1°."Il Sogno"

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Levi's POV

Buio, tutto completamente nero.
Intorno a me vedevo solo un'immensa oscurità.
Le orecchie mi ronzavano, anche se effettivamente non sentivo alcun rumore.
Poi d'improvviso una luce bianca illuminò il posto in cui mi trovavo.
Era una grande sala addobbata con nastri e palloncini, da alcuni proiettori uscivano lampi di luci colorate, come quella bianca che mi aveva abbagliato la vista poco prima.
Il mio sguardo era offuscato, riuscivo a scorgere persone intorno me, però non capivo chi fossero.
D'un tratto il silenzio assordante svanì, prendendone il posto un insieme di rumori che mi facevano scoppiare la testa.
Tutte quelle persone parlavano contemporaneamente, urlavano all'unisono, ridevano, poi il mio sguardo incontro quello di una ragazza.
Una piccoletta graziosa.
Non era altissima, e aveva un corpo fragile e sottile, sembrava potesse spezzarsi solo toccandola.
Al fianco di quella strana figura si trovava un ragazzo biondo, girato di spalle.
Mi avvicinai di qualche passo e riuscii a interpretare il volto di quella mocciosa che sembrava fatta di porcellana, candida e chiara.
Con leggerezza portò alla bocca rosata, un bicchiere con la esile mano.
Poi il mio sguardo si posò sui suoi capelli, un misto tra marrone e rossastro.
Li portava legati in due codini disordinati, lasciando che piccoli ciuffetti restassero fuori dall'elastico.
Ma la cosa che mi colpì subito, furono i suoi occhi.
Erano di un verde opaco, sembrava potessero scrutarmi l'anima, non erano luminosi ma spenti, quasi come se fosse in fin di vita.
Non so il perché ma quella ragazza mi era familiare, quei capelli, quegli occhi sembravano quelli di Isabel
Ma non...non era lei...non poteva essere lei!

I miei occhi iniziarono a bruciare e lo sguardo diventò ancora più offuscato quando delle lacrime che iniziarono a rigarmi il viso.
Ogni goccia che sentivo scorrere mi bruciava il volto.
Poi un gemito uscì dalla mia bocca che subito tappai con la mano.
Feci prima un passo indietro, poi due, ne seguì un altro, un altro ancora, e senza essermene reso conto, stavo correndo verso l'uscita di quel orribile e angosciante posto.
Mi ritrovai su un tetto, di nuovo solo con il silenzio che tanto amavo, eppure sentivo ancora dei fischi che mi perforavano i timpani.
Su di me c'erano milioni di stelle e mi fermai guardarle, sperando di far cessare le lacrime.
Quando mi calmai tornai a guardare il buio che avevo davanti.
Lentamente il mio corpo si mosse verso quel buio, riuscivo a percepire il vuoto sotto di me.
Mi fermai sul cornicione del tetto su cui ero capitato, non osai guardare di sotto, mi limitai a chiudere lentamente gli occhi e respirare, il mio ultimo respiro...
E così mi lasciai andare, aspettavo quell'istante da tanto, troppo tempo.

Strinsi i denti nell' attesa dell'impatto con il terreno.
Non provavo paura ma solo un sentimento di vuoto che continuava ad accompagnarmi.
Poi d'improvviso una mano strinse la mia, e mi tirò con forza sulle fredde piastrelle del tetto.
Alzai la testa, ma anche il volto di questa donna bruna mi era indecifrabile...
"Mi dispiace Levi, non è ancora il tuo momento"

Narrator's Pov

Levi si svegliò di soprassalto, con il rumore incessante e fastidioso della sveglia.
Il cuore gli batteva all'impazzata, quasi come se potesse uscire dal suo petto
Si maledisse per essersi svegliato così tardi.
Il giorno prima non aveva spiccicato occhio, ed era rimasto a studiare tutta la notte per l'esame che avrebbe dovuto dare da lì a un mese.
Quindi, probabilmente era quello il motivo di tutto quel sonno.
Fortunatamente era domenica e poteva prendersela comoda.
Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno per lavarsi il viso.
Levi si fermò a guardare il suo riflesso allo specchio.
Aveva un viso distrutto: gli occhi rossi dovuti dal pianto e la faccia bagnata per lo stesso motivo.
I suoi occhi, color ghiaccio, erano più infossati del solito, e le occhiaie più evidenti.
I capelli corvini erano spettinati e disordinati quasi come se ci si fosse appollaiato un uccello sopra.
Restò a guardare quella scena per un paio di minuti, e non poté fare a meno di farsi pena da solo.
Decise di non pensare più a quel sogno.
Si vestì e andò in cucina a prepararsi un Tè caldo.
Ormai era arrivato dicembre e il freddo si faceva sentire.
Il corvino aveva le mani congelate e così iniziò a sfregarsele ansiosamente, convincendosi che fosse il gelo di quella mattinata d'inverno, e non lo strano sogno che lo aveva sconvolto.
Perché aveva sognato Isabel? Perché i sensi di colpa continuavano a torturarlo?

"L'importante è non pentirsi mai delle proprie scelte "diceva sempre Levi.

Ma credeva veramente in quella frase?
No....la risposta era no.
Prese la tazza tra le mani e la strinse più del dovuto facendo diventare bianchi i polpastrelli.
Finito il Tè Levi si rese conto che doveva provare a tranquillizzarsi un po', e quindi prese uno straccio per la polvere e un disinfettante.
Si,per molti può sembrare stancante e noioso pulire casa, ma per lui non era affatto così.
Era una specie di modo con cui cercava di liberarsi dai problemi.
Iniziò con lo spolverare una mensola su cui aveva poggiato parecchi libri, questa era già perfettamente pulita dal giorno prima.
Sulla mensola giaceva anche il suo telefono.
lo accese per controllare l'orario.

"Hanji Zoe 50 messaggi e 20 telefonate" lesse lentamente, quasi sussurrandolo "Cosa cavolo vuole quella dannata quattrocchi da me? Beh, qualunque cosa sia non mi importa, adesso sono impegnato"

BENE RAGAZZUOLI.

Questa è la prima storia che scrivo su Wattpad, spero vi piaccia qwq.

Fatemi sapere che ne pensate allora...BYE!!!!

"IL MIO TUTTO"  Levi x HanjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora