Capitolo 6

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Sabato diciassette Gennaio.

Erano passati un paio di giorni da tutto quello che era successo ma era passato tutto, non pensavo più a Zayn. 

Ma chi cavolo vogliamo prendere in giro, non era passato proprio niente! Ogni giorno che passava era una ferita in più che si aggiungeva. 

Quel giorno il tempo era pessimo. C' era il diluvio universale fuori, a tratti sembrava che volesse venir giù il cielo.

Scesi in cucina per fare colazione: diedi un bacio sulla guancia a mio fratello, a mia mamma e a mio padre, mangiai un bel cornetto all' amarena ed un cappuccino e salii in camera da letto per andare a cambiarmi: misi un paio di jeans, una felpa molto calda e le Dr. Martens. Avvisai i miei familiari che sarei andata un po' in giro ed uscii per andare al centro commerciale a due passi da casa mia, infatti andai a piedi e non con il pullman.

Arrivata al centro commerciale feci tanti giri nei miei negozi preferiti: Il negozio delle Vans, la libreria, dove comprai ben cinque libri principalmente gialli, andai a fare un giro da Sephora e in tutti i negozi di abbigliamento. Mangiai al McDonald e il pomeriggio incontrai Hope, Sam, Charlie e Laeti passando l' intero pomeriggio con loro.

Arrivarono le 18:00 ,salutai le mie amiche e mi incamminai verso casa, ma quella sera era destino che io non arrivassi mai a casa mia.

Era buio, molto buio, d' inverno il giorno va via molto presto; non ero mai tornata a casa con un buio così fitto, almeno non da sola e non a piedi e ammettiamolo, un po' ero spaventata anzi, terrorizzata.

Stavo tranquillamente, si fa per dire, camminando per tornare a casa quando qualcuno mi tirò e mi fece cadere a terra in una via secondaria.

Il dolore era terribile, cadendo sbattei la testa, niente di grave, ma faceva un male terribile.

Il buio non permetteva di vedere chi fosse la misteriosa persona ma dalla sua voce agghiacciante che mi invase le orecchie capii subito di chi trattasse.

«Su bambola, divertiamo ci un po', tanto ora sei mia» disse Mark.

«No e ancora no Mark, io non sono tua e non lo sarò mai» esclamai con un cenno di terrore misto a disgusto nella voce.

Mark rise in un modo diabolico, nessun essere umano avrebbe mai potuto fare una risata simile. Mentre rideva sentii il suo alito puzzare terribilmente d' alcol, mi faceva proprio schifo.

«Ah, la mettiamo così?» sbottò Mark tirandomi schiaffi così potenti che mi fecero sanguinare.

«Ahia, basta ti prego» dissi urlando talmente tanto da rimanere con un soffio di voce.

Mark iniziò a toccarmi con quelle sue sudicie mani e io iniziai ad urlare con quanto più fiato avevo in gola; mi palpò il sedere e mi mise una mano sotto la maglietta facendomi anche male. Stava sbottonandomi il reggiseno ma qualcuno lo strattonò e lo portò via da me, io non riuscii a vedere chi fosse quel ragazzo, ma vidi che stava picchiando Mark e anche di brutto.

La pioggia scendeva lenta sul mio corpo, esausto dalla " lotta", la mia vista iniziò ad annebbiarsi ed ebbi solo il tempo di sentirmi sollevare che vidi tutto nero e svenni nelle braccia del mio angelo salvatore.

Al mio risveglio mi accorsi che era mattina e che il letto in cui mi svegliai non era quello di camera mia. Quella camera da letto era molto bella e ben arredata: aveva i mobili color crema e alcuni in mogano. Nell' aria c'era un lieve odore di incenso e di cornetti al cioccolato. Tentai di alzarmi quando la persona che si presentò alla porta della camera mi bloccò, togliendomi il fiato.

Zayn Malik in persona era di fronte a me, con un vassoio in mano, e a petto nudo! Ok Des, stai calma e non ti eccit...ehm, agitare!

«Ehi Des» disse il moro sedendosi sul letto, accanto a me.

«Ciao Zayn» ricambiai il suo saluto «Avresti voglia di spiegarmi cosa cazzo è successo ieri sera?» dissi agitando le mani in aria.

«Beh, il ragazzo che ti ha "salvato" sono io, quello stronzo di Mark non deve più farsi vedere da me, altrimenti non so cosa potrei fargli. Quando Mark è scappato ti ho presa in braccio , ma visto che eri svenuta e io non sapevo dove abitassi ti ho portato qui. Hai dormito per tutto il tempo e ti sei svegliata proprio ora» spiegò sorridendo.

«Capito, beh grazie davvero Zayn» il cuore martellava forte nel mio petto «Ma i miei non saranno preoccupati nel non vedermi da ieri mattina?»

«No problem, ho mandato un messaggio a tua mamma con il tuo telefono dicendo che saresti rimasta a dormire da una certa Sam, se non sbaglio è la fidanzata di Liam giusto?»

«Certo che hai pensato proprio a tutto tu?»

Zayn rise, aveva la risata più bella del mondo. Sembrava diverso dal solito, era più dolce e più affettuoso. Facemmo colazione insieme e parlammo per tutta la mattinata, Zayn riusciva a farmi ridere anche per le battute più stupide che diceva.

«Comunque, c'è qualcosa che devo dirti» affermò Zayn di colpo.

«E cioè?» chiesi spaventata.

Zayn si avvicinò a me, mi scostò i capelli dietro le orecchie, mi disse sussurrando: «Scusami»

Mi guardò negli occhi e mi diede un piccolo bacio sulle labbra.

Non ebbi neanche il tempo di realizzare cosa fosse successo o cosa volesse dire con quel suo "scusami" che sentimmo il campanello suonare.

«Vai Des, esci dalla porta sul retro, mi raccomando non farti vedere, non preoccuparti è mia madre ma sarebbe un po' troppo complicato spiegare perché sono con una ragazza sconosciuta nel letto, ed io sono senza maglia, non credi?» 

«Direi proprio di si» risposi per poi alzarmi e lasciargli un bacio sulla guancia.

Arrivai a casa e, senza salutare nessuno mi buttai sul letto, con il sorriso stampato in faccia, capendo che da quel momento qualcosa nella mia vita sarebbe cambiata.

Perfect Storm || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora