Babilonia, 323 a.C. Il palazzo reale era silenzioso. Erano perdute le discussioni lungo i corridoi illuminati dalle torce, perdute le risate che risuonavano nelle ampie sale, perduti sembravano essere persino i respiri, nella morsa indomabile della morte. Alessandro Magno, re di Macedonia, conquistatore dell'impero Persiano, faraone d'Egitto, colui che si spinse fino alle Indie, era malato. Non fu colpa della lama nemica, fu il suo stesso corpo a arrendersi; mentre la sua mente lo divorava e i suoi demoni lo tormentavano, vide con i suoi stessi occhi il suo passato, ne sperimentò le gioie e i dolori, con la consapevolezza che presto avrebbe perduto ogni cosa. La memoria, la grandezza, la fame di conquiste, la vita stessa. O forse... il fato sfugge agli uomini, imprevedibile; solo lui poteva stabilire se era giunto il tramonto di Alessandro.