Epilogo

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New York, 15 settembre 1968

La riappacificazione tra Marta e Julian, e la loro successiva partenza per una nuova tournée, riportò gli equilibri all'interno della famiglia: Valentin, riflettendo sul discorso che gli aveva fatto la Montenegro, ritornò da Aurora; Simon diventò uno dei migliori chirurghi della clinica di suo padre e Gloria, in procinto di diventare sua moglie, decise che avrebbe preso definitivamente parte alle attività dei Martinez; Emilia e Mauricio, così maledettamente in pena per gli ultimi eventi accaduti all'interno della famiglia, poterono finalmente respirare: era come se fosse finito un lungo incubo, tutto era tornato al suo posto.
Marta e Julian fecero l'ultima tappa della loro tournée a New York, il giorno stesso in cui è cominciato questo mio viaggio all'indietro nel tempo: siamo tutti qui, in forma terrena o ultraterrena, ad osservare le movenze dei due ballerini sulla pista; le mani sui fianchi, i movimenti dell'anca, il dondolio che oggi non fa più scandalo, ma che i primi tempi esercitava in noi un fascino al contempo invitante e scabroso.
La musica de amargue, la tristezza che caratterizzava i contadini emigrati dalle campagne e alla città, che attraverso quella danza cercavano di dimenticare le difficoltà della vita; ormai la bachata si è imborghesita, è diventata più europea che americana, si è riempita di figure che prima non c'erano, addirittura il quarto e l'ottavo tempo vengono marcati con la punta del piede anziché con l'anca.
Ma Marta e Julian sono diversi: loro hanno mantenuto le basi originali, portando nei teatri di tutto il mondo il vero spirito di questa danza meravigliosa dalla provenienza così umile.
Gli applausi invadono l'area: come sempre è stato un successo.

***

Emilia e Aurora bussano alla porta del camerino di Marta: la Montenegro riconosce le sue amiche, le fa accomodare senza remore.
<< Sei stata bravissima! >> batté le mani la Fernandez.
<< Meno male che ci siete voi due a mantenere la formula originale della bachata... Avete visto che pacchianata quella europea? >> intervenne la Navarro.
<< Non è male, se devo dire la verità. Può piacere agli altri. Ma non a me, non a noi. Noi l'abbiamo ballata alle baraccopoli, con gli strumenti improvvisati, temendo di essere rapinate o uccise. Ci sono tutte le nostre emozioni, all'interno della bachata dominicana... >> commentò Marta con un'ombra di malinconia nella voce. Emilia e Aurora conoscono quel tono: quando la nostra amica si intristisce significa che sta parlando di me, e che si metteranno a parlare della mia persona anche loro.
<< Sono convinta che Luna sarebbe stata fiera di tutte noi >> sorrise Emilia, anche se aveva gli occhi lucidi. È sempre stata la più sensibile di tutte noi.
<< Probabilmente ci starà facendo i complimenti, da lassù >> dichiarò Aurora, sollevando lo sguardo verso l'alto.
Ricambio quella sua occhiata malinconica, gli occhi azzurri della mia compagna di avventure più prossima, anche a causa dell'età: abbiamo condiviso tutto con Aurora, dal fatto di essere "le piccole" al nostro lavoro all'Hotel Ritz.
In un certo qual senso le dico che non deve essere infelice, che nessuna di loro deve esserlo, perché io sono sempre stata qui. Sono qui, con loro nel camerino di Marta, a ridere e scherzare con loro. E allora sorride, come rassicurata dalle mie parole.
<< Ragazze, ricordate il libro di "Piccole donne"? >> spezza il silenzio Emilia.
<< Ancora esiste? >> domandò stupita Marta.
<< Certo, e io l'ho conservato. Anzi, l'ho portato con me oggi... >> risponde la Fernandez, tirando fuori dalla borsetta la vecchia copia del libro che abbiamo letto, riletto e che ci siamo passate tra di noi, ormai tutto pieno di scotch che nasconde quasi completamente la copertina.
<< Mio Dio, com'è ridotto! >> esclama Aurora.
<< Lo so, è quasi completamente distrutto e rattoppato. Ma questo libro siamo noi, l'abbiamo sempre saputo: Meg, Jo, Beth e Amy come Emilia, Marta, Luna e Aurora >> afferma la moglie di Mauricio.
<< Hai ragione, è impressionante come le sorelle March ci assomiglino. Mette quasi paura questo fatto... >> scherza la compagna di Julian, ma dentro di sé sapeva bene che era impressionante quanto le vicende delle protagoniste di "Piccole donne" avessero tante coincidenze con le nostre vite.
<< Comunque quel libro ci ha ricordato che dovremmo rivederci più spesso... È passato quasi un anno dall'ultima volta... >> commenta la consorte di Valentin.
<< È Marta che è sempre in tournée... >> protesta Emilia.
<< E dai, mi farete a pezzi con questa storia... >> ammise Marta un po' divertita e un po' scocciata.
Sono belle, le mie amiche: un gruppo di giovani donne tutte sui ventun anni, giovanissime eppure con esperienze durissime sulle spalle, che molte altre al loro posto avrebbero vissuto più dilatate nel tempo.
Non so quando si rivedranno, ma spero che lo facciano presto.
Marta finisce di prepararsi per tornare a casa, le amiche si congedano.
Mentre Aurora procede a passo spedito, Emilia tira fuori dalla borsa la copia di "Piccole donne", attenta a non dare nell'occhio altrimenti le altre potrebbero dirle che è troppo sentimentale.
Perciò si porta il libro al petto, lo stringe al cuore e chiude gli occhi.

Fine

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