire.
<< E a te cosa importa? È forse tuo marito? >> ribatté la Montenegro.
<< Per darmi una risposta simile sei o molto ingenua o molto stronza: ti rendi conto quali potrebbero essere le conseguenze per la nostra famiglia se si venisse a scoprire questa vostra... tresca? >> rispose adirata l'una.
<< Segui il mio ragionamento, Emilia: quando ci è stato mai permesso, durante l'arco delle nostre vite, di scegliere in piena autonomia? Quando non siamo state pedine nelle mani di qualcun altro? Finalmente Valentin e io abbiamo l'opportunità di essere felici, e non intendo sprecarla per nessuna ragione al mondo! >> sostenne l'altra, guardandola dritta negli occhi. Non c'era traccia di pentimento, nei suoi occhi.
<< E ad Aurora e Julian non ci pensate? Soffrirebbero in maniera indicibile... >> chiese allora la bionda.
<< Perché, cosa credi che abbia fatto io negli ultimi anni? Sono stata obbligata a sposare un uomo che aveva una moglie statunitense chiusa in un manicomio, ho cresciuto tre figli desiderando che il loro padre fosse un altro e l'unica persona nel mondo che era riuscito a farmi sognare un'altra vita non ha fatto altro che riportarmi qui, dove tutto è cominciato. Ora rispondimi sinceramente, Emilia: se tu avessi la possibilità di tornare da Octavio, se tua madre non vi avesse separati apposta per farti sposare Mauricio, non la coglieresti al volo? >> argomentò la mora.
<< No, non la coglierei. E lo sai perché? Perché io ho sempre amato Mauricio, nonostante si sia sposato con me per i soldi che erano riusciti a fare i miei. E anche lui, con il tempo, ha imparato ad amarmi. Perché la passione bruciante fa fare a una coppia fuoco e fiamme per i primi anni, e cenere per il resto dei giorni. L'amore vero, invece, si costruisce con pazienza, e se si è capaci di portarlo avanti durerà per tutta la vita >> sentenziò la prima.
<< Questa favola raccontala a qualcun altro. Io voglio essere felice e tu non potrai impedirmelo! >> decretò la seconda, dandole una spallata mentre si congedava.

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